Capitolo 6 - Pranzo in famiglia

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    Mano a mano che si avvicinavano alla casa degli Altocilindro, Alice aveva iniziato a sentirsi nervosa e si chiedeva come avrebbe dovuto comportarsi. Aveva già conosciuto, nel passato, sia Zanik che sua moglie e chissà se si ricordavano in qualche modo di lei; quella ragazza che era piombata in casa loro assieme al piccolo Tarrant, il quale voleva a tutti i costi che il padre le facesse un cappello.

Arrivati alla porta d'ingresso Tarrant bussò e ad aprire fu una ragazza, probabilmente di appena qualche anno più giovane rispetto ad Alice.

«Ciao fratellone, che bello vederti! Mamma mi aveva detto che oggi saresti passato per pranzo con un'amica».

«Ciao sorellina! Anche per me è bello rivederti dopo così tanto tempo». I due si abbracciarono stringendosi forte, poi il Cappellaio, sciolto l'abbraccio, riprese: «Claire, ti presento Alice, la paladina di Wonderland, nonché mia più cara amica!».

Claire sorrise alla ragazza e dopo nemmeno due secondi l'attirò a sé in un forte abbraccio. «Non sai che bello incontrarti! Mamma non mi aveva affatto detto che oggi a pranzo ci sarebbe stata colei che ci ha salvato la vita anni fa! Non sai quanto avrei voluto ringraziarti! Ma ora posso farlo! Quindi, grazie!».

Qualche secondo dopo sciolsero l'abbraccio e dopodiché la giovane si fece da parte per farli entrare. «Il pranzo sarà pronto tra qualche minuto, accomodati pure e fai come se fossi a casa tua, io vado a dare una mano alla mamma» e prima di andare verso la cucina si rivolse nuovamente al fratello. «Ah Tarrant, papà ha detto che dopo pranzo vorrebbe parlarti».

«Ok Claire, ma adesso dov'è?» le chiese il Cappellaio.

«Attualmente è giù in paese con Thomas e Jack a comprare delle stoffe, ma credo che tra poco arriveranno» e così dicendo Claire se ne andò in cucina.

Alice e il Cappellaio rimasero soli in salotto e Tarrant si offrì di portarla a fare un piccolo girò della casa e durante il tour i due finirono nella piccola bottega nel retro la casa, dove il padre di Tarrant, Zanik, creava i suoi bellissimi cappelli.

«Me la ricordo questa bottega» affermò Alice.

«Davvero? Non mi ricordo di avertici mai portata. Oppure sono diventato talmente matto da essermene dimenticato?» chiese un Cappellaio perplesso.

«Tranquillo, non sei più matto del solito» gli sorrise Alice e vedendo il suo amico rilassarsi alle sue parole, riprese: «Quando sono tornata indietro nel tempo, ti ho incontrato quando eri solo un bambino, avrai avuto circa otto anni, e io dovevo andare al castello per capire cosa era successo alle sei di sera di quel giorno da aver spezzato del tutto il legame tra le due future Regine di Marmorea e, mentre stavo per andare a palazzo, sei piombato tu». Un altro piccolo sorriso solcò le labbra di Alice al ricordo di quel giorno tanto lontano, che lei non riusciva ancora a credere di averlo vissuto per davvero. Poi riprese il racconto. «Mi dicesti che avevo una testa perfetta e che tuo padre avrebbe potuto farmi un cappello adatto solo per me. E senza chiedermi se mi andasse, mi presi per mano e mi guidasti verso la tua casa. E niente, lì ho incontrato per la prima volta i tuoi genitori; mi chiedo se loro si ricordino di me».

«Io credo di sì. Sei una donna straordinaria, credo che sia difficile potersi dimenticare di te. E io lo so bene». Le ultime parole del Cappellaio erano state sussurrate, come se le avesse dette più a sé stesso che ad Alice. Successivamente ritornò il solito burlone ed aggiunse: «A parte me, a quanto pare io mi sono completamente dimenticato di averti conosciuta» disse ridacchiando e portandosi una mano alla testa.

«Già, e non so se dovrei sentirmi offesa della cosa...» gli rispose la ragazza stando al suo gioco.

Proprio in quell'istante i due vennero chiamati da Claire, che comunicò a loro che il pranzo era in tavola e che Zanik e gli altri erano ritornati. Alice e Tarrant si diressero in sala da pranzo e prima di accomodarsi a tavola, la ragazza venne abbracciata da tutti i presenti, ad eccezione di Zanik che per ringraziarla si limitò a stringerle la mano molto calorosamente sorridendole, i quali la ringraziarono per quello che aveva fatto per il regno e per la loro famiglia e che senza il suo aiuto probabilmente non si sarebbero mai più ricongiunti, né fisicamente né spiritualmente come una famiglia unita.

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