Alice, dopo essersi tuffata nella fontana, stava precipitando verso il suolo con una velocità inimmaginabile. Di conseguenza iniziò ad urlare dal terrore ed i suoi occhi si serrarono quando, improvvisamente, sentì il suo corpo rimbalzare...
"Oh... Devo ammettere che è stato un atterraggio più morbido di quanto mi aspettassi. Molto più morbido anche di quello dell'ultima volta", pensò tenendo ancora gli occhi chiusi.
Piano, piano, si decise ad aprire il primo occhio ed a seguire il secondo e quando mise a fuoco il paesaggio attorno a lei, rimase sbalordita dal constatare che non era atterrata su un campo di fiori o su un prato di caramelle (se mai ce ne fosse stato uno a Wonderland). No, quella su cui Alice era caduta era una soffice ed enorme nuvola bianca.
«Non ci posso credere... E adesso come faccio a scendere a terra!? Perché ogni volta che vengo a Sottomondo, ci arrivo sempre in modi diversi l'uno dall'altro!». Stava iniziando a farsi prendere dal panico, quando una voce catturò la sua attenzione...
«Guardate! Ma quella non è la Paladina di Wonderland!?!» disse la voce misteriosa alle sue spalle.
La ragazza si girò in direzione di quella voce e quello che vide la lasciò senza parole... Quelle che aveva di fronte a sé erano delle enormi tartarughe volanti, che al posto delle pinne avevano delle enormi ali con le quali potevano librarsi in aria come degli uccelli.
«Ma voi volate! Che cosa buffissima» disse Alice sovrappensiero non rendendosi conto di aver parlato ad alta voce.
«Come ti permetti a consideraci buffi!» le rispose di rimando una delle tartarughe volanti, che riprese subito la parola: «Sarai anche la Paladina di Wonderland, ma vedo che nessuno si è preso la briga di insegnarti la buona educazione! Non vedo proprio perché dovremmo riportare a terra questa ragazza! La Regina non ci aveva affatto detto che fosse così maleducata!» disse la Signora Tartaruga rivolgendosi, sul finire della frase, alle sue compagne.
Alice si sentì un po' offesa dalle accuse mosse dalla tartaruga, ma non fece in tempo a ribattere, che un'altra tartaruga prese la parola.
«Suvvia Jenevieve, non essere così scortese. La nostra Alice ha fatto un lungo volo per arrivare fin qui e sicuramente ne sarà rimasta frastornata. E poi la Regina Mirana ci ha chiesto di scortarla fino al palazzo incolume onde evitare un altro atterraggio fortuito come l'altra volta. Comunque» disse rivolgendosi per la prima volta ad Alice «il mio nome è Gaston ed è un immenso piacere ed onore fare la conoscenza della Paladina di Wonder. E come ho appena ricordato a Jenevieve», la quale lo fulminò con la sguardo, «siamo qui per scortavi sana e salva, fino a terra» e così dicendo le si affiancò facendole segno di salire sul proprio guscio.
«Grazie» gli disse Alice con un sorriso e, mentre saliva in groppa a Gaston, aggiunse rivolta a Jenevieve: «E se ho arrecato delle offese verso qualcuno vi chiedo scusa, non ne avevo alcuna intenzione».
«Hmph... Troppo facile chiedere scusa così...» borbottò quest'ultima.
La giovane non diede troppo peso alle sue parole in quanto lo stormo aveva appena lasciato la soffice nuvola per iniziare a scendere in picchiata verso terra. Involontariamente Alice iniziò ad urlare e si aggrappò a Gaston pregando di riuscire a mantenere salda la presa sul suo guscio.
Pochi secondi dopo Gaston toccò terra.
«Ehi, Alice», disse dolcemente la tartaruga. «Puoi aprire gli occhi. Coraggio, siamo atterrati!».
La ragazza aprendo lentamente gli occhi poté constatare che effettivamente avevano finalmente toccato terra.
«Avreste almeno potuto avvisarmi del vostro metodo di atterraggio» disse mentre si teneva ancora saldamente al guscio del suo nuovo amico.
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The destiny?
أدب الهواةSono passati ormai quattro anni da quando Alice è tornata nel Sopramondo, ma a volte il destino non smette mai di sorprenderci e ci si presenta con un'occasione più unica che rara. Cosa sceglierà la nostra Alice? La mente o il cuore? La risposta sem...