Due

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decisi di indagare di piu' su quello strano uomo,e cosi quel giorno,quel lunedi nebbioso e fresco,saltai scuola per rimanere in biblioteca a fare delle ricerche...ovviamente mia madre non ne era al corrente.

non scoprii nulla,solo che "martino", cosi lo chiamai,era morto...da un bel pezzo anche. abitava in via del

l.i.b.r.o numero 9. via del libro era scritto proprio cosi...con le lettere staccate.

cosi feci un giro in citta',mi feci dare la cartina in comune,andai su google earth e maps;ma niente,via del libro non esisteva. tornai a casa,stavo per lasciar perdere quando vidi l'insegna della mia via:

"VIA DEL BRILLO"

La seconda "L" di brillo era un po cancellata,quasi illeggibile...

"strano-pensai-non l'avevo mai notato."

poi mi accorsi di una cosa...ho una sorta di sesto senso in campo di parole...

ebbene..."brillo" anagrammata era Llibro,che togliendo la L sbiadita risultava via del libro.

pensai che fosse solo una coincidenza,anche perche' la casa con il numero nove era la mia...

Pero' non rinunciai del tutto all'indagine;infatti il mattino seguente chiesi a fredrick (se non ne sapeva qualcosa lui ero persa) se conosceva "martino".

non gli dissi martino ma il vero nome dell'indagato e mi disse di si.

Disse che era un caro amico di suo nonno e che il suo passatempo preferito era leggere e scrivere,tanto che era in procinto di creare un libro nel quale ognuno avrebbe potuto entrare totalmente con la mente,ma mori quasi al termine della "bozza". Mi spiego' che era stato lui a passargli quella passione sfrenata per i libri.

feci una smorfia pensando che sarebbe andato avanti per ore a raccontare se non l'avessi fermato.

Gia',perche' lo fermai prima che inizio' ad introdurre nel suo racconto di vita date di tempi remoti.

Lo ringraziai e gli chiesi se era disponibile ad aiutarmi nel caso ce ne fosse stato bisogno.

Annuì silenziosamente e ripiego' la testa sul libro con la stessa lentezza con la quale l'aveva alzata nel momento in cui avevo richiamato la sua attenzione.

ascoltai anche io la lezione,anche se per un momento,non so perche',immaginai la professoressa pelata.

"che schifo" pensai.

Il problema e' che pensai ad alta voce e mi misi anche a ridacchiare. Non riuscivo a trattenermi.

La professoressa avanzo' verso di me e mi interpello':

"signorina potrebbe dirmi il motivo della sua risata?"

"scusi professoressa non volevo disturbare la lezione"

Risposi portando rispetto,la signora Rachel Honey era molto piu' severa ma anche molto piu' giusta della professoressa di tecnologia;e quindi la ammiravo molto e non avrei mai osato risponderle male.

Lei torno' alla lavagna alterando bene i passi..."sculettando" ecco. e cadde. cadde miseramente.

La classe si mise a ridere ed io mi trattenni. ma non riuscivo a non mostrare un abbozzo di sorriso sotto i baffi.

La campanella suono' poco dopo.

"LIBERTAAAAAA'" urlai.

Ma non fu liberta'. La professoressa mi fermo' e mi disse:"perche' in questi giorni sei così sovrappensiero,così assente?"

"Nulla profe...arrivederci"

volevo tagliare corto;avevo troppa fame. feci cenno con la mano e camminai all'indietro fino alla curva del corridoio mostrando un sorriso a trentadue denti,per rispetto e quando arrivai alla curva girai subito le spalle.

Presi la bicicletta e,quando fui quasi a casa,vidi un uomo.

Mi saluto',io feci lo stesso,ma non l'avevo mai visto prima d'ora.

Era un vecchio uomo,gracido,la pelle era pallida e il viso si ripiegava in tante rughe profonde. Gli occhi erano azzurri e la bocca nascosta da un paio di baffi grigiastri. nella sua mano scheletrica reggeva un bastone con incise delle lettere che non riuscii a distinguere. Ero così presa a guardare quell'uomo che non mi accorsi che stavo andando a zig zag e successe tutto velocemente;troppo velocemente.

un clacson. che si faceva sempre piu forte. il signore che gesticolava lentamente e si portava una mano alla schiena come per raddrizzarla. mi girai. due fanali che si avvicinavano sempre di piu'. Urlai e la macchina suono' il clacson piu' volte. vicina. sempre piu' vicina. sempre piu' veloce e poi...

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