Uno

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Entrai in classe. Camminavo lentamente verso la mia postazione che da poco avevo cambiato:ero seduta nell ultima fila dell'ala centrale della classe. Non c'era ancora nessuno in classe. Ero molto in anticipo o almeno fu quello che supposi;non avendo nessun orologio di riferimento. Cosi tirai fuori il libro di storia dalla cartella e mi misi a studiare,quella mattina avrei avuto una verifica. Circa dieci minuti dopo arrivarono i miei compagni di classe e Lucy,la mia compagna di banco,mi saluto' come se non mi vedesse da chissa' quanto tempo. La lezione inizio',e Fredrick,il ragazzo che sedeva nell ultimo banco dell ala destra,quindi quasi accanto a me,mi chiese sottovoce:

"Hai scelto che scuola fare?".

Ed io risposi,come ogni mattina:

"Non ancora."

Fredrick infatti mi chiedeva sempre se avevo deciso che liceo frequentare,penso che lo facesse per rompere il ghiaccio in realta',ma non aveva tanta fantasia in fatto di argomenti da trattare.

Ad ogni modo mi era sempre piaciuta la scuola in se',ma non sapevo proprio dove dirigermi ed ormai ero agli sgoccioli.

Fecimo la verifica di storia alla seconda ora e la svolsi abbastanza bene.

Mi guardai intorno,mentre la profe di tecnologia spiegava il funzionamento di una centrale elettrica... Non mi interessava,ma fui costretta ad ascoltare visto che da li a poco tempo ci sarebbe stata una verifica.

Ero una ragazza piena di risorse mi dicevano,ma che mancava di costanza ed ordine. In effetti era cosi...ma ero decisa a frequentare un liceo;sapevo che mi stavo mettendo la zampa fra i piedi ma mi piaceva parecchio mettermi nei guai.

Ad ogni modo la professoressa spiegava ed io,dopo poco,sentii qualcuno che mi chiamava;prima sottovoce,poi alzando sempre di piu' il tono:

"Jade...jade!"

Mi guardai intorno...era Tanya.

Tanya era una ragazza che frequentava la mia stessa classe. Alta,magra,occhi azzurri,capelli biondi...insomma quella che ogni ragazzo desidera. Era simpatica nei miei confronti,ma a volte snobbava alcuni ragazzi e per questo le stavo abbastanza alla larga.

Le feci un cenno con la testa e lei mi chiese se avevo una penna rossa da prestarle. Cosi mi girai,presi l'astuccio che avevo in cartella e...

"Jade...Jade harrison...si giri immediatente"

Era la profe.

"Ma professoressa stavo solo..."

Non mi fece finire la frase.

"Non mi interessa cosa stava facendo signorina harrison,se non e' coerente con la lezione che stiamo svolgendo non e' mia intenzione saperlo"

Ero stufa dei professori che mi prendevano di mira,cosi osai e dissi:

"Professoressa Grendelson...con tutto il rispetto ... Ma e' alquanto coerente."

"Oh bene...sentiamo la sentenza della saputella"

"Bene,cio' che stavo accingendomi a fare e' alquanto COERENTE con la sua lezione in quanto la mia cara compagna di classe non che amica Terry aveva urgente bisogno di una penna rossa per continuare a scrivere sul suo foglio cio' che lei stava dettando,questo perche' la penna che aveva precedentemente usato si e' scaricata. Così mi ha chiesto gentilmente se ne avevo una da prestarle visto che il suo comoagno di banco Mark e' assente,e tenendo conto che qui dentro e' oramai risaputo anche dai professori che io sono "quella delle penne"."

Non dissi altro.

Per piu di mezzo minuto ci fu un atroce silenzio ed io e la professoressa ci guardavamo negli occhi.

Ad un certo punto Susan,un'altra mia compagna,ruppe il silenzio ed esclamo':

"Allora...e' coerente?"

La professoressa si giro' verso Susan e gli pose un'occhiata sfuggente. Poi si rivolse di nuovo a me:

"Si...devo dire che e' coerente"

Sorrisi compiaciuta e la campanella suono'.

Ero sempre stata un po' ribelle verso le ingiusgizie,non la davo vinta facilmente a chi non se lo meritava.

Tornai a casa a piedi.

Di solito c'era mia madre a cucinare ma oggi no. Oggi la cucina era vuota. Cosi mi preparai un homelette ed un panino e poi andai in bagno.

Sulla porta c'era un biglietto con scritto:"cara Jade...sono la mamma
...sono andata in banca aspettami a casa."

Feci come era scritto:

Adoravo restare a casa da sola a mangiare seduta sul divano mentre guardavo "Extreme makeover Home Edition" o programmi cosi...

Mi misi il pigiama,preparai i pop-corn,presi dei cuscini e le bibite,accesi la TV e mi buttai letteralmente sul divano.

Non facevano nessuno dei miei programmi preferiti (quelli totalmente inutili ma che fanno passare un ora in 5 miuti),cosi guardai "Uomini e Donne",mia nonna lo seguiva spesso e cosi ci avevo fatto l'abitudine. Dopo circa mezz ora finii i pop-corn e feci mente locale. Dopo aver realizzato che mia mamma non era ancora a casa,decisi che avevo ancora fame.

Cosi mangiai. Mia mamma arrivo' alle 4,30 e mi disse:

"Scusa il ritardo,ho parlato con uno strano uomo che mi ha chiesto di te...conosci per caso Peter Stevenson Marteen?"

"No..." le dissi stranita

"Vabbe'...ha detto di dirti che abita in 'via del libro numero 9' "

Non capivo. Avevo gia' sentito quel nome o per lo meno visto. Ma non ricordavo dove.

Decisi che mi sarebbe venuto in mente dopo cena. Cosi feci i compiti,portai in giro il cane e mangiai un pasto abbondante.

Andai poi a letto,dopo essermi lavata,e non rimasi a pensare a quel nome bizzarro a lungo,poiche mi addormentai di colpo.

Sognai che ero per strada. Correvo. In mezzo alla strada. Nessuna macchina. Arrivai alla fine della strada e vidi un manifesto con scritto: "Peter Stevenson Marteen nato il 9/09/1943 morto il 20/12/2014."

Ecco dove avevo visto quel nome!

Mi sveglia con un sobbalzo.

Ma mia madre...come aveva fatto ad incorntarlo?

Era morto...

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