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POV ALICE

Sento il sangue ribollire dentro le mie vene. Non vedo dalla rabbia. Non sono mai stata così incazzata. Ha mia sorella ed io voglio ucciderlo con le mie mani. "Non metti nessuna condizione?" "Se vinco mi ridai ciò che è mio, se vinci tu ti ascolterò." "Alzo la posta in gioco, se vinco io accetti a prescindere e ti ridò ciò che ti appartiene." "Con quali regole facciamo il nostro incontro?" Cerco di calmarmi e così faccio, " Con quelle della boxe, senza armi." "La nostra boxe?" "Ovvio." Stringo la mano a quest'uomo e tutti ci fissano. Tommaso e Simone fanno il tifo per me mentre Tommy e Gabriele sono andati via dopo che Simone gli ha detto qualcosa. Levo la maglia restando con un crop top Kalvin Klain nero e i miei jeans neri. Lego i miei capelli in una coda e sussurro "Io sono pronta." Lui si leva l'orologio, la camicia e sfoggia i suoi addominali. "Quanti anni hai ragazzina?" "17 per poco e tu?" "22. Ti stai dimenticando l'anello." "No questo non lo levo mai." "Levalo" "Se pensi di potermi dire davvero di fare una cosa che non voglio fare, mi sa che non ci intendiamo." Non mi fa paura e questa sua faccia di merda vorrei scoppiasse. "Come vuoi piccola." "Siamo amici per caso?" Mi guarda interdetto. "Affibbia quegli stupidi nomignoli a qualcuno che conosci. Io e te non siamo un cazzo di niente." Si mette di fronte a me e Simone urla il via. Mi guarda poco negli occhi, è concentrato sul fisico e ciò mi permette di analizzare i suoi punti deboli. Analisi fatta, il crociato. Ha i legamenti indeboliti, probabilmente ha subito qualche intervento per via di una rottura. Inoltre ha difficoltà a respirare, sicuramente a causa del fumo che noto sia abbastanza dall'odore che emana. Sferra un pugno che riesco a schivare, attacco un attimo dopo di lui e nonostante l'abbia sorpreso ha dei riflessi pronti. Sorride e tira, schivo e osservo. Sta facendo una cosa talmente rara che pensa di potermi sorprendere. Gli tiro un calcio al crociato e mi metto a cavalcioni su di lui. Gli blocco i polsi e gli tiro un pungo sulla mascella. Mi guarda soddisfatto e riesce a mettersi su di me dandomi un pugno sul torace. Si solleva e mi alzo in fretta, lo guardo e gli tiro un altro pugno. Sta volta sul naso, ma l suo destro scatta sulla mia mascella troppo in fretta. Okay mi sono riscaldata. Gli tiro un destro per fare subito dopo destro sinistro destro. Gli tiro un calcio al crociato ma sta volta non cede. Mi tira un pugno ma lo schivo, ho lottato contro più di 579 uomini come lui, e anche peggio. Sono più che esercitata in questo. Lo guardo in modo freddo per far sì che si distragga un attimo e così accade. Lo colpisco al volto e sta volta mi lascio andare pestandolo fin quando non si alza come se fosse più carico di prima e scaraventa a terra, e dice "O ti alzi oppure ho vinto." Si è seduto sulle mie gambe. Poverino, pensa davvero che non riesca ad alzarlo? Penso ad Emily e lo alzo buttandolo per terra. "Sei simpatico, ma 10, 9, 8, 7, 6," Mi interrompo "3, 2, 1" Ho vinto io. Ovviamente. "Tua sorella è in auto, ma sappi una cosa piccola. Faremmo entrambi i soldi assieme. Dammi l'occasione di parlartene, il 3 ottobre alla caffetteria" si interrompe. "Dove vuoi andare?" oh, ora si che sono sorpresa. "Va bene tutto." "Allora andremo a cena, alle 20:30 ti verrò a prendere." Hai scelto il 3 ottobre perché farò gli anni il 29 settembre e il 3 sarà sabato, così sarò maggiorenne e potrai propormi qualcosa di evidentemente normale e regolare, ma con sotto qualcosa, vero?" "Ti ho già detto che sei molto astuta, vero?" Perché sento che di lui posso fidarmi? Non ho voglia di rispondere e non lo faccio. Aspetto solo che entri qualcuno con Emily, ma non arriva nessuno. Appena finisce di sistemarsi esce e rientra con una versione di Emily spaventata, ma felice. Mi guarda senza nemmeno venirmi ad abbracciare, "Ehi Al!" "Apposto?" sento gli occhi di Tommaso e Massimo addosso e capisco che il mio tono di voce forse è stato troppo freddo. Ma in fin dei conti, lei non è stata più accogliente. "Certo, tu stai bene?" "Come sempre." Annuisce senza darmi altra considerazione. Pensare che lei è il mio tutto. Se ho lei, ho tutto, davvero. "A scuola? Apposto?" "Si. Oggi hai saltato scuola, domani ti accompagno e andiamo in segreteria." "Non preoccuparti, lo farà Antonio." "Va bene Emily, dobbiamo parlare. Ora saluta e andiamo via." "No. Parliamo qua dai." Mi sta sfidando, ma non cedo mica ad una ragazzina. "Ti ho detto di andare via." "Se è per questo anche io ti ho detto di parlare qua." "Antonio ha la sua famiglia." "Quando tu eri a farti i fatti tuoi in America, lui è diventato la mia famiglia. Mio fratello, tu Alice, tu sei solo una conoscente da quando a rimboccarmi le coperte ci doveva pensare un altro." "Arriverà un giorno, saprai, capirai e ti pentirai. Ma ora ti lascio per quello che sei, una ragazzina" Le tiro il casco che con amore le avevo portato e saluto Simone e Tommaso. "Ciao ragazzi e grazie lo stesso Tom. Ci vediamo" mi giro verso Massimo e dico un semplice "ciao" lui sorride in modo dispiaciuto e dopo esco lasciando Emily lì dentro. Non la aspetterò a lungo quindi le conviene muoversi.

POV MASSIMO

Emily ha bisogno di sua sorella, ma non se lo dicono. Non se lo diranno e anche se ci proveranno, posso confermare che non se lo diranno mai in modo esplicito. Emily si è comportata male con Alice, ha parlato di Antonio anche quando era a casa mia, non sembra ricordare di avere una sorella che la ama talmente tanto. Ha battuto me per via della rabbia che aveva in corpo e non se n'è resa nemmeno conto. Questa ragazza ha tanta rabbia dentro, probabilmente la cova da tanto ma la sa gestire alla grande. Ha il pieno controllo di se stessa e questo un po' mi spaventa. Sta di fatto che appena esce Alice da quella stanza è arrivato il gelo. Non so cosa abbia quella ragazzina, ma sa quello che fa, come se pianificasse ogni piccolo gesto da fare. Tommaso prende parola, "Emily, qui io non vedo Antonio, ho visto lei. Sono sicuro che tu possa essere in grado di capirmi" "Io non so nemmeno perché tu parli ancora con mia sorella. Non so cosa abbia a che fare con te, con voi, con il vostro mondo di merda." Lo sputa con troppo odio, mi chiedo cosa sappia. "Ricordati che non tutto è come sembra, ora va'." "Arrivederci Massimo. ciao Tommaso, ciao anche a te" esce da lì dentro con fare indifferente. Ma che problema hanno queste due con i sentimenti? Appena sentiamo il motorino mettersi in moto sospiriamo, "Allora Massimo, concludiamo il nostro incontro in un modo-" "Non farò affari con te Tommaso." "Perdi il meglio amico mio" "Ciao Tommaso!" Rido un po' prima di andare via e insieme a me anche lui e Simone. Salgo in auto e penso un po' al da farsi con questa ragazzina. Il 29 settembre le farò arrivare un mazzo di fiori a casa, bisogna prenderla con le pinze. L'ho un po' tenuta sott'occhio. C'è un ragazzo che le ronza in torno, anzi un sacco di ragazzi, ma sembra non accorgersene oppure finge benissimo di non provare nulla. Sono sicuro che quell'anno in America sia successo qualcosa che l'abbia cambiata totalmente, magari qualcosa nel suo carattere era diverso. Chissà.

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