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POV ALICE
Sono passati tre giorni dalla cena con Massimo ed è strano. So tanto di lui e lui sa...tanto di me. Mi sono fidata di lui in una maniera disarmante. Ha letteralmente avuto la meglio su di me e quelle discussioni così profonde mi hanno buttata per un attimo fuori strada. "Giorno Emily" "Ciao Al" "Come va?" "Che hai fatto per un anno?" "Ho fatto cose troppo stupide" "Massimo mi ha rapita tempo fa" "Come ti ha trattata?" "Divinamente però Alice Non capisco il perché" "Sai Emily Antonio mi ha chiesto di te" "Ci sentiamo tutti i giorni e viene qua ogni sera" "Prendi l'autobus o vieni con me?" "Un passaggio mi farebbe comodo" "Emily..." "Dimmi" "Sono qua. Intendo, se hai bisogno" Rimane stupita e mi fa male. Dovrei essere un po' come Mery con lei "Mi sei mancata" dopo aver detto queste parole le scende una lacrima "Anche tu e l'unica cosa che mi spingeva ad andare avanti era l'idea che ti avrei rivista" Viene e mi abbraccia e l'odore di quella bimba, ormai grande, mi ha inebriata totalmente. "Qualche volta dopo scuola ti andrebbe di andare a prendere un gelato?" "Si certo" "Andiamo dai" Dopo aver accompagnato Emily vado a scuola e mi unisco a Gabriele e Tommy "Dov'è Giada?" chiedo "Buongiorno eh" "Buongiorno a voi ragazzi" "Giada è andata in segreteria con Michele" "Caapito." "Eccoli!" "La mia amica appena mi vede mi corre incontro per abbracciarmi ed io ricambio fermamente l'abbraccio" "Si è fatto sentire?" Che domande si riferisce pur sempre a Massimo "Non l'ho ancora richiamato" "Hai intenzione di farlo?" "Prima o poi dovrò iniziare a lavorare" "Già" Ad un certo punto quel profumo insopportabile di lavanda che associo solo ad Arianna invade il mio campo olfattivo. "Chi si rivede! Ciao amore" Va e bacia Gabriele (?) mi sono persa qualcosa mi sa "Sofia?" "Si?" "Puoi chiedere alla mamma giovane perché non parla?" Giada fa per intromettersi ma la blocco "Sofia?" "Si?" mi guarda quasi impaurita divertente. "Puoi dire alla tua padroncina che dopo queste parole, da parte mia riceverà solo l'anidride carbonica che espirerò?" Scoppiano tutti a ridere tranne Gabriele, ma questo non mi fa sentire meglio "Sai Alice? Sei bella, intelligente ma non sarai mai alla mia altezza" a Giada scappa un "Fortunatamente" che sentiamo tutti. "Beh tu zitta idiota" E la rabbia sale. "Senti una cosa ragazzina, piantala di fare tanto la ragazza vissuta e va a fare la puttanella in giro dai. Che tanto ti viene pure bene" Giada scuote la testa come segno di disapprovazione. "Almeno io non ho un padre alcol" prima che potesse continuare a parlare Giada le tira uno schiaffo e si gira verso Gabriele "Con lei accanto stai proprio male" effettivamente non so come facciano a stare insieme problemi loro. Entro in classe seguendo Giada e per la prima volta le dico per prima che le voglio bene Non so cosa sia ma oggi mi sento un po' più dolce. Finite le lezioni sono contenta e soddisfatta dei miei risultati. Ho preso un 10 in letteratura e un 9 in storia. Entrambe interrogazioni orali e inoltre ho consegnato un compito di matematica che penso mi abbia fatto incassare un 8 e mezzo. Aspetto Emily davanti la sua scuola e questi dieci minuti che mi salvano ogni volta sembrano non passare mai. Voglio regalarle un po' di normalità com'è giusto che sia. Appena esce va verso una macchina sorridendo è Antonio Guardo la scena da fuori, letteralmente. e d'improvviso è come se mi fosse caduto il mondo addosso. Lei nella sua normalità ha Antonio, nella sua routine c'è lui Ho perso una sorellina in un anno e fa male, fa tanto male. Vado a casa e penso di aver fatto la cosa giusta solo che appena parcheggio il motorino dietro casa vedo qualcuno dentro. Entro in silenzio e vedo mio padre lascio la porta aperta e mi soffermo a guardarlo. Sembra diverso, non ha la barba e non ha l'aria di una persona arrabbiata, piuttosto sembra triste. Gira lo sguardo su di me e... i brividi. I suoi occhi verdi sono sempre stati dolci quando si posavano su di me. "Alice?" Mi limito a stare in silenzio "Ehi" "Volevo vederti" "Puoi farmi un favore?" "Dimmi" "Torna a casa. Andrai a stare nella mansarda. Berrai di meno e senza fumare. Ti rimetterai in te e... crescerai almeno una figlia" "Mi perdonerai?"

POV MASSIMO

Vado a casa di Alice per darle un contratto e... per dirle che quella serata è stata una delle sere più belle della mia vita. Entro in auto mentre parlo al telefono con mio fratello Andrea. Ho deciso di dargli metà delle percentuali del lavoro, quindi avremmo il 50% l'uno. Ma ancora non sa nulla. "C'è la nostra sorellina a casa mia!" "Va' da lei Andre e non offrire da bere ai bambini" Ci facciamo due risate e stacchiamo la chiamata; poco tempo dopo arrivo davanti casa di Alice e la vedo sulla porta. Scendo dall'auto pensando sia in pericolo ma vedo che sta parlando con qualcuno quindi mi avvicino in maniera più rumorosa. Ah. è suo padre. "Volevo vederti" nessuno dei due si rende conto della mia presenza ma non me ne curo, "Puoi farmi un favore?" "Dimmi" Fa un sospiro ed inizia a parlare, "Torna a casa. Andrai a stare nella mansarda, berrai di meno e senza fumare, ti rimetterai in te e... crescerai almeno una figlia" Quell'uomo schifoso esita prima di dirle "Mi perdonerai?" "Perdonarti? Tu, per me, sei morto e se non farai come ti ho appena detto ti ammazzerò io" Parla in modo glaciale e senza far trasparire nessuna emozione. "Mery sarebbe sicuramente contraria alla tua opinione" "Ma noi come facciamo a saperlo?" "Alice non è colpa mia lo capisci o no?" Si sta per lanciare su di lui ma entro di scatto dentro e la tengo ben ferma. "Lasciami Massimo" Sta volta è arrabbiata però mi ha riconosciuto senza vedermi. La lascio solo dopo averla girata in modo che mi vedesse e solo dopo averle detto "Non ammazzarlo" Si gira di scatto, lo guarda e gli da un pugno... è come se tutto l'odio che riserva nei suoi confronti fosse uscito e glielo stesse tirando dritto in faccia. Si allontana solo dopo averlo visto per terra in una pozza di sangue. Ma ha ancora lo sguardo assente. Guarda suo padre che cerca di sollevarsi e gli tira un calcio sul setto nasale. L'ha steso. La guardo mentre si rende conto della situazione e si gira a guardarmi. "Ti senti meglio ora? Posso chiamarti tigre?" Viene verso di me e mi aspettavo uno schiaffo o un pugno, invece mi ha preso il viso e mi ha guardato negli occhi, "Massimo sei un oscuro desiderio erotico ma sarai il mio capo e mi da fastidio che tu ti intrometta nella mia vita privata, mi da fastidio che tu mi affibbi nomignoli e mi da fastidio pensarti. Non ti voglio vedere al di fuori del lavoro." E non so perché ma il mio cervello ha reperito solo 'mi da fastidio pensarti' 'sei un oscuro desiderio erotico' e a questa distanza che c'è tra le nostre labbra l'idea di baciarle quella bocca impertinente ma veritiera mi sta facendo perdere il controllo. La bacerei ma forse è meglio ev- "Ah ecco perché accetti senza dubbi. Te lo scopi" arriva uno da dietro la porta e lei senza lasciarmi il viso si gira e lo guarda "Qualunque cosa io faccia non deve toccarti. In qualunque caso grazie per esserti preso cura di Emily ma da domani la porterò e prenderò io da scuola. Da domani lo stronzo non uscirà di casa e da domani Emily seguirà le mie di regole." "Sono venuto solo a dirti che mangia a casa mia" "No ti sbagli. Lei mangerà con me. A casa sua." Guardo Antonio e vedo che mi osserva con rabbia mista a timore. Mi intrometto "Finalmente ci conosciamo" gli porgo la mano con educazione, la stessa con cui lui ricambia. "La faccio scendere e vado via" Si stacca da me e supera suo padre, ancora sdraiato a terra, saltandogli sopra e procede verso la cucina. Dopo qualche minuto entra in casa Emily che appena mi vede mi saluta con un bel sorrisone che scompare appena vede Alice. "Perché non mi hai fatto andare da Anto a mangiare?" "Perché c'è Massimo ed è un ospite." "Hai steso tu papà?" "Si" "Potevi chiamarmi" Non so se ridere per la situazione o stare zitto. Non ho fermato Alice perché lei ha dato la vita a suo padre e suo padre sta facendo di tutto per mandarla all'aria. Di nuovo. Guardo Alice e la vedo indaffarata con il cibo. Ci sediamo a tavola io ed Emi, anche se non sapevo ancora di essere stato invitato. però ho deciso di reggerle il gioco. "Come vi è andata la scuola?" "Bene" rispondono all'unisono e questa cosa mi fa sorridere. involontariamente, ovvio. pranziamo parlando con Emily e Alice le accenna le novità e inoltre cerca di introdurre un argomento che Emily non condivide: Antonio. Dopo aver pranzato Emily sale sopra a preparare la borsa per andare da una sua compagna a studiare, Al invece continua a mangiare. "Ero passato Per il contratto, grazie per il pranzo" "Potevi chiamare" "Sono il tuo capo faccio come mi pare" mi fulmina con lo sguardo e sorride mordendosi il labbro "Mi piace il tuo sorriso" "Non dovrebbe interessarti il mio sorriso" "Se non fosse cosi bello non mi interesserebbe" E non so perché, ma la immagino a letto.dominerebbe o si farebbe dominare? La guardo e vedo un fuoco strano nei suoi occhi. Ma veniamo interrotti da suo padre che si alza da terra. "Pulisci il tuo sangue vai in bagno, lavati e sali in mansarda. Inizia a farti il letto. Ho fatto la spesa. Puoi andare a sistemare il cibo sopra. Sparisci" Esce una pistola e gliela punta contro "Mi servono soldi" Sto fermo e sto per prendere la mia pistola ma lei sorridendo esce la sua dalla gamba. "Vai e guadagnateli" "Tu e Mery non siete uguali. Lei mi manteneva. Chiamala. La voglio vedere qua. Ora. e dille di venire nuda magari se glielo dici tu lo fa. Sei una bambinetta Alice ma Mery ti ama" dopo aver detto questa cosa scoppia in una fragorosa risata ed io abbasso la testa a terra. Alice sente il rumore dei passi di Emily e nasconde la sua pistola, io tiro una gomitata sul naso del bastardo e gli prendo la pistola dalle mani. "Buongiorno papà" "Che cazzo vuoi ?" Alice si avvicina allo stronzo e lo tiene "Fagli vedere che brava che sono come insegnante" Emily sorride e si avvicina a lui, lo guarda negli occhi con freddezza e gli da una carezza "Mi ha insegnato a dare pugni, a spaccare teste e ad essere indifferenti davanti alla cosa che mi fa più male. Mi ha insegnato ad essere sincera ed io sinceramente devo dirti che spero tu muoia presto."

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