Prefazione

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- Forse starò solo tutta la vita per davvero...-
Quelle parole rieccheggiavano periodicamente nella testa del ragazzo. Si ripetevano e rimbombavano nella sua mente e nel suo spirito così come le vibrazioni del finestrino dell'autobus sul quale sedeva comodamente mentre il suo sguardo osservava il nulla, nonostante quel nulla fosse il cancello metallico della Caserma di Varignano. Gli sembrava strano lasciare quel posto dopo così tanto tempo, ma in fondo non così tanto. Forse gli sembrava di più a causa delle innumerevoli ore di veglia extra a scavare buche o a sollevare tronchi di legno in riva al mare, o forse per i pasti che non arrivavano mai, a volte per giorni. O forse solo a causa di quel basco verde posatogli sulla testa dallo stesso capo istruttore che lo aveva accolto con insulti e inviti ad andarsene fin dal primo giorno un anno prima.
Il ragazzo si riprese e si voltò di scatto a guardare quelle mura un'ultima volta, ma troppo tardi, ormai era solo un ricordo, bello o brutto che fosse. Si sedette di nuovo composto e osservò per qualche secondo quell'uniforme verde scura che avvolgeva le sue gambe, i suoi polsi, le sue braccia. Quell'uniforme apparteneva a lui, ma anche lui apparteneva a quell'uniforme? Perchè tutto questo? E come aveva fatto ad arrivare al brevetto da Incursore se non sapeva perchè era li?
Il motore a Diesel del bus ruggiva e strattonava i suoi silenziosi e pensierosi passeggeri. Qualcuno pensava ad andare a casa e rendere orgogliosa la propria famiglia, qualcuno pensava a proseguire la carriera in Marina, qualcun'altro si lasciava trasportare dai dolci suoni emessi da un paio di cuffiette. L'unico che rimaneva a pensare alla solitudine come una maledizione impossibile da spezzare era Fede, il quale non aveva una famiglia da rendere orgogliosa, ne tantomeno la spinta emotiva di proseguire la sua carriera al servizio dell'arma, ma che fare altrimenti? Dopotutto era quello che sapeva fare ed era quello il suo mestiere.

Gli anfibi nero scuro picchiarono sulla piazzola in cemento della stazione di La Spezia Centrale. Era una tranquilla e limpida giornata di metà Settembre, l'aria fresca e secca riempiva le narici di Fede suscitando in lui belle aspettative e pensieri positivi. Quante storie da raccontare e quanti segreti da condividere un giorno con una donna amata nell'intimità di un umile abitazione. Tutto ciò lo fece sorridere, ma passò solo qualche secondo prima che la sporca e dura realtà prendesse di nuovo il sopravvento su di lui. Il borsone militare e lo zaino Alpino sarebbero stati i suoi unici compagni di viaggio in quella lunga e noiosa tratta ferroviaria che lo avrebbe riportato nella sua calda e accogliente Romagna.
- Fede, aspetta!-
Giusto il tempo di voltarsi e si trovó addosso i suoi 3 compagni di corso pronti a esprimergli affetto in maniera energica come al solito.
- brutti bastardi, pensavo mi voleste fuori dalle palle il prima possibile...-
- certo, ma anche il peggior Incursore del mondo si merita un saluto fatto bene!-
- sarà...comunque ragazzi statemi bene, e stata una bella avventura che ricorderò per tutt...-
- smettila di fare il poeta del cazzo, vai a casa e non ti dimenticare di noi come hai fatto con le bombole di ossigeno un sacco di volte.-
- ci puoi contare fra, spero di rivedervi-
- lo speriamo anche noi, nel frattempo non fare troppi casini-
- ricevuto! Ciao ragazzi.-
Poche ma significative furono le parole scambiate tra i ragazzi prima che Fede si incamminasse verso il binario 2 ad aspettare il treno 19365 delle 15.15.
Già immaginava l'atmosfera che ci sarebbe stata una volta sceso a Bologna Centrale: l'aria umida e pesante, centinaia di studenti che correvano a destra e a manca per non perdere una lezione o un treno Regionale, file di auto continuamente attraversate dagli scooter...
Bologna non gli piaceva come posto, a dire la verità gli era sempre stata sul cazzo, ma in quel momento di insicurezza e smarrimento nei confronti della vita era quella cosa che suscitava in lui una sensazione di familiarità e di abitudine.
Erano le 18.30 quando Fede scese dall'ultima carrozza di quello sporco e affollatissimo treno, nel quale però nessuno gli si era avvicinato durante il viaggio. Si sentiva stanco, ma sapeva bene di non esserlo veramente, era solo una sua impressione, o almeno così gli era stato insegnato fino a pochi giorni prima. Tutto era esattamente come se lo aspettava eccetto il fattore pioggia che non aveva minimamente considerato, il quale tralaltro gli diede non poche rogne nel tragitto verso casa, la quale lo accolse a sua volta con una temperatura bassa e un simpatico strato di polvere sparso un po' ovunque, ma nulla di tutto ció lo demoralizzò, poichè in ogni caso ad attenderlo c'era una doccia calda e una lunga e pacifica dormita senza allarmi notturni, senza i vestiti fradici e senza sveglia. Finalmente avrebbe potuto passare una notte in pace e in solitudine, anche se un po' di compagnia amorosa non gli sarebbe per nulla dispiaciuta in ogni caso.

Fu un sonno tranquillo e lungo quello che lo riportò alla vita di un normalissimo e sfigato civile. La branda era di nuovo un letto, il bagno era solo suo, lo spaccio era sempre aperto e correre era una sua decisione. Uscì dal suo appartamento intorno alle 08.30 con una buona quantità di soldi in tasca per fare la prima spesa, quella che gli avrebbe riempito gli scaffali della cucina e il frigorifero con qualsiasi tipo di alimento per coprire tutti i pasti. Era strano camminare in città vestito con un paio di jeans e una felpa nera addosso. Poteva accelerare e rallentare il passo a suo piacimento, poteva fermarsi, cambiare strada, tenere le mani in tasca...
Tutto era nuovamente nuovo per lui.
Il supermercato più vicino gli permise di procurarsi facilmente tutto quello che aveva segnato sulla lista per poi inserirlo in 4 grandi sporte che secondo la sua stima, si sarebbero rotte in pochi minuti, anche se alla fine lo sorpresero per la quantità di sollecitazioni e la durata del tragitto che riuscirono a sostenere. Aperta la porta di casa si trovò di fronte alla stessa scena a cui aveva assistito il giorno prima: polvere ovunque, freddo e lo zaino e il borsone ancora da disfare. L'idea di pulire tutto e sistemare le sue cose aveva un brutto sapore, ma un telegiornale in sottofondo che lo aggiornasse sugli eventi catastrofici degli ultimi tempi riusciva ad addolcire un po' quell'idea. Con 4 passi raggiunse il televisore, lo accese e lo sintonizzò su Rai 1 per vedere se magari davano qualche notizia. Fu sorpreso di trovare un film con John Wayne al posto del telegiornale a quell'ora del mattino. Faticando a ricordarsi come fare, Fede risintonizzò la televisione su Rai News 24, almeno li era sicuro di trovare qualcosa di interessante. Appena gli autoparlanti del dispositivo iniziarono a sputare notizie su notizie il ragazzo iniziò ad attrezzarsi per pulire i mobili, quando ad un certo punto fu nuovamente interrotto da una frase: - ...oggi è ufficialmente crollato il governo, bande criminali creano scompiglio e chaos, spesso sopraffacendo anche le forze dell'ordine...-

Il Soldato senza DivisaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora