Un pomeriggio indimenticabile

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Un dolce e fresco vento soffiava da valle scompigliando i capelli castani sulla pesante testa di Fede. Le razioni alpine composte da patate, salsiccia e formaggio avevano ben soddisfatto l'immenso appetito di entrambi, lasciandoli, oltre che nuovamente energici, appagati e di buon umore nonostante tutto. L'ex incursore socchiudeva a tratti gli occhi per il sole che sbucava di tanto in tanto dalle nuvole appena formatesi nel surreale ma non insolito cielo azzurro. Alzò lo sguardo e osservó quell'insieme di ammassi di vapore bianchi dei quali sapeva decifrarne le fattezze: cumuli di bassa quota che al massimo facevano ombra, e cirri ad alta quota che indicavano che l'atmosfera stava cambiando.
- Forse pioverà stasera.-
Esclamò subito dopo.
- Ah si?-
- Ne sono abbastanza sicuro...-
- beh abbiamo la macchina, cazzo ce ne frega?-
- Si si, era per dire che domani il terreno farà cagare.-
- Anche questo è vero...-
I due compagni camminavano a passo moderatamente veloce lungo la strada in discesa che portava al parcheggio della macchina lasciata circa un'ora e mezza prima, fino a quando non fu possibile sentire dei suoni insoliti per un'ambiente campagnolo e tranquillo.

Parevano grida, quelle di una donna di mezza età presa dal panico o forse solo spaventata, seguite da diverse botte molto rumorose come quelle di qualcuno che tira i calci ad un portone di legno non abbastanza resistente.
Non ci fu bisogno neanche di guardarsi che Ray e Fede trasformarono il loro passo moderatamente spedito in una corsa veloce decisamente non moderata che li portò a raggiungere il parcheggio in quindici secondi al massimo. Arrivati in fondo si guardarono attorno e l'unica cosa insolita che videro erano due uomini incappucciati e coi volti coperti attorno alla macchina. Uno dei due era alto e magro con un piede di porco in mano, mentre l'altro era di media statura e equipaggiato con un borsone blu scuro quasi completamente vuoto. Molto probabilmente erano banditi, ma tra le mille cose che l'occhio lungo e acuto di Fede vedeva non c'era ne un portone di legno, ne tantomeno una donna di mezza età, dunque dovevano essere in tanti e ben organizzati. I due individui guardarono i ragazzi con sfida e aria di superiorità, senza però sapere che uno dei due era il proprietario del veicolo, e quindi invitandoli ad andarsene con dei cenni del capo. Fede si limitò a lasciar cadere lo zaino e ad estrarre la Glock per poi puntarla dritta verso la testa dello spilungone, il quale, colto alla totale sprovvista, rimase qualche secondo immobile a fissare la parte terminale della canna per poi gettare a terra il piede di porco e alzare le mani. Prima ancora che i due potessero dire qualcosa, Fede si limitò a replicare il cenno col capo dei due stronzetti. Non aveva voglia di sparare e soprattutto non aveva voglia di uccidere nessuno, quindi lasciarli scappare era la cosa migliore da fare dal suo punto di vista.
Mentre Ray si avvicinava all'auto per equipaggiarsi a sua volta date le circostanze, i due tizi arretravano lentamente per lasciargli spazio, ma Fede aveva già capito che non volevano scappare, altrimenti si sarebbero messi a correre subito. No, quelli volevano rubare la loro attrezzatura ad ogni costo, perfino una palla in fronte.
- Allora quanto cazzo ci vuole per aprire una macchina?-
Dal bivio adiacente al parcheggio sbucò un terzo bandito piccolo di statura, tarchiato e senza cappuccio, ma solo con uno scaldacollo usato a mo' di passamontagna sovrastato da una chioma di capelli ricci e mori. Questo, appena svoltato l'angolo che lo separava visivamente dalla scena in stallo attorno alla Giulia, si fermò e si ammutolì per pochi istanti dopo i quali fece uno scatto lanciando il lembo destro della giacca dietro di se e cercando di afferrare alla svelta una Beretta 92 cromata occultata malamente tra la cintura in cuoio e la pancia leggermente strabordante. Purtroppo per lui, non appena il suo palmo si serrò sull'impugnatura dell'arma, un 9×19 era già fuoriuscito dalla pistola di Fede per conficcarsi nel suo torace successivamente raggiunto anche da un secondo colpo meglio assestato che colpì precisamente sullo sterno spezzandolo. Lo spilungone approfittò della distrazione per correre addosso a Fede e strappargli dalle mani la Glock fallendo miseramente per colpa della sua prevedibilità, quindi l'ex incursore si limitò a ingabbiare l'arma tra i gomiti e usare il braccio sinistro per puntellarsi sul petto del nemico esplodendo due colpi su di esso. Il bandito cadde a terra tenendosi l'addome perforato, quindi Fede si portò sopra di lui e piantò l'ennesimo colpo nel suo cranio, il quale rimbalzò orrendamente sulla ghiaia a causa del contraccolpo lasciando poi uscire un flusso lento e costante di sangue rosso scuro che formò una pozza.
Alzò lo sguardo per controllare i dintorni mentre Ray teneva bloccato il terzo a terra. Quest'ultimo era dolorante e gridava, e il perché risultava evidente grazie al gomito destro portato ampiamente in iperestensione. Mentre Fede scannerizzava l'area circostante avviandosi verso la strada, Ray fece tacere il Bandito dolorante con un pugno sulla mandibola dislocandogliela e quindi facendolo svenire.

Il Soldato senza DivisaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora