Amici di vecchia data

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Un vento freddo che pareva gelido soffiava nelle deserte vie della città di Forlì quel pomeriggio. Il silenzio era a tratti interrotto da schiamazzi in lontananza, una finestra che sbatteva, una grondaia che fischiava. Tutto era ritmicamente separato dai passi pesanti e nervosi di Ray.
- figli di puttana!- si ripeteva il giovane in continuazione. Non sapeva bene a chi di preciso fosse rivolto quell'insulto: politici, banditi, poliziotti, amici che lo avevano abbandonato...
L'unica cosa a lui certa era che doveva tornare a casa più in fretta che poteva e togliersi dalla strada piena di pericoli. Ray girava gli angoli con cautela, osservando ogni movimento e ogni ombra sospetta, ascoltando attentamente ogni suono, anche quelli più innocui, fino a che non si ritrovò di fronte al cancello di casa sua. Una volta entrato chiuse la porta principale dietro di se e riprese fiato. I pensieri iniziarono a ronzare nella sua testa calda:
- come siamo arrivati a questo? Era un paese tranquillo il nostro, la gente non aveva mai le palle di alzare un dito prima di questo crollo del governo. Per dio cos'è successo a tutti quanti?-
Un sospiro di sconsolazione accompagnò fuori dalla sua testa tutti quei pensieri in ogni caso inutili e controproducenti, poichè adesso il suo obbiettivo era organizzarsi con i beni di prima necessitá. Ray non era un ragazzo che si lasciava sedurre dalle lusinghe delle comodità o dalle invitanti abitudini dei ragazzi di vent'anni come lui. Lui era un ragazzo di campagna cresciuto nei prati freschi cosparsi di brina mattutina e all'ombra degli alberi sulle fertili colline Forlivesi, dunque per lui non esistevano dei beni di seconda necessità, tantomeno di terza necessità. Fede al contrario era uno da comodità, lui adorava stare al caldo e fare lunghe dormite...
Una marea di bei ricordi in compagnia del suo vecchio e fedele amico riaffioravano nella mente di Ray mentre le sue mani impacchettavano freneticamente l'equipaggiamento di sopravvivenza nello zaino tattico.
Il ragazzo non era spaventato dalla situazione, poichè il suo era più un sentimento di rabbia e di malinconia al tempo stesso. La lista virtuale di oggetti e utensili che gli occorrevano per sopravvivere in mezzo al nulla nel caso in cui fosse dovuto fuggire dalla città era quasi completa, ciò era evidente anche dalla capienza ormai esaurita di quello zaino che quasi faticava a chiudersi. L'unico oggetto mancante era chiuso in uno scomparto del suo armadio, e sarebbe stato la differenza tra la vita e la morte. Aprì quello scomparto e afferrò saldamente un Arco lungo da cinquanta libbre accompagnato da una decina di frecce in fibra di carbonio con punta in acciaio inossidabile accuratamente confezionate in una faretra in pelle marrone scura.
- questo mi tornerà utile-
esclamò con un'espressione maligna sul volto.

Passarono i minuti, le ore, ma ancora nulla. Dov'erano finiti i banditi? Dov'era finito il chaos di cui era stato testimone precedentemente? La risposta a quella sua logica domanda si presentò facendo vibrare i vetri delle finestre di casa sua.
Ray si affacciò alla finestra che dava sulla strada principale, e vide una fila di camionette dell'Esercito che si muovevano verso il centro città. Il ragazzo tirò un sospiro di sollievo e si lasciò cadere a peso morto sul divano per poi girare lo sguardo verso lo zaino tattico pronto per partire.
- A quanto pare oggi no amico mio...-
Non sapeva perchè parlasse col suo zaino, forse per la solitudine o forse per l'euforia del momento che non sembrava essersi impadronita anche del corpo ma solo della mente. In ogni caso si sentiva sollevato, e anche volendo andare in giro a controllare che tutto fosse sistemato per davvero, sapeva bene che era meglio stare in casa e non farsi vedere dai militari.

I militari, che ricordi...
Da quando era piccolo desiderava seguire le orme del padre e diventare un Parà come lui: forte, energico, reattivo e sempre attento, ma anche saggio e riflessivo. Era proprio suo padre quell'uomo che così tanto ammirava, perchè tutte le sue caratteristiche erano replicate dal figlio con una precisione millimetrica ad eccezion fatta per la pazienza. Ebbene si, Ray era impulsivo nonostante i molteplici insegnamenti di sua madre riguardo all'importanza di riflettere prima di agire. Questa era la sua condanna da sempre: ragazze svanite nel nulla a causa della sua immediata sincerità, professori sconcertati dai suoi discorsi offensivi faccia a faccia, e anche ufficiali scocciati dalla sua periodica messa in discussione degli ordini che riteneva insensati. Nei Parà ci era arrivato, ed era arrivato anche a gridare "Folgore" il giorno della cerimonia di imbascamento delle reclute, ma poco più...
Che dire, un altro eccellente giovane soldato abbandonato a se stesso dalla forza armata per quel suo piccolo difettuccio del cazzo. Del resto nelle forze armate andava di moda sostituire i soldati capaci con reclute impreparate e poco motivate. Per fortuna le truppe poco motivate indossavano una divisa che incuteva ugualmente un certo timore agli occhi dei banditi di quei tempi, spesso presi però da una eccessiva carica aggressiva che permetteva di tanto in tanto di sentire qualche colpo esploso dagli ARX160 delle pattuglie cittadine. Nelle ultime settimane però, dopo il crollo del governo, i colpi sparati erano sempre di più, e i morti in tutto il paese cominciavano a comporre un orrido numero a tre cifre.

- Ah e che cazzo!-
Ray scossò la testa come se volesse scacciare via tutti quei pensieri troppo rumorosi per lui. Si alzò dal divano con uno scatto nervoso e si affrettò a prendere un bicchiere per poi riempirlo parzialmente con della Tequila. Non si ricordava dove l'avesse rimediata o di che marca fosse, in ogni caso faceva schifo, a tratti non gli pareva nemmeno Tequila. Poco importava, soprattutto perchè non aveva altro a disposizione una volta esclusa l'acqua del rubinetto e una bibita gasata all'arancia nel frigorifero.
- Ma porca puttana!-
L'imprecazione ad alta voce fu seguita da un lungo sorso di quel disgustoso liquido alcolico, il quale necessitò di alcuni istanti prima di essere deglutito. Il ragazzo continuò inevitabilmente a macchinare col cervello ad alta voce:
- Vuoi che non capiti mai che sparino a degli innocenti quei militari teste di cazzo? A quel punto...cristo che casino che salterebbe fuori. Un popolo senza guida, che non si fida degli enti statali, che viene sterminato dalle persone pagate e organizzate per difenderlo...-
La macabra e preoccupante immagine che si materializzò nella mente di Ray lo spinse a guardare nuovamente il suo zaino con gli occhi di chi ha appena capito molte più cose di quante ne volesse davvero capire. Senza smettere di fissare quell'involucro in fibra di Nylon 500 denari, il ragazzo afferrò il cellulare appoggiato sul tavolino, digitò con decisione sullo schermo e se lo portò all'orecchio.
- Pronto?-
- Fede, scusa se ti disturbo ma è urgente-
- Dimmi tutto fra-
- Qua stanno sparando sempre di più, e non ho potuto fare a meno di pensare a una cosa...-

Il Soldato senza DivisaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora