LII

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Lo stesso giorno persi Ragnar e suo figlio. Non ci credevo, non lo accettai, ma quando realizzai, caddi in una spirale cacofonica di pensieri che cominciarono a riempirmi il cervello e riservare per loro il mio sangue come una massa tumorale. Non piangevo, non parlavo, non avevo alcun bisogno corporale da soddisfare: semplicemente rimanevo lì, spiaggiata sul letto a pancia in giù e guardavo dritto davanti a me, senza sbattere le ciglia. Non ero sicura di star nemmeno respirando, ma recepivo gli stimoli esterni. Sentivo le parole e le carezze di mia madre, le preghiere di Apollo, i racconti di Zeus, i pianti di Thor...percepivo il caldo e il freddo, ma nient'altro: alcun dolore, alcun sentimento.

Non mi fu preciso il tempo che trascorsi in quella posizione, ma ad un certo punto dovetti cedere  e chiudere gli occhi, quindi subito piombai nel sonno. In sogno mi apparve Ragnar, in braccio teneva una bambina con i capelli rossi e gli occhi scuri. Mi avvicinai a loro e allungai una mano verso il viso di Ragnar.

-Aura...

Mi abbracciò e mi passò la bambina che poteva avere al massimo due anni.

-È nostra figlia?

Lui annuì. La guardai e le sorrisi, poi le lasciai un bacio sulla fronte.

-Sono morta? Finalmente posso stare con voi?

-Non sei morta, Aura, e non lo sarai per molto tempo. Sai, il Valhalla è meraviglioso...ho rincontrato mio padre, e ti saluta; ho visto Frigga e mi dice di dirti che ti ama e che ama i suoi figli. Non devi disperarti amore mio, so quanto dolore provi, ma io sto bene, noi stiamo bene...

Sorrise e intravidi un po' di vita nei suoi occhi. La bambina mi abbracciò il collo e sentii una lacrima silenziosa scendermi da un occhio.

-Le hai dato un nome, Ragnar?

-Freya, se non ti dispiace. So quanto sei arrabbiata con tua madre e tuo padre, ma non devi. Chi si oppone, ha poteri immensamente più grandi.

-E allora dovrei farla finita e raggiungervi.

Accarezzai la schiena della bambina.

-No, Aura. L'amore delle persone che tengono a te è molto più forte dell'odio e dell'invidia altrui. Ne vale la pena? Uccidersi perché qualcuno è geloso della tua bellezza e dei tuoi poteri? Rifletti, prenditi del tempo...ama e lasciati amare, e quando avrai bisogno di me, io lo saprò e verrò a parlarti.

-Perché non puoi scendere su Asgard?

Scosse il capo.

-Tua madre può perché è una dea ed ha deciso di vivere nel Valhalla.

-Io posso raggiungerti pur rimanendo viva?

Esitò.

-Puoi, ma devi andare avanti con la tua vita terrena: non hai portato a termine la tua missione.

-Qual è la mia missione?

-È una cosa che non posso rivelarti, Aura.

Mi sentii in dovere di restituirgli la bambina, poi lo baciai leggermente sulle labbra.

-Io devo andare adesso, sta per cominciare la gara di tiro a segno con le asce rotanti.

Sorrisi e mi accarezzò il capo.

-Voglio che tu mi saluti Thor, io apparirò in sogno ai miei figli, porterò pace nei loro cuori e vedranno la loro sorellina.

Soppesò la bambina, la quale abbracciò il padre ridendo. Lo baciai di nuovo, accarezzai la nuca della piccola Freya ed entrambi sparirono quando riaprii gli occhi. Thor era seduto sul pavimento con il capo chino, poi si accorse che ero sveglia e mi guardò preoccupato.

La Regina degli déiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora