LXXIII

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Quando il mattino dopo mi svegliai, Loki se n'era già andato come accadeva sempre. Mi feci un bagno, uscii dalla camera e incontrai Kristian che si ergeva nell'armatura impugnando l'arma.

-Buongiorno...hai avuto altri incubi questa notte?

Sembrava a disagio. Scossi la testa e sorrisi.

-Dopo aver parlato con te, mi sono addormentata subito.

Dissi questo per fargli intendere di non aver sentito le sue dolci parole. Abbassò gli occhi apparendo dispiaciuto, poi si portò una mano sopra la bocca e nascose uno sbadiglio.

-Non viene Kristoffer a darti il cambio?

-Non lo so, abbiamo litigato...quando succede, si comporta peggio di un bambino.

-Vuoi parlarmene?

-Sono solo cose tra fratelli.

Capii che non voleva aprirsi con me. Nascose di nuovo uno sbadiglio e si strofinò le dita sugli occhi.

-Non ti ho mai visto in questo stato.

-Solitamente sonnecchio quando sono di guardia, ma questa notte non ci sono riuscito.

Lo presi per mano e mi stupii della sua ruvidezza. Aprii la porta della mia camera e lo feci entrare: volevo che si riposasse e che io potessi dare prova a me stessa di essere effettivamente cambiata.

-Non penso questo sia consono...

Mormorò.

-Come tu proteggi me ogni giorno, per una volta voglio occuparmi io di te.

Gli tolsi l'elmo e armatura, mi chinai e sganciai i gambali, presi la sua arma e la accostai al muro. Si massaggiò le spalle e il retro del collo. Lo portai a letto e lo feci stendere a pancia in giù, mi sedei sulla parte bassa della sua schiena e arrotolai la sua maglia fin sopra le sue spalle. Svelò una schiena larga, muscolosa e solcata da numerose ferite.

-Forse sarai rimasta impressionata...

Disse a bassa voce.

-No, non sono colpita da quello che vedo: Ragnar era pieno di cicatrici ovunque. Posso curare le tue ferite?

-Sarebbe bello...

Sfiorai i solchi rossi e questi si ripararono.

-Come nuovo. Il collo e le spalle ti danno fastidio?

-Gli armamenti sono pesanti.

Gli sfilai la maglia e cominciai a massaggiare la sua schiena. Ogni tanto prendeva profondi respiri e muoveva le scapole.

-I tuoi muscoli sono rigidi e duri, dovresti fare un po' di riscaldamento prima di allenarti o indossare l'armatura. Déi, la parte destra del tuo corpo sembra paralizzata.

Continuai a lavorare finché non vidi un miglioramento.

-Hai le mani piccole, ma forti.

Commentò mentre premevo con i pollici ai lati della sua spina dorsale. Salii con le mani fino la schiena e mi resi conto che mancava qualcosa. Scesi da lui.

-Aspettami qui e non ti muovere.

Andai in bagno e tornai con una boccetta di olio profumato alla vaniglia, ne versai un po' sulle mani e lo stesi sulla schiena di Kristian.

-Mmmmh...

Gemette con discrezione, salii di nuovo e ricominciai: sta volta parve che gli piacque molto di più. Quando finii, scavalcai e lui si girò a pancia in su. Mi caddero gli occhi sui suoi addominali ben pronunciati. Mi strinsi nelle spalle e afferrai la mia gonna.

La Regina degli déiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora