"Merda, suona la campanella, augurami buona fortuna, Ashton."
Dissi stringendo le mani in due pugni, le mie nocche erano bianche."In bocca al lupo.."
"Alessandra." Dissi facendogli l'occhiolino e correndo all'interno dell'edificio scolastico.Arrivai nella classe correndo, ero affannata. Avevo paura di arrivare in ritardo alla mia prima lezione in australia. E infatti fu cosí.
Interruppi la prof di Lettere che faceva l'appello, fortunatamente ancora era alla "A".
Piombai in classe con una delicatezza mostruosa, più o meno pari a quella di un elefante ballerino.
"Buongiorno, signorina Cerroni, arriva di buon ora." Mi sentii osservata, tutti i membri della classe mi guardavano e mi studiavano da capo a fine. Alcuni invece si soffermarono sul petto.
"Prendi posto e segui la lezione." Istruí la professoressa. L'unico posto libero era vicino ad un ragazzo, con i capelli colorati.
Giá mi dava l'aria che fosse un tipo simpatico.L'unica pecca è che dietro c'era quello stronzetto di "Luke" o come si chiama.
Perfetto.
"Ciao. Sono Michael." sussurró lui dato che eravamo seduti al primo banco.
"Piacere, Alessandra." Risposi io sorridendogli, notando Emma che mi guardava e rideva unendo due mani che insieme formavano un cuore.
Gli feci un segno negativo con la testa e mi girai a seguire la lezione.
Sentii un dolore lancinante al basso ventre, porca merda, il ciclo.
"Prof. Potrei andare in bagno?" Chiesi alzando la mano. Lei annuí senza smettere di leggere sul libro di Antologia.
Uscii da quella maledetta classe dirigendomi verso il bagno, era vuoto, fortunatamente.
Ma ero abbastanza vicina ancora da udire una voce maschile venire dalla classe.
Vidi una chioma bionda sbucare dalla porta dell'aula masticando una gomma americana, cercava qualcosa. E quel "qualcosa" sicuramente ero io. La sua preda.
Corsi nascondendomi nel bagno e mi chiusi a chiave nel primo che trovai.
"So che sei qui, non ti nascondere, tanto ti trovo lo stesso." Disse il ragazzo.Sentii un rumore violento. Era lui che sfondava tutte le porte aprendole con un calcio cercandomi.
Indietreggiai in caso avrebbe aperto quella dove ero nascosta io.
Non fiatai finché feci un respiro troppo forte che lui udí.Sfondò la porta con un calcio.
"Eccoti qui, piccola bambina." Disse entrando nel bagno in cui ero segregata e chiudendo la porta a chiave."C..cosa vuoi da me.." Domandai impaurita mentre lui viaggiava con le mani sul mio corpo.
"Voglio vederti soffrire." Disse stringendomi la pelle in un pizzico. Sussultai alzando la testa.
"Beh, di sicuro cosí non risolverai nu-"
"Zitta." Mi diede una pizza in faccia."Decido io qui, chiaro?"
"Chiarissimo." Risposi prendendolo in giro."Hai molto coraggio a sfidare uno come me, ragazzina." Sussurró lui dandomi un pugno in pancia.
"Io non ho paura di te. Non mi vedrai mai soffrire con questi metodi. Io soffro per ben altro."
Risposi scostando la testa dalla sua, che però lui riprese ritrascinandola davanti a se.
"E cosa sarebbe questo"ben altro"?" Disse accennando un sorriso malizioso. Posò la mano sul mio seno e lo strinse provocandomi dolore.
"Aah, ecco cosa intendevi con "ben altro"". Lo strinse piú forte facendomi urlare. Mi mise l'altra mano davanti la bocca. Qualcuno poteva sentirci.
"Alla prossima ora ti voglio qui, esattamente tra..." Guardó l'orologio al suo polso. "42 minuti, hai capito?"
Scivolai via da sotto il suo corpo correndo via. Ma fece in tempo a prendermi violentemente per il braccio.
"Hai capito?!" Disse con tono piú aggressivo. Annuii dirigendomi verso la classe.
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Mad. ||Luke Hemmings
FanfictionMugugnai dal dolore. "Non provocarmi mai piú, ragazzina." Disse lui voltandosi e andando via. Non riuscii a sputare alcuna parola, ma riuscii a farlo con il sangue che fuoriusciva velocemente dalla mia bocca.