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Che fottuto primo giorno di scuola! Gente che mi mena e mi molesta, prof hippie, ciclo, ragazzi dai capelli colorati, tipi con le bandane in testa.

Mah.

Sbattevo la suola delle mie Vans bordeaux sul marciapiede umido. Sguardo basso, mente piena di pensieri.

Dovevo dirlo ai miei? O tenerlo per me? Potevo fidarmi di Emma? Chi era davvero Luke Hemmings?

Troppe domande per la testa.

Appena avrei messo piede in casa me ne avrebbero fatte altre. Prima di entrare feci un grande respiro, poi entrai.

"Ciao tesoro! Com'è andato il primo giorno di scuola?" Chiese mia madre togliendosi gli occhiali da lettura.

E ora cosa dico.

"Ehm.. Benissimo! Non poteva andare meglio di così!" Si, ovvio.

"Hai fatto amicizia?" Mi chiese poi.

"Si, qui a Sydney tutti ragazzi e ragazze gentilissimi e molto carini nei miei confronti!"

Certo, con un molestatore alle calcagna, gente che vedeva una ragazza che sanguinava dalla bocca e non la aiutava.

Mio padre non mi salutó neanche, lui era sempre ubriaco perso.

Lui annuì e io mi diressi verso la mia stanza. Ancora era piena di scatoloni carichi di roba mia.

Allora iniziai a montare lo stereo e, prima di continuare inserii il CD dei Green Day, la mia band preferita.

"Don't wanna be an American Idiot.." Partì la canzone. La piú bella in assoluto.

Iniziai a disfare gli scatoloni e ad appendere tutti i poster sul muro.

[..]

"Cosí mi piace!" Conclusi. Mi allontanai camminando all'indietro verso la porta per avere una visuale migliore.

Sbattei contro un corpo caldo.

"Mamma, ma cosa fa-" Mi girai e vidi la figura del biondo a circa 5 centimetri di distanza.

"Che cazzo ci fai tu qui? Vattene." Dissi acida allontanandomi da lui. Ma mi avvolse a se con una mano che appoggiò sul mio fondoschiena.

"Ricordi? Il patto cara Alessandra." Mi si avvicinó ancora di piú leccandomi il collo e soffiabdoci sopra. Mi vennero i brividi.

"Senti, ora te ne vai o ti stacco le palle ok?!" Dissi dandogli un bellissimo pugno con le mie manine delicate dritto dritto nel suo pancino.

Lui si piegò in due sussurrando qualcosa che assomigliava molto a "ma che cazzo fai". Faccio quello che mi pare,io.

"Ragazzina, stai al patto." Disse buttando il mio corpo contro il letto della mia stanza.

"Altrimenti?" Lo provocai.

"Se ci tieni a saperlo seguimi." Disse alzandosi dal mio corpicino fragile.

Scendemmo le scale e io avvisai mia madre che sarei tornata dopo cena, cosí mi aveva detto Luke.

Mi comdusse verso la sua macchina e partimmo per dio solo sa dove.

"Dove stiamo andando?" Dissi rivolgendo lo sguardo al biondo.

"Pazienza, bambolina." Sorrise.
Odiavo quei stupidi soprannomi, soprattutto "bambolina", ma preferii stare zitta.

Non proferii parola per quasi tutto il tragitto, lui fece altrettanto.

"Siamo arrivati." Mi disse svoltando a destra.

"Wow.." Chiesi io incuriosita.

"É di un mio amico, si chiama Calum."

"E questo cosa c'entra con l' 'Altrimenti'?"

"Lo scoprirai presto." Fece un sorriso e mi prese per un braccio, trascinandomi all'interno di quella villa extra lusso.

Mad. ||Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora