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Mi sono appena svegliata, avevo le gambe che tremavano ancora un pochino e facevo un po' fatica a camminare, e il bello e che dovevo andare a lavoro. Mi preparai con leggera fatica, ma ce l'ho fatta, scendo e salgo in macchina la provi ad accendere, ma non partiva. Chiamai in ufficio per avvertire e mi rispose Christian, gli dissi che non mi partiva la macchina e lui rispose che mi veniva a prendere. È arrivato, sono salita in macchina e siamo partiti. <<Vedo che ieri ti ho fatto effetto>> disse con un ghigno sul volto. <<Chi ti dice che sei stato tu, magari ho dovuto finire il lavoro da sola>> gli risposi. <<Si certo, urlavi il mio nome peggio di una cantante lirica>> disse leggermente seccato. <<Magari era solo finzione, sai fingere può spronare a fare di meglio>> gli risposi. Lui  non commentò, appena arrivati scese dall'auto, e scesi pure io, lui non mi rivolse la minima parola, credo di aver toccato il suo punto debole, perché lui è uno che vuole dominare e che non vuole essere contradetto, ma lui sta giocando con una che le palle ce le ha, e che non si inginocchia per tirarle fuori a un'uomo. Quindi caro Christian stai giocando con una stronza che non la da vinta  a nessuno. Vado nella mia solita postazione, e vedo Massimo avvicinarsi. <<Tieni, questo è per te, tanti auguri rossa>> disse porgendomi una scatolina. Erano delle chiavi di un'auto, non ci potevo credere. <<Oddio, non dovevi, come posso sdebitarmi?>> dissi felicissima. <<Stasera c'è una festa, e sarei felice di portarti con me>> disse lui. <<Certamente, a che ora?>> gli chiesi. <<Ti vengo a prendere stasera per le otto, già ti immagino, uh quanto mi fai impazzire>> disse per poi riandare nel suo ufficio. Poco dopo si presenta Christian. <<Staera ci sarebbe un ballo, ti andrebbe di venire con me?>> chiese lui. <<No mi dispiace, ho già degli impegni>>gli risposi. Se ne andò, era arrabbiato, ma non disse niente. Finito di lavorare prendo la macchina che mi regalò Massimo e andai a casa per preparami. Come vestito ne ho scelto uno rosso scollato e corto, intimo dello stesso colore in pizzo, e andai a farmi una doccia. Appena finito, mi sono vestita e truccata, e i capelli li ho lasciati sciolti e ho usato la piastra per farmi i boccoli, neanche avevo finito che sento già suonare al campanello. <<Ti dispiace salire? E che non ho finito di sistemarmi>> gli dissi. <<Ma certo>> rispose. Gli apro la porta, e lui entrò. <<Sai siccome oggi è il tuo compleanno devo darti una roba>> disse porgendomi una scatolina. <<Ancora? Ma mi hai già regalato un'auto, non dovevi seriamente>> gli dissi. <<Ma questo farà divertire entrambi>>disse con un ghigno in volto. Vedo che era un oggetto rosso, non era poi così grande, poteva starmi tranquillamente su un palmo della mano. <<Che cos'è?>> gli chiesi leggermente imbarazzata. Lui prese un telecomando e preme il pulsante, e questo inizia a vibrare. <<Quindi è questo che vuoi? Ti va di giocare, bene allora vado a metterlo>> gli dissi prendendolo per la cravatta. Andai in bagno e lo misi, e poi stavo finendo di farmi i boccoli. <<Ecco ho finiii.. oh>> dissi mentre a metà frase aveva fatto partire una vibrazione. <<Vedo che ti piace, dai andiamo che facciamo tardi sennò>> disse lui. Scendiamo e vedi una limousine, non ci potevo credere. <<Così, almeno abbiamo un po' di privacy e possiamo testare meglio il gioco>> disse aprendomi lo sportello. Ci siamo seduti dietro, e lui iniziò a premere il pulsante, ed è lì che iniziò la tortura, o dovrei dire è da li che iniziò il mio piacere. Finalmente siamo arrivati, madonna prima ci stava dando giù pesante, non so quante volte ho rischiato di venire. Ci siamo seduti a un tavolo e abbiamo preso da bere, e in lontananza vedo una persona a me familiare, e la figura si avvicinò sempre di più, era proprio lui, era Christian. Ci siamo salutati come se niente fosse, e poi lui era già con un'altra. <<Andiamo, su dai balliamo>> dissi a Massimo per poi trascinarlo. Vidi Che Christian ci stava guardando, e allora decisi di ballare in maniera molto sensuale, e lui mi poggiò le sue mani sul culo e Christian era davvero furioso, e se ne andò. <<P..Potresti smetterla, a momenti credo che vengo>>mi disse lui. <<No mi dispiace>>gli risposi. Lui prese il telecomando e non staccò il dito dal pulsante, io mi fermai, e a momenti mi accasciai a terra, e smise anche lui. <<Dai, vieni andiamo via, non ce la faccio più ad aspettare>> mi disse prendendomi per un  braccio. Stavolta andiamo a casa sua e mi iniziò a baciare e mi tolse tutto in un un'attimo, e io feci la stessa cosa con lui. Mi fece sdraiare sul letto, mi aprì le gambe e iniziò a leccarmela, io iniziai a gemere e gli misi una mano fra i capelli. <<Oh, ti prego non credo di resistere ancora per molto>> gli dissi a fatica in mezzo ai gemiti. Lui iniziò a baciarmi per salire fino al collo, <<preparati, ti farò tremare meglio di lui>> disse per poi entrare in me. In quel momento feci finta di niente, e mi lasciai completamente andare a lui. Ribaltai le situazioni, ed ora ero io sopra di lui, mani intrecciate, corpi ricoperti di sudore e la camera che emetteva solo una canzone, i nostri gemiti come testo e i nostri corpi che sbattevano come musica.

𝓜𝔂 𝓼𝓾𝓰𝓪𝓻 𝓭𝓪𝓭𝓭𝓲𝓮𝓼 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora