"Dividi le tue risorse in più punti."
Ci sono molti modi per sopravvivere. Ognuno di noi ha una scelta limitata, in base alle opzioni che la strada ci pone innanzi. Io mi muovo in base alle mie risorse, in accordo con la mia volontà, e, quando posso, cerco di fare meno rumore possibile.
Ci sono alcuni particolari modi per sopravvivere. Sono una scelta ben definita che portiamo con noi ogni sera, la rivalutiamo, la accettiamo, ci compromettiamo, la scegliamo ancora e ancora; ma certe scelte, certe persone, sono capaci di affogarle nel fondo del proprio abisso, insieme alla luce, finché non restano sempre lì, nel buio, e non riemergono più.
La carne dell'orso ci ha sfamato per un paio di giorni, durante i quali sentivo avanzare inesorabile il momento in cui ci saremmo dovuti allontanare; ogni sera ho dato il mio saluto alla villa dal tetto verde, seduto su quello che rimane della tettoia della terrazza.
Ero lì, infatti, quando il Lungo è venuto a parlarmi. Aveva un graffio sotto l'occhio sinistro ed ho pensato che le cose in casa fossero arrivate ai ferri corti tra parecchi membri del gruppo. Non si rideva, non si parlava, non si scopava... non c'era più tempo ne voglia di fare altro che rimuginare a capo chino. Ci si guardava con diffidenza e basta.
- Tu, ragazzino - ha detto dopo un po' che se ne stava zitto e seduto - lui mi manda qui con una proposta, la mia.
Stavo per rientrare dentro, ma lui mi ha respinto fuori con una mano sulla spalla.
- Qui va benissimo. Si parla meglio, solo in due. Dopotutto ora siamo fratelli di sangue.
- Lo siamo?
- Beh, dovresti almeno fartene cadere qualche goccia per me, ma diciamo che posso passarci sopra per il momento.
Mi ha messo un braccio intorno alle spalle per tirarmi a sé. Da giorni mi ha gironzolato intorno come un cane intorno al tavolo del pranzo.
- In tutto il casino successo, non ho potuto parlare del posto che ho scoperto a quattro giorni a piedi da qui. Ma con uno svelto come te, lo raggiungeremo solo in tre.
- Raggiungere cosa?
- Un rifugio abbandonato. I precedenti proprietari sono stati... diciamo che lo hanno lasciato, ma adesso è un posto pulito. Ci sono viveri e armi. Magari trovi qualcosa da aggiungere alla tua collezione. Che ne pensi? Ti attizza l'idea?
- Come mai hanno lasciato queste cose? Mi sembra strana una fortuna simile...
- Ci sono delle persone lì fuori che non sono interessate alle cose che interessano a noi.
- Il Capogruppo cosa dice?
- Dice che tu sei mio! - mi ha stretto così tanto il braccio da farmi male - Ti ho salvato il culo, quindi poche storie. All'alba ci muoviamo. E basta domande stupide.
- Mi sembra solo strano doverci andare da soli.
- Hai visto bene chi abbiamo intorno? Osservali bene... - nel suo sguardo si è mosso qualcosa, come se stesse dicendo qualcosa - degli sfigati senza futuro. Dobbiamo mollarli, prima o poi.
Ho potuto solo annuire mentre lui se ne rientrava. Non mi ha più rivolto la parola e così mi sono tenuto in disparte. Il Capogruppo sedeva arcigno ad affilare il machete con movimenti lenti lungo tutta la lama. Tra non molto saremmo stati di nuovo tutti in marcia e bisognava essere pronti. La Contessa e il Testa Rasata parlottavano fitto fitto in una delle camere di sopra. Il Bambino dormiva stravaccato su una poltrona sgangherata che aveva vinto ai dadi contro il Lungo la sera prima.
Se loro erano gli sfigati perdenti, cosa ero io allora?
All'albeggiare, il Lungo, mi ha scosso due volte e finalmente ho aperto gli occhi. Se c'è qualcosa che non si può rimproverare al Lungo è la sua maniacale puntualità e il controllo della situazione. Purtroppo questo lo porta ad essere spesso arrogante e prevaricatore, oltre i limiti del sopportabile; ma mi aveva salvato le chiappe e dovevo sdebitarmi. Potevo rimproverargli il suo volto allungato e quel mezzo sorriso accennato come prima cosa da farmi vedere appena sveglio. Pigramente, cercando a tastoni la mia roba nel buio, mi sono preparato e l'ho raggiunto al piano di sotto nel salone.
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Pagine da un sogno passato
PertualanganIl protagonista di queste pagine vive un futuro distopico e orribile, agli occhi del lettore, che racconta con assoluta naturalezza. Attraverso le sue parole apprendiamo come si cresce in un mondo in rovina. Molte delle sue esperienze sembrano assur...