Camminavamo per i corridoi della scuola a passo spedito per raggiungere la mensa.
Molte persone mi guardavano e molte altre mi schifavano. Arricciando il naso e facendo facce disgustate.
"Devi imparare a ignorarli" mi comunicò lei, tenendo costantemente lo sguardo rivolto avanti.
Annui cercando di sembrare il più tosto possibile, ma quando entrammo nella mensa centinaia di facce si rivolsero a me.
Riuscivo a comprendere qualche bisbiglio, ma erano così irritanti che cercai di ignorarli.
Stavo facendo la fila con il vassoio per prendere il cibo e ogni volta che passavo da una cuoca a un'altra, mi sbattevano violentemente sul piatto qualcosa di viscido e puzzolente, ma tutto era meglio di quello che avevo mangiato per la strada.
Gaia l'avevo persa di vista, non sapevo dov'era, infatti mi continuavo a guardare attorno, lei era la mia unica amica.
Mi fermai in mezzo alla mensa, ma non riuscivo a trovarla.
Era seduta su un tavolo con altre persone, decisi di lasciarla in pace, allora mi sedetti su un tavolo tutto solo e tirai fuori il mio diario.
Era un diario in cui scrivevo e raccontavo le mie giornate.
Sfogliai le pagine e alla prima vuota cominciai a scrivere.
Caro diario,
È passato solo un giorno e la mia vita è cambiata radicalmente!
Questo pomeriggio ho fatto uno...Mi bloccai di colpo, quando Gaia mi piombò dietro appoggiando le sue delicate mani sulle mie spalle.
Richiusi il mio diario e mi voltai a guardarla, le nostre labbra erano così vicine; lei mantenne un contatto visivo, invece il mio occhio cadette sulla sua bocca.
"Non fai amicizia signor Lopez?" mi chiese "guarda quante persone" e mi indicò tutti i tavoli, con i vari studenti appostati.
"Non mi sembra di stargli simpatico" sorrisi, mentre mi guardava. "Non hai nemmeno provato a farti degli amici!" e se ne andò via a braccia incrociate.
Mi alzai velocemente e la rincorsi per i corridoi "te ne vai via così?" domandai confuso, a volte sembrava essere così bipolare.
Si voltò di scatto e si guardò attorno. "Vieni con me!"
Arrivammo fino ai dormitori, mi fece entrare nella sua stanza e mi sbatté al muro. "Ascoltami bene Marcus, non sei stato visto di buon occhio" alleviò la presa "ho sentito dire che Kevin ti vuole uccidere!"
Sgranai gli occhi "perché?" chiesi non capente.
"Lo hai sbattuto al muro" respirò profondamente, lasciò ricadere le sue dita sul mio petto e abbassò la testa "e lo hai deriso davanti a tutta la scuola".
"Gaia non mi ucciderà!" le confermai, ma lei scosse la testa "non sai con chi hai a che fare!" e le sue calde dita appoggiate al mio petto si trasformarono in due pugni chiusi e serrati.
"Marcus, è un cazzo di preps, per loro uccidere non giova conseguenze!" e batté i pugni "non voglio perdere anche te...mi sembri diverso dalle altre persone! Per favore stai attento!"
"Ma Ga..." cercai di parlare, ma rialzò lo sguardo e mi fece tacere "ascoltami, io ti ho avvisato! Fai cazzate e dovrai pagarne le conseguenze, anche gravi!"
"Bene ora vai!" mi comunicò lei, mentre si allontanava da me e cominciava a sbottonarsi la camicetta.
"Rimarrei molto volentieri!" e la guardai in modo sinistro, sperando che cercasse il contatto fisico con me.
STAI LEGGENDO
deadly class
FanfictionIn una vita condotta sempre per la strada o nella casa famiglia, Marcus si ritroverà scaraventato in un nuovo posto: la king's dominion, una scuola per killer. Dovrà imparare a sopravvivere e con l'aiuto di Gaia riuscirà a compierei nuove avventure.