La notte

2.1K 77 7
                                    

I due fratelli erano di nuovo l'uno davanti all'altra, con sguardo serio e allo stesso tempo feroce.

"Perché lo hai fatto?" chiese Bellamy a sua sorella, mentre gli puntava un dito sul petto.

"Ti devo ricordare cosa vuol dire essere messi sotto tortura?" Gaia sbuffò e alzò le braccia all'aria in segno di sconforto. "Sei stato anche tu sotto tortura.." sospirò "come puoi non capirmi?"

"Abbiamo da parlare vedo!" e a quel punto vidi Bellamy prendere Gaia in spalla con tanta leggerezza e cominciò a pizzicargli il culo.

"Bellamy Blake, mettimi giù!" urlò disperatamente mentre se ne uscivano dalla mensa.

"Quei due sono fantastici!" commentò Eli, che se la stava ridendo a vedere la scena dei due fratelli.

"Ma non hai paura che le faccia del male?" domandai impietrito. "Chi?" chiese come stupito " Bellamy a Gaia?"

"Si" risposi sicuro di me e lui scoppio a ridere, per poi sbattere violentemente la mano sul tavolo.

"Bellamy non farebbe mai nulla che possa ferire sua sorella..." mise in bocca un pezzo di carne e lo inghiottì "la ama più di ogni altra persona a questo mondo!"

Mi limitai ad annuire e continuare il mio pasto.

———————
Ero nel corridoio, che mi dirigevo verso il mio dormitorio, fino a quando non fui bloccato da Gaia, aveva una bella faccia tosta a ripresentarsi qua con un sorriso.

"Guarda un po' chi si rivede!" dissi per poi continuare ad andare avanti.

"Si può sapere che cos'hai?" mi fermò prendendomi per il polso e facendomi ritrovare davanti a lei.

"E tu? Questa mattina non mi hai nemmeno rivolto la parola" lasciai ricadere il mio zaino a terra "si può sapere il perché?" e la rinchiusi al muro.

"Togliti dalla faccia quel sorriso!" mi esclamò in viso e cercò di spingermi più lontano appoggiando le mani sul mio petto.

"Sta ferma!" e le afferrai il polso per non farla muovere, ma fu subito seguito da un suo gemito di dolore.

Mollai immediatamente la presa. Non l'avevo stretta così forte da provocarle tanto dolore.

"Ti ho fatto così male?" chiesi in tono di scuse.
"No, non sei tu..." rispose cercando di tirare giù il più possibile le maniche della felpa.

Non ero così stupido come sembrava, mi nascondeva qualcosa e allora le tirai giù la manica;

Aveva diversi lividi, di color viola, sparsi per tutto il braccio. Cercò di bloccarmi, ma con il mio corpo feci pressione sul suo.

"Che cazzo sono Gaia?" lei non rispose, mi guardò con gli occhi lucidi e mi urlò che non era niente di grave.

"Fanculo non ti credo!" e la bloccai nuovamente al muro per farla parlare. "Chi è stato? È stato Kevin?"

Un silenzio di tomba calò nel bel mezzo del corridoio, fece un respiro profondo e cercò di andarsene.

Mi stava facendo incazzare! La rimisi alla parete per la millesima volta e abbassando lo sguardo sui suoi occhi, cercai di parlarle il più tranquillamente possibile.

"Gaia puoi dirlo a me...chi è stato?" nemmeno questa volta rispose, tenne gli occhi fissi sul pavimento e intravidi le lacrime rigarle le guance.

"Kevin?" chiesi, mentre con i pollici asciugavo le sue lacrime e lei annuì con la testa.

Solo all'udito di quel nome, dentro di me si scatenò l'inferno più totale; la presi dal braccio e cominciai a trascinarla fino alla mia stanza, entrammo e la spinsi sul letto.

deadly class Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora