l'incontro

738 50 0
                                    

Quel giorno sono andato a visitare la città di Verona, non mi piaceva andare in quel luogo, ormai era diventato monotono,noioso e troppo rumoroso, ma era anche il luogo migliore per incontrare un'umana adatta ai miei gusti raffinati.

Una sera,decisi di fare una passeggiata per le vie cittadine, mi accinsi a prendere la strada che portava alla piazza principale di Verona...piazza Bra.

Il nostro non fù un colpo di fulmine, anzi tutto il contrario, vidi questa ragazza; non aveva niente di particolare.

Se ne stava seduta su una panchina a fissare il cielo, che poco alla volta diveniva sempre più scuro, con aria triste e annoiata.

Decisi di avvicinarmi, non avevo intenzioni umane, volevo solo morderla e bere il suo sangue. Ma una volta che le fui vicino mi accorsi che aveva un qualcosa di diverso dalle altre.

Mi sedetti accanto a quella ragazza che non fece altro che guardarmi di sfuggita, prendere la sua borsa e andarsene.

La segui, non poteva sfuggirmi, avevo deciso che lei sarebbe stata la mia vittima e così sarebbe dovuto essere.

Mentre la seguivo, lei si mise a correre per poi fermarsi sotto un lampione nella notte fredda di Verona. Si avvicinò e mi chiese cosa volessi da lei, appena mi fù vicina, i miei istinti animali presero il sopravvento, le mostrai i miei denti famelici e quando feci per avvicinarmi e morderla, lei mi tirò uno schiaffo facendomi rinsalire.

Ero offeso, come poteva un gracile essere umano essersi permerso di prendere a sberle un sanguepuro di nobili origini?!

Lei si avvicinò e mi sorrise, non capivo perchè si comportasse in quel modo, era la prima umana che dopo avermi visto in quello stato non correva o gridava.

Ma lei era diversa, mi prese per mano e mi baciò. Mi chiese di trasformarla, che non le interessava vivere, perchè nella sua vita aveva perso troppe persone e perciò voleva dimenticare.

Io nonostante sapessi a cosa sarebbe andata incontro, vedendola così convinta l'accontentai.

La baciai sulle labbra fino ad arrivare al collo, dove con un po' di "voracità" lo morsicai, bevvi il suo sangue e in quel momento non desideravo altro che farla mia.

Quando finii mi accorsi di avere esagerato e che lei era allo stremo delle forze, così la presi in braccio e la portai nel mio albergo, la misi sotto delle coperte calde e la strinsi forte per tutta la notte mentre lei si divincolava a causa della trasformazione che le stava bruciando ogni parte del corpo.

il sortilegio dei due amantiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora