{COMPLETATA}
sei una ragazza di seconda superiore alla Karasuno, la tua migliore amica è Yachi e mentre cerchi di far mettere Yachi e Hinata insieme finisci per innamorarti di un ragazzo nel club di pallavolo.
#1 in shimizu (24/02/2021)
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Mercoledì mattina mi svegliai molto energica. Non c'era un particolare motivo avevo solo molte energie e la cosa mi rendeva estremamente felice.
Scesi di fretta in cucina e mi preparai una zuppa di miso e del riso.
Dopo aver finito la colazione corsi in camera mia per indossare la divisa.
Mi guardai allo specchio un paio di volte e poi misi lo zaino e il borsone sulle spalle dirigendomi verso scuola.
Il tragitto fu abbastanza tranquillo non successe molto, incontrai un gatto e lo fotografai col telefono, salutai molti passanti adulti e bambini.
Senza un motivo particolare ero davvero felice e impaziente di trasmettere la mia gioia a Yachi.
Arrivai a scuola mi cambiai le scarpe e scattai verso la classe di Yachi.
Aprí un pochino la porta per sbirciare se c'era.
La vidi parlare con Kageyama.
Mi si strinse lo stomaco e il fiato mi mancò per qualche secondo.
"Yachi...lei non ha più bisogno di me?" era l'unico pensiero che mi vagava per la testa.
La mia preoccupazione per Hinata non mi aveva fatto notare come Yachi si stava facendo degli amici e si stava allontanando da me.
Mi si formò un nodo strettissimo allo stomaco, al contrario suo io ero sempre rimasta nel mio mondo formato da lei e me.
Chiusi la porta e me ne andai in classe sforzandomi di non piangere o correre via a casa.
Durante le lezioni non stetti attenta infatti la mia testa era concentrata sul pensiero, la paura, di rimanere sola come una volta.
Guardai il banco.
Un astuccio c/p con dentro 7 penne, 4 matite, 9 pennarelli uniposca, 1 gomma, 2 temperini senza contenitore.
Un quaderno, pagine bianche che potevano essere riempite di disegni, scarabocchi qualsiasi cosa che esprimesse emozioni.
Un'agenda, erano segnati i giorni delle verifiche, quando bisognava consegnare i compiti ma nulla su quando sarei rimasta sola, non c'era una data e l'attesa rendeva il finale ancora più deprimente e triste.
Alzai lo sguardo, sentivo le guance bruciarmi, la gola sembrava così stretta, quasi non respiravo.
