peaceful

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L'apparenza inganna

nel momento in cui raggiungo il bar mi rendo conto di aver scelto un posto che dalle foto sembrava essere più tranquillo; invece ho raggiunto un posto che è l'opposto di ciò che le foto rappresentavano, si sentono urla, musica al massimo volume, gente seduta hai tavolini esterni che chiacchiera e che si sono incontrati per caso. Voi faccio un respiro profondo ed entro nel bar, mi siedo subito al bancone al lato sinistro della stanza, distanziata da tutti eccetto per quell'uomo sulla trentina che sta mangiando delle patatine a due sedie dalla mia. Ha quell'aria vaga che sembra ricordare una persona triste, probabilmente si è appena lasciato con la sua ragazza e ora si trova in un bar pieno di gente pronto a riempirsi di alcol con la speranza di dimenticare un passato che non lo riguarda più oramai.

<cosa desidera?> Il barista biondo è il primo a rivolgermi la parola questa sera

<un bicchiere d'acqua>

<davvero?> io annuisco <di sicuro non sei di Londra>

<sono italiana infatti>

<chiunque qui a Londra si ubriaca>

<tu non sei ubriaco> il barista mi sorride e poi si volta a servire un altro cliente.

Mi metto attentamente a guardare la gente che si trova nella vita, c'è gente che si bacia, corpi che si strusciano gli uni contro gli altri, mani fra i capelli e gonne forse troppo corte. I miei occhi però poi si soffermano su una figura che è l'unica familiare fra la folla. Harry si fa spazio fra la folla e si siede nella sedia accanto alla mia e chiede al barista una birra

<lui è di Londra> urlo io al barista indicando Harry che mi guarda con fare interrogativo, il barista scoppia a ridere e annuisce <abbiamo constatato che tutte le persone qui a Londra bevono... eccetto quel barista> dico puntando il dito verso il ragazzo vestito di nero che alza la mano di conseguenza per farsi riconoscere

<tu non bevi?> sollevo il mio bicchiere di acqua avvicinandolo al suo viso

<infatti non sono di Londra> concludo io

<è davvero strano conoscere qualcuno di astemio> io sollevo le spalle e sorrido.

I cappelli rossi di Harry sono spettinati a causa del sudore e grazie alla camicia sbottonata riesco a vedere metà del suo petto

< hai slacciato la camicia per fare colpo su qualche ragazza? Ci sei riuscito?> gli chiedo io con una faccia perversa lui si mette a ridere e io faccio lo stesso poco dopo

< no, in realtà non mi importa al momento sono qui solo per ballare, la gente di questo posto non mi piace troppo, poi c'è troppo casino, e un mio amico che mi ha chiesto di venire> si volta e indica fra la folla un ragazzo biondo che appena ci nota si avvicina verso di noi

<hai fatto colpo amico mio?> chiede il ragazzo a Harry guardando con i suoi occhi azzurri i miei castani per poi battergli una pacca sulla spalla

< in realtà no, voi ho incontrato questa ragazza qualche giorno fa, è nuova di qui, è simpatica!> esclama lui e io sollevo il lato destro della bocca per mostrare un leggero sorriso

<e pure bella> aggiunge Harrison

<come darti torto> rispondo io atteggiandomi sotto la risata di entrambi.

<Ester lui è Harrison, Harrison, lei è Ester> dice muovendo le braccia in modo confusionario Harry cercando di indicarci entrambi. voi la mano di Harrison si avvicina alla mia e ce la stringiamo.

< è stato davvero un piacere conoscerti, ma ora devo tornare a ballare> io saluto con la mano nuovo amico che rapidamente si inserisce di nuovo nella folla per ballare.

Io e Harry parliamo per tutta la sera, di qualsiasi cosa che ci passi per la testa, senza filtri, non ridevo così tanto da molto tempo, ci siamo parlati come se ci conoscessimo da sempre e mi ha fatto davvero piacere. Fra le tante cose che mi ha raccontato quella più divertente è stata sicuramente quella volta in cui da bambino aveva rischiato di spaccarsi le ginocchia perché suo fratello più grande lo stava portando in giro con il passeggino, ma si sono inciampati e si sono ribaltati in avanti.

Harry è un famoso fotografo e nel tempo libero si dedica alla scrittura dei copioni per i film ed è riuscito ad avere qualche piccolo ruolo in diversi film.

abbiamo accompagnato verso le 02:00 am Harrison a casa che con difficoltà riusciva a reggersi in piedi e poi Harry mi ha accompagnato a casa mia.

< non pensavo abitassi qui> dice con tono scherzoso

<perché?>

<io abito proprio qui> dice indicandomi l'ultima casa della via <se ti va qualche volta ci possiamo vedere> io annuisco <questo è il mio numero di telefono> mi dice il ragazzo riccio porgendomi un bigliettino, io lo prendo e gli sorrido. alza la mano in segno di saluto io faccio lo stesso con lui.

I want you be mine |tom holland|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora