Can't Stay Without You.

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Dopo una settimana, Maggie venne dimessa, avendo superato tutto i test e le visite a cui era stata sottoposta.
Fu Omar, ad andare a prenderla per portarla a casa "Vado in farmacia a prenderti gli antidolorifici che ti hanno prescritto..."
"Ok... Grazie... Aspetta, prendo il portafogli..."
"Non serve." Sorrise lui, fermando l'auto fuori dalla farmacia e scese, prendendo le prescrizioni.
Maggie, rimasta sola in auto, chiuse gli occhi e si perse nei suoi pensieri, finché Omar non ritornò, pochi minuti dopo.
"Grazie..."
"Di nulla! Stai bene? Senti dolore?"
"Non più di tanto..."
Omar capí cosa frullasse per i pensieri di Maggie e, arrivati a casa sua, fermò l'auto e prese il borsone della sua partner "Ecco qui."
La ragazza sorrise un poco "Grazie... Sei stato molto gentile."
"Di nulla. Ma dimmi, Maggie... Stai bene?"
"Si, Omar, sto bene. Perché continui a chiedermelo?"
"Perché so che menti! Non stai bene tu così come non sta bene Isobel..."
Maggie chiuse gli occhi e sospirò "Non voglio parlare di lei..."
"Mettete da parte l'orgoglio e parlate... Avete bisogno l'una dell'altra."
"Lei, a quanto pare, di me non ha bisogno." Rispose, molto dispiaciuta.
Omar era dispiaciuto e, dopo averla abbracciata, la lasciò sola, dovendo tornare al lavoro.
Maggie prese una compressa di antidolorifico e poi salì al piano di sopra, entrando nella stanza che aveva preparato per il piccolo o piccola di Isobel.
Si sedette sulla sedia a dondolo e guardò il lettino col carillon montato sopra e si perse nei suoi pensieri.
Fu qualcuno, sul ciglio della porta, ad attirare la sua attenzione.
"Ma... Questa stanza è... È bellissima..."
"Peccato che non sarà mai utilizzata..."
Isobel entrò e si avvicinò a Maggie "Io sono qui perché ho pensato bene alla tua offerta..."
"Non voglio che tu lo faccia per pietà. Devi esserne convinta... Devi volerlo... Non voglio che tu ti senta costretta!"
"Io sono qui perché lo voglio! E... E perché ho rischiato di perderti. Non posso stare senza te!"
"Posso dire lo stesso." Sorrise un poco la castana, alzandosi con un po' di fatica e si avvicinò alla mora.
"Mi sei mancata tanto! E sono felice di vedere che stai bene."
"Anche tu mi sei mancata!" Rispose Maggie, abbracciando il suo boss.
Le due si lasciarono poi, sorridendosi ed Isobel si guardò ancora intorno "È troppo bella... Non riesco a smettere di guardarla... Hai fatto un lavoro eccezionale."
"Grazie." Sorrise un poco Maggie "Perché non provi la sedia a dondolo? Se non va bene posso regolarla..."
Allora Isobel si sedette, poggiandosi e rilassandosi, poi sorrise a Maggie "È perfetta! Credo proprio che mi piacerà molto, stare seduta qui..."
"Mi fa piacere."
"Grazie..." Sorrise Isobel "Non so cos'ho fatto di buono per meritarti... Per meritare tanta felicità."
"Tutti la meritano."
"Sono sicura che sarai una madre fantastica, Maggie!"
"Lo sarai anche tu." Sorrise a sua volta la castana, facendosi poi seria "Senti, stavo pensando... Perché non vieni ad abitare qui con me?"
Isobel la fissava, quasi incredula "Io... Si. Si, mi piacerebbe molto!"
"Ovviamente se c'è qualcosa che non ti piace, puoi cambiarlo... A tuo piacimento."
"Non mi permetterei mai. E poi la tua casa è molto bella!"
"Ora sarà la nostra casa!" Ammise la castana, abbracciando il suo boss, alla quale piaceva stare tra le braccia della sua sottoposta.
Ed ora avrebbero anche vissuto insieme.

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