7. Fuga

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Un calore percorse il corpo di Juno. Lo conosceva fin troppo bene il calore torpido che pian piano strozza le membra fino a deformarle in strani disegni di morte.
Il calore delle fiamme velenose dell'eterno ed inesorabile fuoco, che devasta, senza pietà, qualunque essere vivente o meno che sia.
A tratti, qualche scintilla gli si posava nel viso, riscaldandogli la guancia.
Non aveva la forza di scostare quelle piccole spirali di fuoco, un dolore; in nessun punto ben preciso, gli divorava l'anima.

"Attento!"

Pian piani iniziò a ricordare ciò che era successo..
Lei che lo avvisava, il volto sorridente del satiro, e la falce di quest'ultimo che gli graffiava il fianco..

Il fianco, era da lì che si ramificava il dolore.

E poi scene soffuse: una mano che lo afferrava, qualcuno che gli toglieva la maglia, e la voce sempre presente di Elise.

Juno aprì gli occhi. La sua vista era appannata e davanti a lui non si vedeva altro all'infuori di alberi e alberi.
Le tempie pulsavano voracemente.

-Un sacco di lana è riuscito a mettermi k.o.-

Cercò di alzarsi.
Era sdraiato in una serie di coperte, o cose simili, si alzò sui gomiti: un capogiro lo costrinse giù.
"Posso farcela" lo disse quasi sussurrando, e riprovò a mettersi in piedi.
Chiuse gli occhi e si concentrò, pensò al vero dolore. A quello che aveva sopportato sua madre.
Strinse i pugni.
Era riuscito ad alzarsi sui gomiti e si era appoggiato ad un albero.
Attorno a lui c'erano due brande.
Un fuoco infiammava un ingente numero di ramoscelli.
Tobias era messo piuttosto male; non era rivolto dalla parte di Juno, ma il ragazzo intravedeva i segni che la battaglia di prima gli aveva provocato.
Della ragazza non c'era traccia.
Serrò la mascella.
Con malavoglia abbassò lo sguardo.
Un profondo taglio si estendeva da appena sotto l'ascella sino al fianco sinistro.
Chiuse i pugni fino a farli sanguinare, poi aprì il palmo destro e lo avvicinò alla ferita.
Scrutò attorno a sé, doveva essere sicuro che nessuno lo vedesse.
Gocce di sudore scorrevano nella sua fronte liscia.
Lentamente il ragazzo iniziò a pronunciare una strana cantilena, e dal palmo una luce scura eppure bianchissima, iniziò a cicatrizzare il taglio.

"CRAC"

La luce si ritrasse seguita dalla mano.
Juno si voltò di scatto, un altro capogiro.
"No tranquillo ero solo io"
Elise stava osservando da dietro un albero, gli occhi fissavano l'enorme ferita, che adesso era un semplice taglio, nel fianco di Juno.
"Da quanto tempo" il ragazzo si schiarì la voce atona "Da quanto tempo eri lì..?"
"Beh..da un po'..ma come ci sei riuscito" Domandò la ragazza osservandosi la mano, come fa una bambina, che assiste per la prima volta ad uno spettacolo di magia.
"Non ho fatto nulla." il tono di Juno era secco.
"Okay, tanto so chi sei"
"Chi sei ?"
"Piacere Elise"
"So chi sei..volevo sapere perché mi conosci"
Lei non rispose e indicò Tobias con un sorriso tirato in volto.
"Dovevo presumerlo che eravate dei ribelli"
"No ti sbagli, tu non sai chi sono i ribelli"
"Io so che tuo padre ti cerca da anni e tu dovresti esserne fiera!" Juno sbatté il pugno contro il suolo e si morse il labbro
"Quello non è mio padre ! È solo un bastardo!"
Elise urlò violente parole che rimbombarono nel vuoto della sera, poi scappò via.
"Stupida ragazzina" Juno sorrise.

Passarono poche ore e l'elfo era riuscito a curare Tobias. Quest'ultimo era abbastanza sciupato, la pelle cadaverica.
Dormiva ancora quando Juno si stava preparando per ripartire.
Non voleva averne nulla a che fare con quei due. Aveva finalmente capito che per quelli come lui non potevano esserci amici, o solamente persone che li avrebbero mai voluti bene, per loro c'era la sola oscurità a dargli conforto.
Doveva però trovare la ragazza, non aveva ancora dimenticato la sua missione, se la vita di un demone doveva essere quella, almeno voleva passarsela bene. Arrivò vicino un laghetto e la vide accovacciata su se stessa mentre con rabbia, a tratti, scagliava sassi nella superficie dell'acqua.

THE ELFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora