4. L'origine del buio

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L'alba arrivò prima del previsto.
Il tetto della casa in cui Juno si trovava era crollato da tempi remoti, e il sole gli graffiava il viso in modo violento.Aprì lentamente gli occhi.
Il sole era appena sorto, ma già molto caldo. Juno si alzò, andando nella parte fresca e buia della casa. Odiava il caldo opprimente sulla pelle.
Indossò il mantello e badò molto a coprire il volto col cappuccio.
Di giorno la terra di Anemos era più viva, i canti striduli delle fate bianche lo distraevano, e l'oscillare degli alberi era ipnotico.
Scosse la testa. Aveva una missione, e l'avrebbe portata a termine a qualunque costo.
Prima che ripartisse osservò il fuoco; era ancora acceso.
Uscì.
Un'ondata di vento lo avvolse in pieno viso. Era un vento arido. Chiuse istintivamente gli occhi.
Con la mano destra li coprì, mentre con la sinistra cercava di non far alzare il mantello dal volto.

Dopo qualche ora di cammino arrivò ad un villaggio al confine con la terra di Anemos e ai margini della zona di Salhim. Decise che per qualche giorno avrebbe cercato delle informazioni su Elise.
Dal bosco il paesino sembrava molto piccolo, quasi un agglomerato di piccole casette; Juno sperava che ci fossero delle taverne per la notte, almeno per una sera avrebbe dormito degnamente.
Camminava molto lentamente, il conte dopo tutto non gli aveva dato un limite di tempo, e per l'elfo il tempo doveva essere preso come le donne: molto lentamente e godersi il singolo minuto. Adorava osservare il modo in cui i suoi piedi, camminando, schiacciavano l'erba, e come essa subito dopo si ricomponesse in un attimo.
Arrivò nel villaggio.
Le urla di bambini erano assordanti, un ragazzino lo urtò sbadatamente. Il piccolo alzò lo sguardo e iniziò a piangere. Juno sorrise divertito, non sapeva perché alla gente faceva quell'effetto; forse il mantello nero, o il fatto che fosse un demone. Continuò a camminare finchè, tra le lenzuola sporche delle donne intente a sciacquarle e dozzine di mocciosi scalpitanti, trovò un taverna.
" benvenuti da Zijo, dove si beve, si mangia e si dorme!" Il cartello posto all'entrata del luogo, diceva questo.
Juno entrò. L'odore di alcool era nauseante e il luogo ristretto, rendeva il luogo ancora più infernale.
Una cinquantina di uomini (la maggior parte ubriachi fradici) dalle gote e il naso rosso fuoco , sorridevano in modo infantile e poco carino.
I pirati si divertivano con le donne del luogo, parlando di tesori lontani e luoghi mai visti. In un angolo qualcuno mangiava civilmente, parlando e sputando di tutto. In fondo alla stanza un piccolo palchetto accoglieva un'orchestra mingherlina.
Juno si avvicinò al bancone.
"Vorrei una stanza" la voce era atona e sicura, il proprietario si incupì e gli diede ciò che chiedeva il giovane.
Prima di salire nella nuova camera, il suo sguardo fu colpito da due figure: entrambe sedevano su un tavolaccio, erano ricoperte da lunghi mantelli color mattone e sorsegiavano del mirtillo in modo agitato.
L'elfo continuò ad osservare le figure fin quando non fu al piano superiore. Forse aveva trovato le risposte alle sue domande, o forse aveva trovato carne per il suo coltello.

Il piano superiore era completamente diverso dal resto; era buio, ma pieno di vita. Da qualche stanza delle volte usciva qualche donnina mezza svestita e con un sorrisetto stampato in viso, altre volte qualche vecchio si lamentava dalla sua camera, ma nulla di sospetto.
Juno si avvicinò alla sua camera e vi entrò. L'interno era molto sobrio, la mobilia disposta in modo spartano e il tutto era sicuramente poco nuovo. La stanza era molto piccola, tanto che il letto occupava l'intero spazio del muro di fronte al giovane; alla sua destra un piccolo comodino con una candela, mentre a sinistra una sedia mezza sgangherata per pogiare i vestiti. Non c'erano finestre, apparte una piccola apertura in alto, quasi vicino al soffito.
Juno sospirò e si avvicinò al letto. Decise di fare un sonnellino.
I sogni stavolta lo massacrarono..

Juno si trova in una strada, nessuno lo calcola, nessuno gli rivolge la parola, ma soprattutto nessuno si avvicina a lui, per il semplice motivo che adesso Juno non è più un povero bambino.
Le voci circolano in fretta, soprattutto se si parla della città di Ellenia, la più grande e popolata città dell'intero globo. Famosa per la convivenza pacifica dei popoli e dall'ormai celebre CONTE.
Proprio il conte, in un giorno primaverile convoca Juno alla sua corte.
Juno non ancora quindicenne, è forse uno degli uomini temuti in ogni terra. Il ragazzo arriva a palazzo, viene accolto nella sala grande del conte e semplicemente acolta.
" ho una proposta da farti"una figura massiccia dava le spalle al giovane, continuò "Ho sentito che sei molto bravo con le armi..vorrei che tu uccidessi una persona la ricompensa sarà squisita" Juno non se lo fece ripetere due volte. Oramai era quello il suo mestiere. Adesso era un assassino.
Il sognò cambiò, adesso si trovava in una stanza buia, le sue mani erano piene di sangue. Per terra giaceva un corpo esanime, quello di sua madre.
Una pozzanghera di liquido rosso circondava i fianchi della giovane donna. Juno si era nascosto sotto un tavolo, osservava la scena impotente, pietrificato. Nella pozzanghera spiccò la figura di un uomo sorridente. Juno lo conosceva: era lo stesso uomo che aveva portato via la sua infanzia e con essa anche Jodie.

Il corpo assopito di Juno tremava, goccie di sudore riempivano la fronte, e piccoli gemiti uscivano dalla sua bocca.
" Stai calmo..adesso dormi" una voce angelica lo rassicurò.
La voce di sua madre.
Il respiro tornò stabile.
La sua mano calda gli sfiorò la guancia destra. Poi sparì ogni più piccolo ricordo di lei.

L'elfo si svegliò di soprassalto con il respiro veloce.
Passò una mano tra i capelli e richiuse gli occhi lentamente " Stupidissimi sogni".
Non riuscì più a dormire, così decise di andare a trovare degli informatori.
Quando scese però le due figure di qualche ora prima erano sparite, il proprietario disse a Juno che avevano ritirato la camera e che non ne avevano avuto più bisogno. Il ragazzo si insospettì ma non domandò nulla. Uscì e iniziò a chiedere della ragazza.
Chiese per tutto il giorno ma come credeva nessuno sembrava interessato a lui.
Così si mise nuovamente in cammino.

THE ELFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora