9. Strani avvenimenti e indomabili verità

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Sii forte bambino mio,
ama,
sorridi alla vita..
rinuncia al demone che c'è in te.
Sorridi.
Sii forte..
Sii forte ometto..

Juno si tormentava all'interno delle coperte, che creavano uno strano ambiente caldo e stranamente comodo.
La fronte imbrattata di sudore, alla luce fioca che proveniva dalla piccola finestrella, rendeva il suo viso ancora più infantile, e preoccupato.
Quando costrinse l'incubo a fermarsi, sbarrò i suoi occhi tremendamente oscuri, che stonavano in quel bellissimo viso, tolse le coperte di dosso, ordinò pedantemente le lettere all'interno della casacca, la quale era adagiata su una spartana sedia posta accanto al letto, e uscì dalla sua nuova stanza. A modo suo voleva eliminare i residui di quel terribile e affascinante sogno..
Di fronte trovò la stanza di Elise, chiusa.
Facendo molta attenzione, iniziò ad esplorare la dimora.
Il piano inferiore era molto angusto e sporco, vi si trovavano molti oggetti di guerra, e un accenno di umanità mezza ammuffita.
Mentre nel piano dove si trovava la sua stanza c'erano..una dozzina di altre stanze.
Stava per tornare in camera, quando notò che proprio tra la sua camera e quella di Elise, si trovava una botola, stranamente aperta.
Juno con un balzo raggiunse uno dei bordi dell'apertura e si issò al suo interno.
Fu accolto da una piacevole luce bianca.
Il cielo stellato, e le lune incandescenti rendevano quel piccolo rifugio circondato da enormi alberi, che oscuravano il cielo, un luogo utopicamente straordinario.
Con lo sguardo, percorse la superficie del tetto, cercando qualcosa che potesse confermare le sue ipotesi.
Lo trovò accovacciato in un angolo, con le gambe penzoloni dal bordo della soffitta e lo sguardo rivolto al cielo.
Tobias si era rivelato un pessimo amico, un fallimento, un comune umano, eppure non riusciva a non pensare a tutto ciò che c'era stato tra loro: all'amicizia, che poi era diventata fratellanza, alle avventure, ai doveri, alle tristezze che in quegli anni li avevano portati nella terra di Anemos, lontani dalla propria vera casa. Non smetteva di pensare semplicemente a quei silenzi, che Tobias era riuscito a trasformare in affetto. Juno era arrabbiato e frustato, ma nonostante il suo orgoglio, si costrinse a sedercisi accanto.
Tobias trasalì vedendo la figura scura che gli si era posta di fianco.
I lunghi capelli di Juno, coprivano parte del suo volto, che tristemente osservava la luna, il fisico atletico che stonava col corpo mingherlino e debole dell'umano, sebbene nascondesse molta forza. Juno era chiaro e dannatamente perfetto.
"Belle, vero?" Chiese Tobias indicando col mento i due astri.
Juno puntò i suoi occhi tremendamente inquietanti, sull'amico.
"Tobias.."
Tobias lo fermò con un gesto della mano.
"Scusami, Juno..avrei dovuto dirti tutto dall'inizio, dirti di tutta questa farsa. impedirti di soffrire ancora, perché in tutti questi anni io conoscevo tutto di te, tutto.." Tobias abbassò lo sguardo con aria colpevole.
"..E nonostante tutto, ho continuato con questa odiosa finzione, ho giocato con i tuoi sentimenti..facendoti soffrire.."
Juno avrebbe voluto mandare al diavolo quel maledetto umano, e scappare da lì.. ma era sin troppo semplice, e per troppo tempo aveva percorso la strada della semplicità.
"..Poi..però, mi sono affezionato a te..e giuro che stavo per dirti tutto, ma hai ricevuto la missione dal conte, e.."
Juno si alzò, interrompendo Tobias, e mentre si dirigeva nella sua stanza una sottilissima voce, appena percettibile in quella limpida notte, benedetta da chissà quale divinità, riecheggiò nella mente di Tobias
"Ti perdono.."
Il giovane sospirò, chiuse gli occhi e si distese in quelle fresche assi che gli permisero di sognare ancora per una notte.
L'elfo pensava a reprimere l'orgoglio, pensava che quelle semplici parole che aveva appena espresso -ti perdono- non facevano parte del suo essere, di ciò in qui si era trasformato.
Contrasse la mascella, e rientrò nella sua camera, concedendosi ancora qualche ora di riposo.

"Juno!! Juno!!"
Una voce femminile, interruppe il sonno del giovane elfo, il quale si alzò di soprassalto.
"Juno!! Non vorrai fare tardi il primo giorno di addestrament.."
Elise si interruppe quando davanti i suoi bellissimi occhi blu si presentò Juno con un abbigliamento poco galante.
Le sue guance si tinsero di un rosso perfetto.
"Non penserai di venire all'addestramento così!!" Urlò lei distogliendo lo sguardo dal petto del ragazzo.
Juno si permise un sorriso divertito.

THE ELFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora