erano tatuate delle lettere sulle sue dita, ma non riuscivo a leggere il significato di quelle parole, sempre se ci fosse stato.
"gus...sei sicuro di sapere quello che vuoi?" lui alzò gli occhi su di me, erano bagnati.
"io non voglio che tu sia arrabbiata con me. te l'avevo detto che ero soltanto un pezzo di merda."
"non sono arrabbiata, e non sei un pezzo di merda. o meglio, non sempre." ero stata onesta, perlomeno. lui fece un sorrisetto amareggiato.
"se mi comporto così, con gli altri, è perché non voglio metterti a disagio. non voglio metterti pressione o fare il passo più lungo della gamba. e non sai quanto cazzo è difficile, perché ogni volta che mi guardi in quel modo.. mi viene voglia di spingere il piede sull'acceleratore con tutta la forza che ho in corpo." oh. forse ero stata egoista. cercai di fare chiarezza tra i pensieri, dovevo occuparmi di un problema alla volta.
"va bene, ho fatto la figura dell'isterica. dio...scusa" dissi guardandomi i piedi. continuavamo a scusarci, ma di fatto, cosa avevamo commesso? non poteva essere una colpa essere se stessi.
"io non voglio più che stai zitta. qualsiasi cosa ti passi per la testa, dimmela. anche se pensi a quanto sia ridicolo il modo in cui porta i pantaloni tracy, dimmelo. quello che ti pare, ma non voglio più che scappi." feci un risolino, magari ero imbarazzata.
"okay. ma solo se vale lo stesso per te." lui si morse il labbro inferiore.
"si. certo." ci guardammo negli occhi per un attimo, e mi sembrò un atto quasi folgorante.
"amo i tuoi occhi, michelle" disse all'improvviso. io spostai lo sguardo per terra. non sapevo che dire o come guardarlo, mi batteva solo forte il cuore.
"tu mi vuoi male.." dissi sorridendo.
"ti dico solo ciò che mi passa per la testa" rispose sorridendo maliziosamente. lo faceva apposta.
"io..credo di essere pronta, gus" ripresi così il discorso di prima, cercando di calmarmi. ci guardammo di nuovo. dopo gus strinse più forte la mia mano, e sembrò come ritornare in sé. mi trascinò con forza, ma nemmeno troppa perchè era chiaro che non volesse farmi male. aprì la porta di casa e la lasciò richiudere da sola, per poi, persistendo a tirarmi a sè, sedersi dov'era prima, sul divano di fianco a tracy. io stavo in piedi e lo fissavo confusa, mentre lui stringeva ora entrambe le mie mani.
"vieni" disse piano. poi mi fece avvicinare con cautela, fino a che mi ritrovai letteralmente addosso a lui, seduta sulle sue gambe. layla sbarrò gli occhi e mi guardò quasi con un'occhiata complice. io cercai di nascondere un sorriso e alzai appena appena le spalle.
"che mortorio ragazzi, dov'è finita la festa?" se ne uscì d'un tratto gus, abbandonando le sue mani sulla mia pancia. io quasi tremavo dentro, e come ogni volta succedeva, non riuscivo a controllarlo. probabilmente in faccia ero pure rossa come lo schifo.
"che ne so, hai fatto uscire tutti" si lamentò layla per poi sbuffare rumorosamente. sentivo gli occhi di tracy addosso a noi.
"facciamo un gioco" esordì quest'ultimo.
"cioè?" chiese gus.
"obbligo o verità." lui e layla scoppiarono a ridere.
"dio, il tuo livello di maturità mi spiazza ogni volta!" se ne uscì lei sporgendosi in avanti e lasciando cadere a penzoloni le sue mani davanti il tavolino. le sue unghie sempre fatte, le mie tutte mangiate. eravamo così diverse, chiunque in quella stanza, a dire il vero, sembrava aver poco in comune l'uno con l'altro. tranne me e gus, pensai, ma ne sapevo ancora ben poco. di lui, e anche di me, infondo. ero una stupida, inesperta di tutto. una bambina che credeva di vivere nella bolla magica dove le responsabilità sono solo frivole bugie. bel modo del cazzo per scoprire come funziona il mondo, cadendo di faccia sul marciapiede.
"smettetela di fare gli stronzi, scommetto non avete nessun'altra idea" intervenii allora in difesa di tracy.
"grazie michelle" disse facendo un finto sorriso a trentadue denti. io ricambiai il sorriso, sincero però. ero forse ingenua o troppo buona. o troppo scema.
"vuoi giocare a obbligo o verità mon cheri? con questi due mostri?" mi disse layla divertita. io la imitai facendo una stupida smorfia. ovviamente finimmo per giocare a quel gioco del cazzo. le prime domande servivano sempre per rompere il ghiaccio, riscaldare l'atmosfera.
"a che età il primo bocchino?" risate generali. erano domande tremendamente infantili, e mi divertiva proprio il fatto che fossero tali. eravamo tutti imbarazzanti, uno più dell'altra.
"manda giù tre di questi di fila, oppure penitenza!" esclamò tracy rivolgendosi a layla. davanti a noi c'erano un infinità di bicchieri da shot, dentro la merda più varia e merdosa. l'interpellata non se lo fece ripetere due volte, mandò giù l'alcol come fosse acqua. era vodka lemon, ne avevo bevuti un paio anche io, poco prima. la verità era che eravamo tutti completamente ubriachi, e gus e tracy non soltanto. questo a dire il vero poteva cominciare a costituire un problema. e io me ne sarei resa conto troppo tardi.
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I was dying and nobody was there - Lil Peep
Fanfic⚠️TW: droga, alcol, sesso, linguaggio "michelle.." mormorò abbassando il tono. all'improvviso sentii la sua mano sulla mia spalla nuda. mi venne la pelle d'oca. "merda, aspetta" lo sentii dire. io non volevo alzare lo sguardo, non volevo spostarmi...