due.

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"No, no! Ha venduto il locale? Ma perchè? Andava tutto così bene!"

Disorientato. Così mi sono sentito. In un secondo ha iniziato a girare tutto e anche l'ultimo granello di felicità è andato perso. Avevo perso anche oasi.
L'ultimo punto di riferimento che mi era rimasto. Era perso, per sempre.
Tutto così velocemente.
A volte la mia vita sembra una barzelletta, ma di quelle disastrose. Appena qualche anno fa ero felice, da morire.
Anzi, da vivere.

Se solo pochi anni fa mi avessero detto che mi sarei ritrovato in questa situazione probabilmente gli avrei solo riso in faccia. Andava tutto benissimo, quattro anni fa. E poi? Adesso cosa mi è rimasto?
Tutto in frantumi. Tutto a puttane.
Cos'ho fatto di così tanto sbagliato? Perchè non me ne va mai bene una?
Davvero, non capisco. Quanto ancora avrei dovuto sopportare?
Ero sul punto di rinunciare, a tutto.
Disperato, da morire.

Freddie, Louis. Freddie.
Freddie non può perdere suo padre.
Freddie non può provare quello che hai provato tu quando hai perso J.
Vivi per tuo figlio Louis, fallo per lui.

Ma che padre ero per mio figlio? Una nullità.
Ho fallito nel mondo della musica, non riesco più a vedere il bello della vita e ho perso un altro lavoro.
Cos'è che mi rimane?

"Non lo so Lou, non lo so. Mi ha detto solo quello che ho detto anche a te, non so altro."

La stanza si stava restringendo attorno a me e mi sentivo soffocare. Evacuare. Dovevo evacuare. Non ha alcun senso questa situazione. Cos'ho fatto di così tanto negativo per meritarmi una vita del genere?
Non era destino.
Fanculo il destino. Non la voglio più una vita così.

"Torno tra un paio d'ore"

E sono scappato via. Senza una meta. Ho semplicemente recuperato le mie cose e sono uscito da quella maledetta stanza. Passo svelto, testa bassa e pugni chiusi. Non riesco neanche a vedere bene dalla rabbia. Rabbia per cosa? Ho fallito, in tutto. E non riesco ad uscire da questo schifo che mi circonda. Sono fermo qui, sempre allo stesso punto da anni. Cazzo. Non ho valvole di sfogo, non ho nessuno con cui parlare e sono nella merda fino al collo. Sto annegando a causa delle mie scelte sbagliate. Perché? Perché il mondo se ne fotte se fai novantanove cose giuste. Si soffermerà per sempre su quell'unico, misero sbaglio. Sempre. E' un vicolo cieco la mia vita. Ho sbattuto su quel muro alla fine della strada un milione di volte, e non è stato abbastanza per abbatterlo. Cazzo, cazzo, cazzo. Ho bisogno di urlare.

"Dammi qualcosa di forte"

Ho faticato a dire quelle parole senza sputarle fuori urlando. Sono arrivato in un bar a due isolati dalla libreria e ho bisogno di bere. Ho bisogno di spegnere tutti i neuroni e far finta di non aver mai vissuto questo inferno.

"Ma signore, sono solo le dieci del mattino"

Ho sbattuto il pugno sul bancone con troppa forza e ho subito realizzato di aver spaventato il barista. Era immobile, ad un metro dal bancone. Gli occhi spalancati e le mani lungo i fianchi. Visibilmente terrorizzato.
E' stata una doccia gelida per me. Non voglio essere guardato in quel modo. Non voglio far paura. Non voglio mai più sentirmi spaventato da me stesso. Ho indietreggiato lentamente fino ad uscire da quel locale. E poi ho iniziato a correre, provando a scappare via da me stesso. Dalle mie stesse paure e dalle mie stesse fragilità. Ho iniziato ad asciugare le lacrime senza essermi reso conto di star piangendo. E poi improvvisamente un nome mi è balzato in testa riuscendo a schiarire un po' tutte quelle nubi. Liam. Devo necessariamente vedere Liam.

***

Harry
Giovedì, 22 aprile
11:30

«You can get that from anyone else
You don't have to prove nothin'
You can just be yourself»

Dicono di noi|| Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora