VIII. We've met before.

298 30 23
                                    



╭──────╯ ⁰⁸, STARS.
VOLUME ONE ▅▅▅
WE'VE MET BEFORE

 SI FECERO LE TRE, E AKAASHISi uscì dalla sua camera solo una volta o due, per mangiare qualcosa

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.




SI FECERO LE TRE, E AKAASHISi uscì dalla sua camera solo una volta o due, per mangiare qualcosa. Era rimasto tutto il tempo immerso nello studio, con una flebile lucina sulla sua scrivania che gli faceva sforzare di più la vista. Chiuse lentamente i libri sparsi e aggiustò i fogli su cui vi erano alcuni schemi, poggiando poi la spalla alla sedia e sospirando.

Si stropicciò gli occhi stanchi, e mise apposto tutti i suoi effetti nello zaino. Era a dir poco stressante la vita da studente, raramente avevi un po' di libertà: si guardò intorno meditando sull'andare a dormire sul letto o rimanere li, e domani ritrovarsi con il mal di schiena. «mh, rimarrò qui.» sbadigliò sonoramente e si accasciò alla scrivania a braccia conserte, addormentandosi in un istante

Quella mattina era soleggiata, con qualche filo di vento. Il riccio si svegliò nel silenzio più totale della sua stanza con una leggera coperta posata sulle sue spalle. Non ricordava di essersela messa indosso la sera prima, ma non ci fece caso: si alzò dalla sedia scomoda e si stiracchiò, piegando per bene la coperta e lasciandola sulla scrivania.

Solo quando controllò l'orario, realizzò che le classi fossero giá iniziate da un pezzo. Sgranò gli occhi e corse a prepararsi, senza fare colazione; «Possibile che tutte a me devono capitare le disgrazie?» agguantò lo zaino e corse fuori, in panico. Entrò in classe che erano le 9:05, con lo sguardo di tutti puntato su di lui.

Fortunatamente la professoressa non lo sgridò e lo fece sedere senza problemi. «come mai così in ritardo? Anche oggi con la testa sui libri?» bisbigliò un ragazzo a pochi metri da lui, ridendo; forse era vero il fatto che stesse troppo sui libri, ma non vedeva il bisogno di farlo notare e riderci sopra: rimase in silenzio. Sapeva che quelle cos venivano dette per pura "ironia" , ma se le era sentite dire giá troppe volte.

Concluse le lezioni si allontanarono tutti dalla classe, Keiji fu l'ultimo ad andare fuori. Iniziò a sentire la pancia brontolare «certo, non ho fatto colazione..» trasse un sospiro e andò verso la macchinetta, nei corridoi. Cercò a lungo nelle tasche dei pantaloni, della giacca e nel taschino dello zaino degli spiccioli, con scarsi risultati; si arrese al fatto che avrebbe mangiato arrivato in camera.

Mentre continuava a guardare la macchinetta frustrato, gli si pose davanti una merendina. Guardò accanto a se, ritrovandovi un certo gufo intento a masticare la sua merenda. Afferrò delicatamente la merendina, mentre l'altro ingoiò veloce: «HEY HEY HEY!! non ci siamo ancora presentati!» lo fissò per pochi secondi non ricevendo una risposta dall'altro «Io sono Koutarou Bokuto, e siamo in camera insieme!» l'altro si smosse un po', presentandosi flebilmente.

Dopo svariati minuti di conversazione, il più grande lo prese alla sprovvista, racchiudendo il suo braccio sulle sue spalle, avvicinandolo al suo petto. «haa, mi sembra quasi di conoscerti da una vita, Akaashi!» . Il riccio sentiva un forte tepore all'altezza del cuore. Quel contatto così ravvicinato con lui lo faceva stare bene, allontanandolo da tutte le pressioni schiaccianti. «a-ah davvero? buffo..» .

Ritornati in camera, posarono entrambi i loro blocchi di pietra o meglio chiamati zaini, e rimasero in silenzio. Un silenzio che parlava da se: si voltarono entrambi nello stesso momento, situazione imbarazzante. Dopo aver deciso finalmente chi dovesse parlare prima, fu il più grande ad iniziare:

«Ecco..come posso spiegarlo- noi due, cioé io!- ho fatto questo sogno, dove c'eri tu. E allora in un certo senso, dopo questo sogno ho capito che tu fossi la mia- anima gemella..É- é un po' strana come storia lo so» portò una mano dietro la nuca, dopo aver fatto concorrenza ad un peperone. L'espressione dell'altro era a dir poco indecifrabile.

«Ti capisco se non ci credi a questa co-» non terminò la frase, il riccio non gliene diede il tempo. Si fiondò tra le sue braccia, con gli occhi lucidi e i singhiozzi che a poco a poco aumentavano. Koutarou, colto di sorpresa e un po' agitato per il fatto che stesse piangendo, fece l'unica cosa sensata: lo strinse a se.

Anch'esso sentiva un tepore al petto, sentire quel ragazzo così gracile rispetto a lui tre le sue braccia, lo stendeva completamente. Dopo tutto egli era il ragazzo che amava, e non lo avrebbe mai più lasciato andare.

Passarono alcune ore, e dopo che il riccio calmò il pianto, erano ancora li abbracciati. Avrebbero voluto che quel contatto non finisse mai:

«Ti prego, non andartene un'altra volta.»

«Non ci penso nemmeno a farlo.»

Lo strinse ancora di più, lasciandogli un leggero bacio tra i riccioli. «posso..portarti ad un appuntamento?» si sentiva in imbarazzo per quella domanda, e prima che potesse ritirarla l'altro rispose sinceramente «ne sarei felice, Kou» sorridendogli.

E fu così che Keiji, si ritrovò ancora una volta nella camerata del biondo insieme agli altri due. «IL NOSTRO KEIJI STA CRESCENDO!» urlò il castano asciugandosi una finta lacrima, fiero di lui: in realtà il riccio era adesso sprofondato in un'ansia che solo lui poteva comprendere. «É SUCCESSO TUTTO COSÌ VELOCEMENTE!» si aggiunse anche il bassino abbracciando Tooru disperato.

L'unico a rimanere impassibile, con sorriso a mezza luna sul volto era il biondo. Alzò gli occhi al cielo e, dopo aver calmato i due iniziò a rassicurare il ragazzo, poi passarono all'outfit sotto stretto consiglio del castano, e come comportarsi consigliato dal mandarino.

Alla fine quando tornò in camera, decise tutto da solo. Non che disprezzasse i consigli dei suoi amici, era una serata tra lui ed il ragazzo più importante della sua vita: voleva essere se stesso. Scelse di indossare una semplice camicia bianca con un maglioncino di sopra e dei pantaloni chiari; si diedero appuntamento fuori dalla scuola, alle 9:00.

Guardò l'orario e fece un grande respiro, rassicurandosi del fatto che non sarebbe andato nulla storto. «ce la posso fare..» si chiuse la porta dietro, e si incamminò verso l'entrata.













MIRIAM SPEAKS !
quanto posso amare
questi due? non lo so
nemmeno io. ANYWAY !
spero vi sia piaciuto il
capitolo, vi amo mwahmwah

˖ ˙ 𝒉omesick        𝖻𝗈𝗄𝗎𝖺𝗄𝖺.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora