V. To lose him.

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VOLUME ONE ▅▅▅
TO LOSE HIM

 IL GIORNO GIUNSE ANCORA UNA volta sul paesino, il tempo non era dei migliori

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IL GIORNO GIUNSE ANCORA UNA volta sul paesino, il tempo non era dei migliori. Ingenti e grigi nuvoloni coprivano le abitazioni, dando un senso di malinconia e monotonia a tutti i paesani.

Keiji, era ancora appisolato sotto le sottili lenzuola. Sta volta non vi erano i raggi del sole a svegliarlo, bensí dei piccoli lampi;

Lentamente aprí gli occhi e sistemó i capelli, mettendosi seduto al bordo del letto poco dopo.

Si guardó intorno,

Bokuto é già andato a lavoro.

Pensó, poggiando una mano sulla guancia e sospirando.

Il tempo era passato davvero scattante, fuggevole.

I giorni sarebbero sembrati tutti identici se non fosse stato per quel ragazzo dai tratti di un gufo.

Aveva scoperto di amarlo proprio il giorno prima, strano ma vero, com'è che lo chiamavano? Colpo di fulmine.

«Quindi..questo è l'amore, Bokuto. Quando senti quel qualcosa nello stomanco che minaccia di uscire fuori, quando senti il cuore fare le capriole quando quel qualcuno si avvicina a te, quando, non puoi fare a meno di voler rimanere al fianco di quella persona per sempre..è una sensazione che ti porta in paradiso. Ti amo Koutarou.»

Ti amo Keiji.

Pensò tra se e se il maggiore, ora sparso tra decine di altri uomini con indosso un'armatura lucente, l'elmetto che ricopriva una parte del viso, lasciando intravedere gli occhi colmi di terrore.

Disposti uno vicino all'altro, diritti e immobili, certuni tremavano, altri erano impassibili, altri ancora preferivano andare in contro alla morte stessa.

«Attenti. Voi siete qui per vincere una guerra, non di certo per perdere tempo. Il campo nemico è determinato e saldo, spero lo siate anche voi. È inutile tremare come foglie, qui si vive o si muore, e dipende tutto da voi. Chiaro?» da capo quel signore dei campi di grano, era dinanzi a loro con sguardo impermeabile, non lasciava trasparire niente di niente.

Mi guardavo intorno, l'aria era confusa, il tempo non era dei migliori. Il cielo si era oscurato sempre di più in quelle ore, ed i tuoni erano aumentati, non ci voleva.
Tutti i miei compagni evidentemente con il cuore in gola, mantenevano le spade con due mani tremanti.
Si sentiva il rumore degli zoccoli dei cavalli e degli stivali in ferro dei soldati farsi più vicino, sempre di più, sempre di più; fino ad arrivare a qualche metro da noi.
Non lo nego, in quel momento il cuore balzò in gola anche a me, la polvere si alzò nell'aria mentre entrambi gli eserciti erano immobili uno dinanzi all'altro.
L'obiettivo sembrava così lontano, se pur così vicino. Il mio respiro non accennava a regolarizzarsi, un'urlo diede l'inizio al puro caos.

323 a.C
17 Marzo.

Caro Keiji,
Non so scrivere lettere, buffo vero? Ma, insolitamente sono qui a scriverne una. Sai, quella prima volta che ti vidi, mi parve di aver avvistato un'angelo;

La tua pelle chiara fu la prima cosa che notai, addocchiando poi il tuo viso e le caratteristiche che ne facevano parte.

In questo mese, ho capito di amarti. Ho capito che la mia vita non avrebbe avuto piú un senso se non ci fossi stato tu al mio fianco, ho capito che volevo sentirti piú vicino, volevo baciare quelle tue labbra rosee e sottili, volevo stringerti tra le mie braccia facendoti sentire al sicuro, e dedicarti le piú dolci parole.

Tutto questo purtroppo, non credo sarà possibile. Domattina partiró per andare in guerra, e non so se i nostri occhi si scorgeranno di nuovo. Perdonami, per non avertene parlato il giorno stesso.

Se sopravvivró, questa lettera non arriverà mai tra le tue mani, se accadrà il contrario, te l'avrà consegnata il messaggero. Scusami ancora, se stai soffrendo per la mia morte, non volevo arrecarti alcun dolore, sei un ragazzo prezioso, incantevole, unico. Non meriti assolutamente questo tormento. Se ci rivedremo magari in un'altra vita, ti chiederò assolutamente di diventare il mio ragazzo!

Abbi cura di te,
te ne prego.
TUO PER SEMPRE,
KOTARO.

Intanto che leggeva, Keiji, sentiva formarsi letteralmente un vuoto nel suo petto, e un nodo al suo stomaco.

Tremava, ed aveva mandato giú, già almeno cinque volte la saliva. Era una situazione surreale, successe tutto in così poco tempo non dando nemmeno un'istante al piú piccolo per riformulare le cose.

"ho capito di amarti"

Ripeté tra se e se, con le guance zeppe di lacrime. Voleva urlare, gridare finchè non gli sarebbe andata via la voce, voleva buttare tutto fuori, tutto quello che teneva dentro: ma in quel momento sarebbe stato futile.

Si segregó in se stesso, nel dolore che il suo amato gli fosse stato portato via dalla guerra, senza avergli detto quello che provava davvero, senza averlo protetto.

Si sentiva così in colpa, così egoista del fatto di aver lasciato spazio ai sentimenti senza averlo tenuto al sicuro.

«Perchè tutto questo? Quando ami sul serio una persona ma non riesci a dimostrarglielo perchè é tutto finito. Quindi Sawamura, é questo che intendevi con "non perdere la testa per lui." sapevi come sarebbe andata a finire.» si alzò lentamente dal letto, ed uscí di casa con il foglio stropicciato ed intriso di lacrime in mano.

Si ritrovò di nuovo sotto quella cupola di stelle, sdraiato sull'erba che ondeggiava piano per via del vento. La tempesta si era calmata, li fuori.

Girando la testa verso destra, non vi trovò nessuno. Sul suo volto si dipinse un sorriso addolorato, mentre un'altra lacrima imboccava una strada sulla sua guancia.

Riportando lo sguardo al cielo «Ti ameró fino alla fine dei tempi, tuo per sempre, Keiji.» chiuse gli occhi, e si lasciò trasportare dal silenzio di quelle stelle che lo osservavano, mentre quel foglio di carta si liberò dalla sua presa, e volteggiò nell'aria non lasciando più tracce.












MIRIAM SPEAKS !
okay avete il permesso
di colpirmi con falci o
qualunque oggetto che
vorreste usare per farmi
del male HAHA, but !
la storia non é ancora —
finita ;)  love ya'll hihi

˖ ˙ 𝒉omesick        𝖻𝗈𝗄𝗎𝖺𝗄𝖺.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora