Intervista a WitchHunter08

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Salve a tutti, amici brividosi e benvenuti alla nuova intervista di BrividoIT.

Oggi intervistiamo WitchHunter08, autrice de "Il Sicario", primo libro di una trilogia che abbiamo trovato estremamente affascinante.

Brivido: Allora, benvenuta WitchHunter08! Grazie per averci dedicato il tuo tempo!

WitchHunter08: Grazie a voi per avermi invitato!

Brivido: Allora, partiamo con le domande! Per prima cosa che ne dici di raccontarci qualcosa di te? Aiutiamo i lettori a conoscerti meglio!

WitchHunter08: Sembrerà ridicolo, considerando che ho scritto un'intera trilogia, ma quando si tratta di parlare di me non sono molto brava con le parole!

Che posso dire di me, vediamo... Beh, ho 22 anni e sono una studentessa di Chimica. Una facoltà che non consiglio a nessuno a meno che non abbiate alle spalle un bravo psicologo! Di per sé questo non dice molto di come sono, me ne rendo conto. Direi che mi si può descrivere come "frizzante": sempre in moto, sempre con una nuova idea in testa pronta ad essere messa su carta, sempre impaziente dell'arrivo dell'estate per poter viaggiare. Sono una persona eccentrica, che adora stare in compagnia, ma vive bene anche in compagnia di sé stessa - nel dubbio ho sempre i miei personaggi per chiacchierare un po'! Vivo avvolta dalla musica, senza la quale non riesco a scrivere, e ho un debole per i girasoli. I mazzi di rose fanno così tanto "Via col Vento"!

Brivido: Sappiamo che può sembrare un cliché, ma tutti gli autori hanno dei "mentori", scrittori che li hanno ispirati. Tu quali scrittori potresti definire mentori, hai mai letto un libro che consiglieresti perché veramente ispirante?

WitchHunter08: Questa domanda non è un cliché, anzi. Sono dell'opinione che per poter scrivere in maniera accettabile sia necessario leggere molto e avere dei modelli a cui ispirarsi. Quando ho iniziato a scrivere, per me questo modello è stato Christopher Paolini, l'autore di Eragon. Da giovane vedevo in lui tutto quello che desideravo essere: l'autrice di un romanzo fantasy che, nel bene e nel male, è rimasto nell'immaginario di un sacco di persone. Il mio stile di narrazione ha preso molto da Paolini, specie nelle descrizioni. Ricordo, in particolare, di un passaggio di Eragon, in cui ad essere descritta è una landa erbosa, vista dalla cima di una collina. Paolini mi ha insegnato che anche in un paesaggio che non ha nulla di particolare da riportare, si può vedere la bellezza e la si può trasmettere a chi legge tramite le parole che scegliamo di usare. Crescendo, mi sono poi allontanata dallo stile più "leggero" di Eragon e, ad oggi, i miei mentori sono Cecilia Randall, l'autrice di Hyperversum- una lettura obbligata per chiunque voglia cimentarsi nei romanzi di natura storica- e Patricia Cornwell, la madre di Kay Scarpetta. Per quanto riguarda un libro che veramente mi ha fatto capire come grandi temi possono essere trattati in maniera magistrale senza diventare pedanti, io consiglierei sempre Orgoglio e Pregiudizio. Il lavoro della Austin mi ha veramente commossa.

Brivido: Come ti sei avvicinata alla scrittura, nel senso quando sei passata dal pensarlo al farlo veramente? Cosa ti ha dato la spinta?

WitchHunter08: Diciamo che tutto è cominciato nella maniera più semplice possibile: le fanfiction. Come molti bambini, da piccola io odiavo l'idea di leggere e scrivere, era proprio una tortura a cui venivo sottoposta prima a scuola e poi a casa. Il mio passatempo preferito? Passare le ore davanti alla televisione, rigorosamente sintonizzata su Cartoon Network, a guardare serie infinite di cartoni. E la cosa è andata avanti per un bel pezzo! Sono dovuta arrivare alla seconda media prima di decidermi a prendere in mano un libro. Così, all'improvviso, mi si è aperto un mondo. Ho scoperto che con le parole, con le mie parole, tutti i finali di stagione che non mi avevano soddisfatto, tutte le puntate che avrei voluto vedere trasmesse, ma che non erano mai state prodotte, potevano diventare realtà. Io potevo decidere cosa far avvenire, come condurre il gioco. È stato il primo momento in cui ho visto la scrittura non solo come un obbligo, ma come un divertimento e un modo per esprimere me stessa.

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