CAPITOLO 1

2.8K 51 1
                                    

Erano le 7:25, era appena suonata la sveglia, ma Giulia era già sveglia da un po'; nella sua testa c'era solamente la nuova coreografia di Veronica che avrebbe eseguito il giorno successivo, in cui avrebbe dovuto sedurre tutti i suoi compagni. I passi non erano affatto difficili, aveva solamente paura di risultare ridicola. Dopo essersi preparata per le prove, andò in cucina perse dei crackers e poi andò in sala prove: quella si prospettava una lunga giornata. Tra una lezione e un'altra la ballerina si riposò un po' in sala relax, fin quando arrivarono Sangio, Deddy e Leo con cui avrebbe dovuto provare la coreografia un'ultima volta prima di ritornare in casetta. Entrarono tutti nella saletta 3 e Giulia era terrorizzata e lo avevano notato tutti e tre i cantanti, così Sangio le si avvicino e le disse: «Hey, tranquilla siamo solo noi»; ma per lei il problema era proprio quello, dover sedurre loro, ma soprattutto lui, lui l'avrebbe dovuta giudicare. Fece la coreografia al meglio, i suoi tre spettatori erano rimasti a bocca aperta e fece persino colpo su di lui. Giulia rimase ancora un po' in saletta mentre i ragazzi uscirono per lasciarla provare, ma ovviamente una volta fuori iniziarono a commentare «Mamma mia che bona» disse Deddy, che fu immediatamente guardato in cagnesco da Sangio. Orami tutti sapevano che Sangiovanni, nonostante fosse fidanzato, aveva una sorta di "attrazione fisica" (come la chiamava lui) nei confronti della ballerina, ma non sapeva che lei aveva una cotta per lui. Sangio era rimasto senza parole, era come paralizzato ed era molto eccitato e gli altri due cantanti lo avevano notato. «Bro devo chiamare un'ambulanza?» disse Leo ridendo. Sangio dopo essersi ripreso, andò a lezione, ma nella sua testa era ancora fermo all'immagine di Giulia che ballava in modo così sexy, provocando in lui qualcosa che non aveva mai provato prima, nemmeno con Margherita, la sua fidanzata. Durante il breve tragitto verso la casetta, più avanti vide la ballerina, così la chiamò, ma lei era ancora troppo imbarazzata e per questo cercò di ignorarlo, ma Sangio aveva aumentato il passo e l'aveva raggiunta. Giulia cercò di salutare nel modo più naturale possibile: «Ciao... io... non ti avevo visto» «Giu ti conosco, so quando menti» e le scappò una delle sue tipiche risate «Perché ti vergoni...» stava per finire la domanda ma erano già arrivati in casetta e Giulia avendo intuito la domanda si divincolò con una scusa. Era passata 01:00 ma la ragazza era ancora in saletta fin quando urtò la cassa «Merda!!» aspettò qualche minuto per capire se qualcuno si fosse svegliato, ma non sentì nessuno alzarsi; in realtà qualcuno si era svegliato e quel qualcuno era Sangiovanni che si era alzato e aveva seguito la musica fino alla porta della sala prove, dove ammirò Giulia ballare in top e culotte, che mostravano le sue forme perfette. La musica si fermò e lei si accorse della sua presenza tramite lo specchio. «Puoi entrare, non ti mangio» «Lo so, ma è bellissimo guardarti da qui, perché sei libera, senza filtri. Mi spieghi perché hai vergogna di fare la coreografia davanti a noi?» «Non ho vergogna di voi» questa era in parte la verità «ho paura di essere ridicola, non mi sono mai sentita sexy o bella» «Perché dici di "non sentirti bella"? Tu sei bella. Per quale motivo ti sei convinta di 'ste cose?» «Mi hanno portato a crederlo. Fino ai 10/11 anni mi sentivo bella, ma poi...» si fermò, non voleva riaprire una vecchia ferita, ma lui insistette. «Un giorno, alle medie, una bambina fece una battuta, così io iniziai a ridere e lei mi disse "prima di ridere sistemati i denti", per tutta la giornata io non aprii bocca e quando tornai a casa chiesi ai miei di mettermi l'apparecchio; poi mi mettevano in disparte perché ero diversa: andavo a danza tutti i giorni, non avevo tempo per uscire o per andare alle feste». Nel frattempo Sangio le si era avvicinato e a Giulia veniva da piangere ma continuò lo stesso «Ogni giorno mi dicevano che ero brutta, che sarei dovuta andare in giro con un sacchetto in testa e io con il tempo me ne sono convinta». «Mi dispiace per tutto. Ma devi capire che tu sei bellissima, sei bella proprio perché sei diversa dalle altre, essere diversi è la cosa migliore; guarda me: ho diciott'anni, mi vesto di rosa e metto lo smalto sulle unghie. Che c'è di male». Detto ciò si abbracciarono e Giulia si commosse; restarono lì per un altro po' e poi andarono ognuno nelle rispettive camere pensandosi a vicenda.

a love storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora