Sogno d'una notte di mezza estate - Capitolo 4

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"Non. È. Possibile!" - esclamò Ladybug, lasciandosi scivolare a terra, dietro ad un muretto del tetto, ed appoggiando la testa tra le mani, gambe rannicchiate e schiena appoggiata al freddo edificio.

Lo sguardo stralunato e gli occhi sbigottiti del compagno di tante battaglie, appena dopo essersi resi conto di quale fosse la reale situazione, non l'avevano di certo aiutata.

Rimase ferma lì per qualche minuto, col cuore pulsante all'impazzata ed il cervello in confusione totale.

"Dimmi che non è vero!" - chiese in modo straziato, quasi fosse una disperata richiesta di aiuto - "Dimmi che Papillon non l'ha fatto davvero!".

Chat Noir rimase muto, assente, seppur imitandola e sedendole a fianco, e questa fu la peggiore delle risposte possibili.

L'allarme akuma - via telegiornale straordinario - li aveva fatti scattare dopo un'intera notte praticamente insonne e costellata di pensieri su chi fosse cosa, ma Nadia, durante il notiziario flash, era stata molto vaga e non aveva trasmesso riprese in diretta dal proprio elicottero, restando anzi stranamente sommaria sulla situazione e l'unica cosa che si era capito, dai discorsi spezzettati e frammentari della giornalista, era che stavolta la cosa fosse molto "grossa". La frase buttata lì durante il servizio fu eloquente: "Speriamo che i nostri due giovanissimi eroi, stavolta, riescano a fermare il nemico!".

Perché Nadia se ne fosse uscita con una sparata del genere, dopo tutte le vittorie dei due beniamini di Parigi, fu chiaro solo quando la coppia di paladini arrivò sul posto e vide l'akumizzato camminare fiero e baldanzoso, a mo' di ragazzo di campagna, in mezzo alle affollate strade della città, alzare il braccio, lanciare ovunque raggi dal proprio orologio e colpire tutte le persone che gli stavano attorno. Queste, subito dopo, si buttavano a fare sesso con chi fosse a tiro, completamente sopraffatte dal desiderio e dal piacere, fino a svenire dalla fatica, restando seminude ed inermi a terra.

"Non. Posso. Farcela!" - balbettò Ladybug, senza muoversi di un millimetro dal tetto che, mai come questa volta, le fece da avamposto sicuro.

"Ladybug..." - provò a destarla Chat Noir con un filo di voce tremante, particolarmente sconvolto - "Dobbiamo provarci... ne va della vita dei Parigini!".

L'eroina affondò la testa tra le mani e le ginocchia. Cosa sarebbe successo se fosse stata colpita da quel maledetto raggio?

"Oh mio Dio ... Oh mio Dio ... Oh mio Dio ..." - era il tantra che risuonava senza fine nella mente della ragazza, quasi fosse un disco rotto.

La paura era tanta e le stava mozzando anche il respiro.

"Chat..." - provò a rispondere, ma con una fatica mostruosa - "Se uso il Lucky charm, i parigini torneranno come prima e si dimenticheranno di questa disavventura, ma sai che per noi non funziona! Se dovessimo cadere sotto l'effetto di quel raggio..." - tremò.

"Per noi non ci sarebbe nessuna cura!" - finì lui per lei, ben conscio delle tante volte in cui si era trovato a nascondere le varie ecchimosi nelle giornate successive ai tanti combattimenti.

"Chat, ho paura!" - ammise l'eroina, sopraffatta.

Effettivamente, a pensarci bene, se il raggio li avesse colpiti, proprio la ragazza ne avrebbe portato le conseguenze maggiori: per lei sarebbe rimasto sia il ricordo che tutto il resto e fare sesso non protetto...

"Io..." - si confidò la ragazza oramai quasi con le lacrime agli occhi - "io... non... ecco... io non l'ho neppure mai... fatto...".

Chat strabuzzò ancora di più gli occhi, osservando sbalordito la bella compagna al suo fianco - "Tu sei... vergine?!?".

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