Sono qui da un tempo che io stessa non so definire. Riesco a vedere il mondo esterno, anche se questo luogo è a me sconosciuto, ma quando provo a raggiungerlo è come se una barriera invisibile e impenetrabile mi bloccasse.
Sono agitata, continuo a sbattere la testa contro il muro trasparente, magari cederà. Ho sopportato torture tremende, come l'amputazione istantanea degli arti. Il dolore mi rende quasi impossibile la vista.
Oh, no!
Non di nuovo.
Uno di quegli esseri abnormi si avvicina di nuovo a me. Non ho armi con cui difendermi, da sola sono indifesa.
Solleva le mura con la sua enorme mano, è veramente forte. Cerco di fuggire, ma lui è molto veloce e mi afferra, procurandomi un dolore lancinante che si espande a macchia d'olio per tutto il mio corpo.
-Basta! Perchè mi fai questo? Ho famiglia! Là fuori qualcuno mi aspetta!- grido disperata, ma egli pare non sentirmi. Mi stringe ancora, e mi contorgo dal dolore. Sembra felice di questo, e sorride.
Aumenta la presa, e sento la vita lasciarmi, fino a quando un altro essere, ancora più imponente, si affianca al più piccolo, dicendo: -Non è giusto far del male agli animali, Tommy.- cosa? Quell'essere aveva un nome? Tommy è un nome piuttosto innocente, per niente azzeccato. Ah, e animale a chi? Non importa, non mi interessa più.
-Lasciala andare, pensa se fossi nei suoi panni.- -Ma mamma...- -Forza Tommy, non essere crudele.- Forse avevo una speranza di vita!
- E va bene...- allenta la presa, sono libera!
-Addio piccola farfalla!-
Mi volto verso di loro, un ultimo sguardo prima di andarmene per sempre.
Spiego le ali, e volo via.
