-Quel cavallo è Furia. Nessuno è mai riuscito a domarlo, e nessuno ci riuscirà mai.-
-Nulla è impossibile, zio!- gli rispose la bambina, col classico fare innocente degli infanti, che sperano sempre in un mondo migliore invano e guardano all'esterno con occhi diversi.
Lo zio le sorrise e le scompigliò affettuosamente i capelli.
-Ma resta sempre pericoloso e molto aggressivo. Non ti avvicinare, mi raccomando.- la bambina annuì e tornò a giocare.
-Ho sentito che c'è un cavallo sbizzarrito in questa città.- disse una voce sconosciuta.
-Hai sentito bene.
Furia sta davvero diventando un pericolo per tutti noi. È pericoloso soprattutto per i bambini, immagina se ai pargoli venisse l'idea malsana di provare ad accarezzarlo.- Rispose, la solita voce calma del barista Joe.
Ebbene, la voce apparteneva ad un forestiero che diceva di chiamarsi Willie. -La finiremo una volta per tutte. Lo ucciderò.- sembrava serio.
-Ne sei sicuro? Correresti un gran rischio.-
-Sicurissimo.- disse, per poi alzarsi e uscire dal locale, impugnando saldamente una pistola.
Non si aspettava certo di vedere una bambina sorridente avvicinarsi a Furia, che la fissava forse in posizione d'attacco.
-Ferma!- le gridò Willie, puntando la pistola contro il cavallo.
Premette il grilletto, e tutto ciò che si sentì, oltre al rumore dello sparo, fu un urlo.
Poi, il cadavere di una bambina a terra.
Furia guardò negli occhi Willie per secondi che parvero interminabili. Era uno sguardo di rammarico? Disprezzo?
Volse lo sguardo sulla bambina, sembrava dispiaciuto, per poi voltarsi e cominciare a correre, senza una meta apparente.
Nessuno lo vide mai più.
