Capitolo 7

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Lotta libera - Primo giorno di allenamento

Zosma quella notte dormì molto poco.
Si era svegliata da sola all'alba e decise di leggere un libro sul balcone.
Il libro in questione trattava di incantesimi particolari da fare con il fuoco, ad esempio, come creare una fune di fuoco o come forgiare dal nulla una freccia. I suoi poteri erano molto forti perché il suo era uno dei quattro elementi fondamentali assieme all'acqua, al vento e alla terra.
Provò più volte a forgiare la freccia ma non riusciva e dalla frustrazione scaraventò il libro sul letto e si cambiò per uscire e fare due passi.

Una mano iniziò a battere molto forte sulla porta della sua camera. Era molto assonnato e non aveva intenzione di alzarsi dal letto in quel momento.
"Sargas è ora della colazione svegliati!" Gridò poi una voce che il figlio di Zeus non riuscì a decifrare.
"Lasciatemi dormire." Rispose biascicando un po' le parole.
"Veloce, è il primo giorno di allenamento." Dopo aver sentito quella frase si alzò subito.
Il dominatore dei fulmini era noto per essere un ottimo lottatore e per non perdere nessuna battaglia.
Dopo essersi vestito scese in salotto e subito cercò il viso di Zosma ma venne interrotto da una dominatrice che non le andava molto a genio.
"Sargas, come hai dormito?" Chiese la figlia di Gea.
"Bene grazie." Rispose.
"Avete visto Zosma?" Chiese Gliese.
"No." Rispose secca Merope.
"Vado a vedere se sta ancora dormendo." Disse poi la figlia di Atena.
"No Gliese aspetta, è lì." Disse Sadal all'amica indicando il campo di allenamento.
C'erano tre sacchi da boxe e uno, quella mattina, non era stato particolarmente fortunato. Zosma gli stava lanciando calci e pugni per sfogare tutta la tristezza per l'amata Dolaris e tutta la rabbia verso la figlia di Gea.
"Zosma! C'è la colazione!" Urlò Gliese con la sua flebile voce.
"Faccio io." Rispose Sadal. "Zosma!"
La dominatrice del fuoco smise di picchiare il sacco girandosi verso il balcone della sala da pranzo e notò che tutti gli Oxygens la stavano guardando.
"C'è la colazione." E rispose con un cenno.
"Iniziamo a mangiare?" Chiese infine Merope che aveva già preso posto. Gli altri Oxygens si sedettero a tavola e poco dopo arrivò Zosma.
"Mi prendo una mela e vado a fare la doccia." Disse andandosene subito via.
"Non degnarci mai della tua presenza." Rispose Merope in tono acido.
"Ho notato che a te non fa molto piacere." Disse senza voltare le spalle.
"Sei perfida." Disse Gliese provando ad alzarsi ma Sadal riuscì a trattenerla.
Finita la colazione in cui Merope si vantava di come fosse brava a lottare la dea madre entrò in sala da pranzo.
"Miei cari Oxygens, vedo che ne manca una." Disse Gea.
"No no, sono qui." Arrivò Zosma e si sedette nell'unico posto libero, vicino a Sargas.
"Lo ha tenuto per te tutto il tempo." Disse Gliese nel dialetto di Marte, a bassa voce, in modo tale che lo capisse solo Zosma.
"Perfetto siete tutti." Disse poi la dea madre. "Vi spiego come funzioneranno gli allenamenti. Avrete poco tempo per allenarvi al meglio perché tra meno di trenta giorni ci sarà la battaglia finale in cui tutti gli Oxygens della Via Lattea saranno contro quelli di Andromeda. Nessun esercito sarà usato per non creare scompiglio tra gli abitanti dei vari pianeti. Probabilmente uno o due giorni alcuni di voi verrano presi per essere portati in un territorio neutro a combattere conto altri Oxygens in modo tale da conoscervi, ma soprattutto trovare le loro più grandi debolezze. Avete nelle mani il futuro dei vostri pianeti." Concluse Gea.
"Gli altri Oxygens hanno poteri come i nostri?" Chiese Iota.
"Si, tali e quali ai vostri." Rispose la madre degli dei. "Ora andate nel campo, Sadal vi spiegherà cosa farete oggi." Finì uscendo dalla sala.
I dominatori si alzarono all'unisono per andare ad allenarsi e Gliese si avvicinò a Zosma.
"Fuocherello stai bene?" Chiese la dominatrice del vento.
"Ieri ho ricevuto una notizia, è morta Dolaris." Rispose.
"Oh Cielo mi dispiace tantissimo, posso fare qualcosa per te?" Chiese Gliese.
"Prega gli Dei che vinceremo questa battaglia in modo tale da poterla salutare un'ultima volta al cimitero." Concluse Zosma.
Arrivarono in un'enorme distesa di cemento rivestita con dei tappetini morbidi, i sacchi da boxe erano spariti e anche i vari pesi.
Sadal prese il centro e iniziò a parlare. "Vi sfiderete a coppie in lotta libera e quindi calci e pugni, ovviamente non dovete farvi fuori, e mi riferisco ad una coppia in particolare. Prima della sfida dovreste riscaldarvi, poi dirò le coppie che si sfideranno una ad una nel centro, come in un'arena." Concluse Sadal.
Iniziarono tutti a riscaldarsi, tra flessioni e addominali passò un'ora in cui il dominatore dell'acqua ripeteva le varie coppie. Sargas contro Polluce, Sadal contro Iota, Alrisha contro Gliese e infine Zosma contro Merope.
La figlia di Marte sentiva il sangue che iniziava a scaldarsi dalla rabbia era pronta a far vedere di cosa era capace.
"Iniziamo con Sargas e Polluce, vi ricordò che i poteri non si possono usare. Non spaventatevi se vedrete del sangue." Disse Sadal.
"Sargas fai attenzione." Urlo Merope. Il figlio di Zeus non rispose, alzò solo gli occhi al cielo e prima di cominciare guardò Zosma.
Stava ammirando la folta coda alta di capelli neri che le arrivava fino alle spalle, guardava il suo volto rivolto verso il basso che non gli permetteva di vedere gli occhi verdi, il tutto venne interrotto da un pugno di Polluce dritto sul labbro. Sargas non si era accorto che era cominciata la lotta.
"Dai Sargas svegliati!" Urlò Iota.
Il dominatore dei fulmini ritornò subito lucido e schivò il secondo pugno di Polluce e riuscì a dargli un calcio nella pancia in modo tale da allontanarlo.
Il figlio della luce tornò verso Sargas lanciando un destro che però venne bloccato e girato. Polluce non riusciva più a muoversi.
"Sargas basta!" Urlò Sadal.
"Ottima lotta." Disse Sargas porgendo la mano a Polluce che ricambiò.
"Adesso Gliese e Alrisha." Concluse il figlio dell'acqua lasciando il centro alle due dominatrici.
Sadal fu costretto a concludere la sfida perché nessuna delle due osava farsi male, così presero il loro posto Zosma e Merope per far vedere alle altre due ragazze come si faceva a lottare.
"Vai Zosma!" Urlò Sargas. Merope si girò verso di lui con aria schifata.
"Fatti sotto fuocherello." Disse la dominatrice della terra che si fiondò verso Zosma che schivò il colpo.
Giravano in tondo guardandosi negli occhi e per spaventarla Zosma cambiò colore degli occhi. Merope rimase sbalordita e in quel esatto momento Zosma attaccò con un pugno che venne subito ricambiato.
La lotta sembrava non finire mai, Merope era stanca e aveva il labbro spaccato mentre Zosma era pronta ad un altro round.
La dominatrice della terra allungò le braccia verso il pavimento e pronunciò diverse parole in greco antico. La vide solo Zosma e capì che stava usando i suoi poteri. La terra cominciò a tremare e gli altri Oxygens decisero di rientrare, ma le due nemiche rimasero sul campo.
"Attenta a giocare con il fuoco, potresti scottarti." Disse Zosma facendo diventare gli occhi arancioni.
"Figlia di Marte, non ho paura di te." Rispose Merope.
"Schoiní fotiás." Disse Zosma e tra le mani le comparve una corda di fuoco con cui legò i piedi di Merope che cadde a terra.
"Levala subito, scotta da morire." Implorò Merope.
"Dì che ho vinto io." Chiese Zosma.
"Hai vinto, mi arrendo."  Disse Merope.
"Ekleipo." E la corda svanì senza lasciare nessuna bruciatura sulla pelle della dominatrice della terra che corse dentro casa mentre Zosma la seguiva a passo lento.
"Zosma, avevamo detto niente poteri." Disse Sadal davanti a tutti.
"Chi credi che abbia provocato il terremoto se non la dominatrice della terra?" Rispose.
Nessuno aprì bocca e così decise di andare in camera sua, arrivò davanti alla stanza dove trovò attaccato alla maniglia un fiore, più in particolare un giglio rosso.
"So che viene chiamato fiore del fuoco, magari ti fa sentire più a casa." Disse Sargas alle sue spalle.
"Che fai mi segui?" Chiese Zosma.
"In realtà questa è la mia stanza." Rispose il dominatore dei fulmini indicando la porta dietro di se.
Zosma rimase in silenzio non sapendo cosa dire.
"Comunque grazie, ma non ho bisogno di fiori." Concluse Zosma prima di chiudersi la porta alle spalle.
Quando rimase da sola le spuntò un sorriso.
Dentro la camera aveva un vaso con dei fiori ormai appassiti in cui mise il giglio.
Gli Oxygens pranzarono e poco dopo ripresero ad allenarsi, questa volta le coppie cambiarono e divennero maschi contro femmine. Polluce contro Alrisha, Iota contro Merope, Gliese contro Sadal e Zosma contro Sargas.
"Non voglio farti del male, ti lascerò vincere." Disse il dominatore dei fulmini.
"Non ci provare!" Rispose Zosma lanciandogli un destro dritto sullo zigomo.
"La mettiamo così?" Chiese Sargas. La dominatrice del fuoco annuì.
Il figlio di Zeus allora si lanciò verso Zosma prendendola sulle spalle, lei provò a tirargli dei pugni sulla schiena ma niente da fare. Lui la scaraventò poi al pavimento prendendole i polsi e bloccandoglieli sopra la testa.
"E adesso come ti liberi?" Chiese sarcasticamente Sargas.
"Queste robe fatele in camera vostra!" Urlò Sadal.
Zosma si avvicinò al viso di Sargas, come per baciarlo, le labbra erano a pochi millimetri di distanza, ma arrivò prima il suo ginocchio verso le parti base del figlio di Zeus che lasciò le mani di Zosma in preda al dolore.
"Siete così prevedibili voi maschi." Disse Zosma alzandosi con nonchalance e allungando la mano verso il compagno.
"Sei la peggiore." Rispose Sargas.
Zosma ricambiò con un sorriso e un cenno della testa.
Il pomeriggio passò in fretta e la cena si fece sempre più vicina.
Prima di scendere in sala da pranzo, decise di chiamare suo padre. Prese in mano la pietra preziosa che portava come collana e provò più volte a chiamarlo ma non ricevette mai risposta.
"Zosma, sei dentro?" Chiese una voce familiare.
"Entra pure." La figlia del vento entrò in camera.
"Come stai?" Chiese Gliese.
"Meglio grazie, mi ha fatto bene dare un po' di botte oggi." Rispose Zosma.
"Menomale, senti, se hai bisogno di parlarne..."
"No Gliese davvero, sto bene. Andiamo a cena?" Cercò di chiudere il discorso Zosma.
"Non finché non mi racconti cosa c'è tra te e il figlio di Zeus, ho visto come ti guarda e come tu guardi lui." Chiese Gliese.
"Assolutamente niente, siamo amici o compagni, non so come definisci gli altri Oxygens." Rispose la dominatrice del fuoco.
"Si sì, e intanto chi ti ha regalato il giglio?" Chiese poi Gliese.
"Ma guarda che ora è, ci staranno aspettando." Concluse Zosma uscendo dalla stanza correndo dato che Gliese la stava inseguendo.

Oxygens - La battaglia contro AndromedaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora