5 - If you tolerate this your children will be next - by Manic Street Preachers

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Era chiaro come l'andare del tempo avesse intaccato il colore delle mura dell'ospedale, rendendole meno definite di una volta ma non per questo togliendo imponenza all'edificio. Le grandi vetrate alle pareti, costruite nella speranza di allietare anche quegli ospiti impossibilitati nell'effettuare una sortita esterna durante i giorni di sole, riuscivano ad attribuire più leggerezza ai piani nonostante fossero intervallate dalle spesse colonne portanti.
Gli ampi giardini esterni, nei quali pazienti e visitatori potevano distrarsi passeggiando o chiacchierando sulle panchine in ferro battuto, ricordarono a Beatrix quelli della Isengard illustrata da Peter Jackson nei suoi film.
Lei ed Emily scesero dall'auto, soppesando il numero di persone che le separava dalla porta scorrevole dell'entrata. La novellina mosse qualche passo con aria preoccupata. Non era una fan dell'ambiente ospedaliero, ma lo teneva per sé.

Non voglio dover spiegare nulla a nessuno.

Avrebbe voluto tornare a casa, sbarrare porte e finestre, accendere lo stereo e ficcarsi sotto le coperte, tirando su il piumone fino a proteggerla per intero dalla cattiveria del mondo.

No.

S'impose la calma.

Non devo comportarmi così. Sono un'adulta, ormai.

«Beatrix?» Emily la stava guardando, perplessa.

Piantala e comportati da adulta.

La ragazza sorrise, «Scusami. Ho perso una persona in questo posto.»

«Mi dispiace. È una cosa recente?» 
«No, ma è una cosa che colpisce.»

Una mezza bugia e una mezza verità.

Attraversarono i giardini dall'erba tanto verde da sembrare finta, e la porta scorrevole si aprì a pochi centimetri dai loro nasi.

«Ci sono telecamere puntate anche sul punto di scarico dell'ambulanza», osservò Beatrix.
«Magari riescono anche a riprendere il parco alle spalle dell'ingresso. Andiamo a fare qualche domanda. Te la senti?» Emily la guardò.
«Ovvio!»

Anche perché non è che abbia molta scelta.

Si avviarono verso l'ampio ingresso, molto luminoso grazie al classico mobilio bianco ospedaliero. I muri rimanevano chiari, esaltando le guide colorate che portavano gli ospiti verso i reparti desiderati. Sulla sinistra, una sala d'aspetto molto ampia, decorata al centro da quelle che sembravano piante tropicali.

Che figo, hanno anche il giardino interno!

Beatrix non poté osservare altro: la voce della collega si fece strada nell'aria non appena arrivarono al bancone della reception.

«Buongiorno, siamo gli agenti Prentiss e Pratt dell'FBI. Stiamo indagando sul ritrovamento del corpo di un bambino lasciato di fronte all'ingresso intorno alla notte scorsa.»
Il sorriso accogliente della ragazza dietro alla scrivania trasmutò in un'espressione corrucciata.

Socchiuse la bocca, «Abbiamo la telecamera di sorveglianza puntata sull'ambulanza, ma io ero di turno, finisco tra poco. Non ci è stato lasciato nessun bambino, stanotte.» Alle due sembrò un po' agitata.
Emily scosse il capo, «Mi scusi, non mi sono spiegata. Intendevo dire che il cadavere è stato lasciato nel parco qui di fronte.»
La giovinetta sgranò gli occhi stupita.

Questa ne sa meno di me.

Emily continuò a interrogarla, e Beatrix prese a guardarsi attorno con aria distratta.
Non c'erano altre telecamere lì dentro. Alla destra del bancone c'era lo sportello per gli appuntamenti, a sinistra una porta che collegava l'ingresso con l'accettazione del Pronto Soccorso.
Rabbrividì.

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