25. "All the things she said" by T.A.T.U.

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Emily si alzò, avvicinandosi alla finestra con una mano sull'orecchio, dicendo:– C'è poco campo. Pronto?
Dopo qualche passo, si bloccò:– J.J., sei tu? Perché non mi ha chiamata Garcia? Ah, è con te. Avete scoperto qualcosa?
Tutta l'attenzione era catalizzata sulla donna al telefono, che mutò ancora espressione

:– Grazie al cielo... Sì. Sì, glielo dico. Ciao.
Mentre riagganciava, disse:– Hanno scoperto chi è la prossima vittima. Un prete che suona l'organo in chiesa. Stanno andando a prenderlo, Garcia era al telefono con Hotch mentre J.J. Parlava con me.
– Fantastico –, mormorò Beatrix.
Si era già accesa una domanda nella sua testa, che espresse a voce alta:– Come farà a mandarci gli spartiti?
– Probabilmente lo abbiamo colto di sorpresa –, disse Gideon, – Se così fosse, potremmo organizzare un piano per attirarlo.
Beatrix annuì:– Sono d'accordo.
– Anch'io, ma preferirei parlarne a mente fresca. Mi sistemo sul divano!– annunciò Emily, prendendo possesso del mobile che figurava adesso come uno dei luoghi più confortevoli ove riposare le membra.

– Noi giocheremo ancora unpo'.– disse Gideon, riprendendo la partita a scacchi con Reid.

– disse Gideon, riprendendo la partita a scacchi con Reid

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La notte era passata in maniera poco tranquilla per Reid.
Aveva rivissuto in sogno il trauma della perdita di Maeve, l'angoscia della sua ragazza importunata da uno stalker e la sua tragica fine, con tutto il senso d'impotenza ancora addosso al momento del risveglio.

Aveva giurato a se stesso che non avrebbe mai più intrecciato relazioni con qualcuno al fine di non intricare la malcapitata nel suo problematico lavoro, e invece no, sembrava proprio che quello fosse il suo destino, la sua maledizione.
Inoltre anche solo guardando un'altra si sentiva un traditore. Era certo che se lei non fosse morta, non avrebbe mai preso in considerazione le avances di Beatrix, non sarebbe colmo di dubbi e non avrebbe dedicato neanche un minuto del suo tempo a questi pensieri.
Chiuse gli occhi gonfi e si prese la testa tra le mani.
Sobbalzò al contatto della mano gentile che gli sfiorò la spalla.

– Spencer, che succede?
Gideon si era svegliato e lo aveva visto in quello stato, accorrendo in suo aiuto utilizzando il tatto che lo distingueva.

– Mi sento... un'idiota –, mormorò quello da dietro le sue stesse mani,– Mi sento un verme. Sto tradendo...
– Non stai tradendo nessuno, Spencer. Purtroppo è...
– Lo so –, troncò il discorso lui, segno che non voleva affatto inoltrarsi nella questione.
Calò il gelo nella stanza. Il profiler più anziano non sentiva di dire nulla e guardò il suo telefono che stava vibrando in quell'istanze.

– Devo andare. Spencer, non torturarti inutilmente. Non frenarti.

Reid voltò lo sguardo verso il suo collega, che sorrise comprensivo:– Potresti essere felice.
L'altro annuì pensieroso e lo lasciò andare via.
Posò lo sguardo su Beatrix: quando dormiva sembrava una donna come le altre.
Nessuno avrebbe mai sospettato che avesse affrontato certe problematiche da sola, senza appoggiarsi agli altri e continuando la sua vita passando sopra a tutto con la delicatezza di un carro armato.
Avrebbe voluto avere quella forza, quel menefreghismo.
Si alzò e le si avvicinò, sedendosi vicino a lei.
La guardò ancora a lungo, e dopo qualche istante lei aprì gli occhi di scatto, sorprendendolo.
I loro sguardi si incrociarono stupiti e nessuno disse nulla. Sembrò come se il tempo si fosse fermato, finché lei non sorrise d'irriverenza, com'era solita fare.

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