16.𝙈𝙞 𝙝𝙖𝙞 𝙨𝙖𝙡𝙫𝙖𝙩𝙤 𝙡𝙖 𝙫𝙞𝙩𝙖

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T/n pov:

Mi alzo piano, massaggiandomi la testa.
In un primo momento la luce mi acceca, ma dopo poco riesco a mettere a fuoco tutto ciò che mi circonda.

Sento lo scoppiettio di un camino e delle voci famigliari chiaccherare tra di loro.
Quei volti, quei sorrisi, l'ambiente: sono di nuovo a casa mia, nel distretto di Shiganshina.

Mia madre sta lavando come al solito i piatti, aiutata dal mio fratellino, mentre mio padre controlla che il fuoco non si spenga.

Lancio uno sguardo fuori dalla finestra, e noto con mia grande sorpresa una leggera coltre di neve che imbianca il paesaggio.
Credo sia inverno, ma in casa non fa affatto freddo.

È questa la morte?
Mi sono finalmente ricongiunta alla mia famiglia defunta?

Cerco di parlare, ma non emetto alcun suono. Riprovo, sforzandomi ancora di più. Ogni mio tentativo però resta vano.

Nessuno in casa sembra avermi sentita, eccetto mia madre.
Asciuga rapida le mani bagnate in un panno, mentre viene verso di me con un caldo sorriso dipinto in volto.
Mi era mancata tanto.

-È ora di tornare, che dici?- si siede accanto a me, scostandomi una ciocca di capelli dal viso.
Scuoto la testa, mentre sento un nodo in gola stringersi sempre di più.
La voglia di piangere aumenta al solo pensiero di andarmene da qui.

-Ti vogliamo bene, ricordalo sempre- mi dà un piccolo bacio sulla fronte. Chiudo gli occhi colpita da un sonno improvviso.

Mi balenano davanti delle scene terribilmente vere: alcune persone che minacciano me, Armin e Mikasa chiedendomi chi io sia e cosa voglia. Cannoni che sparano, urla di dolore e poi le mie mani, molto più grandi e mostruose, che sollevano un masso per chiudere la breccia nel muro.

Chi sei?
Cosa vuoi?
Cosa sei?
Chi ti manda?
Sono sicura che qualcuno mi abbia posto queste domande, ma al momento non ricordo chi e quando.

Avverto la sensazione di precipitare nel vuoto scuro, finché non mi alzo terrorizzata con le guance ancora bagnate di lacrime.

-Era ora che ti svegliassi- mi volto di scatto nella direzione da cui sento provenire la voce.

Sono rinchiusa in un posto buio e umido, che puzza di muffa e legno marcio.
A giudicare dalle sbarre davanti a me questa è una specie di prigione.
Che sia un altro sogno?
No, adesso ogni cosa è più reale.

Appoggiato al muro davanti a me noto il comandante Erwin, che avevo già avuto la fortuna di incontrare durante il mio periodo da recluta.
Accanto a lui, con le braccia incrociate e una espressione disinvolta in volte c'è...il capitano Levi?
Come suo solito non mi guarda negli occhi, sembra perso nei suoi pensieri.

Sento un'ondata di calore innondarmi il viso. In che condizioni sono? Che cavolo ho addosso?
Un secondo, ma perché mi interesso a queste cose così superficiali in un momento del genere?

Mi raddrizzo alzando la testa, ho paura ma non voglio darlo a vedere.
-Posso sapere perché sono qui dentro?- sfoggio la faccia più arrabbiata ed offesa che io possa trovare nel mio repertorio.

-Non sono tenuto a darti spiegazioni- la risposta del comandante Erwin mi fa infuriare ancora di più.
Come sarebbe che non posso avere nemmeno una risposta alle mie domande?
-Senti, dimmi subito perché sono dietro a delle sbarre prima...- esito un secondo cercando un modo per continuare.

-Prima di cosa? Da quel che vedo sei tu quella rinchiusa in una cella.
L'unica cosa che puoi fare è seguire le nostre istruzioni e fare ciò che ti diciamo. Cerca di avere più rispetto nei nostri riguardi d'ora in poi- mi interrompe tranquillo, per niente intimorito dalle mie minacce.

Mi alzo in piedi di scatto -Sai dove te lo metto il rispett...- finirei la frase se non fosse per Levi, che si intromette all'improvviso -Ok voi due, potete smetterla di comportarvi da bambini? Erwin, lascia che parli io con lei- fa segno al suo amico di allontanarsi.

Il comandante sembra un po' titubante all'indea di lasciarci soli, ma alla fine cede sotto il peso dello occhiatacce di Levi.

Quando esce dalla stanza mi lascio cadere sulla mia brandina. Vorrei scoppiare a piangere, ma cerco di trattenermi.
-Ti prego, puoi spiegarmi che succede?- ormai la mia suona più come una supplica che come una richiesta.

-t/n, non ricordi nulla?- resta appoggiato al muro, senza quasi degnarmi di uno sguardo.
Anzi, togliamo il quasi.
Scuoto la testa lentamente.
-Va bene, cercherò di essere breve...-

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Ogni cosa, che prima appariva confusa e sfocata, ora ha un senso -Io sono cosa?!- non posso credere alle mie orecchie.
-Quante volte ancora dovrò ripeterlo? Sei un gigante- replica, senza far trapelare la minima traccia di emozione nella sua voce.

Mi prendo la testa tra le mani, come è possibile? Che cosa ho sbagliato per subire un destino del genere?
-Voi...voi mi ucciderete?- è la cosa più logica che qualsiasi essere umano farebbe. Io morirò, e questa volta davvero. Sono uno scherzo della natura, un pericolo per la razza umana. È questo ciò che merito.

Per la prima volta dopo tanto Levi mi guarda dritto negli occhi. Si stacca dal muro e viene verso di me a passi lenti.
-Non dire cazzate. Mi hai salvato la vita, adesso io farò lo stesso con te.-

Rimaniamo a fissarci. Ogni volta che i nostri sguardi si incontrano rimangono bloccati nel tempo, incastrati perfettamente tra di loro.

Si allontana nuovamente dopo un tempo che sembra infinito, quasi in imbarazzo -Solo...cerca di fare come ti dico, va bene?-

Ciaoooo,
Non chiedetemi come mai io abbia pubblicato due capitoli oggi.
Comunque sono andata un po' veloce lo so.
Ormai abbiamo superato la metà di questa xReader, e devo ringraziare tutti voi per i voti e i commenti bellissimi. Che dire...vi adoro❤️
Adesso credo scriverò ancora un po', così magari anche domani ci saranno due pubblicazioni.

𝐅𝐫𝐨𝐦 𝐇𝐚𝐭𝐞 𝐭𝐨 𝐋𝐨𝐯𝐞~𝐿𝑒𝑣𝑖𝑥𝑅𝑒𝑎𝑑𝑒𝑟Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora