[4] - 16 ottobre

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Si dice che la notte porti consiglio, ed è questo quello in cui spera Kageyama, dato che, alle 5:16 di notte si ritrovava a correre nel perimetro della Nekoma, sperando di far chiarezza sui sentimenti provati durante la giocata ad obbligo e verità di qualche ora prima.

L'aria gelida accompagnava il ragazzo dagli occhi azzurri, avvolgendolo completamente sotto la luce della luna, che quel giorno, piena come non mai, aveva deciso di risplendere più del solito, come se fosse destino per il giovane corvo trovarsi lì, con lei che gli illuminava la strada e lo accompagnava in quella sua avventura notturna. 

Correva veloce, senza fermarsi mai, neanche per riprendere fiato. 

Non pensava, o meglio, non riusciva.

L'unico pensiero che teneva fisso in mente era quello di un paio di occhi marroni e lucenti, che non lo aveva mai abbandonato da quando avevano interrotto il contatto visivo cinque secondi prima che tutto potesse accadere, che tutto potesse cambiare.

Perchè si, Kageyama lo sentiva nel profondo dell'animo, se si fossero baciati senza dubbio qualcosa sarebbe cambiato, ma non sa dire se in bene o in male, ed ora aveva leggermente paura a scoprirlo. 

Oltre alla paura provava anche qualcos'altro, come un senso di vuoto, quel vuoto che si crea quando stai per avere un qualcosa che desideri da tanto ma che poi non ottieni, che si crea quando c'è un qualcosa di incompiuto. 

Il ragazzo continua imperterrito nella sua corsa, con i muscoli doloranti per la fatica e il viso congelato per il vento freddo che vi si infrange contro. Ma non si ferma.

Ripercorre in mente tutta la sera passata, fino a rivivere quel singolo momento una decina di volte nell'arco di pochi minuti. Ma non si ferma.

Continua a cercare mille motivi validi per dare un spiegazione razionale all'accaduto. 

Le gambe cominciano a rallentare la loro corsa, ma non per la mancanza di fiato o il dolore lancinante che provavano.

Più cominciava a realizzare, più esse frenavano il loro moto, che era fino a poco prima continuo.

Le gambe si fermano del tutto. Il corvino capisce finalmente la reale fonte delle sue emozioni, ma non ha il coraggio di ammetterla a voce alta, ancora incredulo da quella delucidazione arrivata improvvisamente, come il sole che finalmente si fa spazio tra le nuvole grigie in una giornata che non ha visto altro che pioggia.

Con lo sguardo ripercore tutto lo spazio in cui si trovava, soffermandosi poi sul lago lì vicino, dove la luna, che ora sembrava brillare ancora più di prima, ma che piano piano si faceva sempre più piccola e distante, si rifletteva, coprendo invece la sagoma dell'edificio con i dormitori dove si trovavano gli altri, ormai immersi nei loro sogni da un bel po'. 

Il pensiero dei suoi compagni di squadra che giacevano assopiti inuna delle stanze dell'edificio lo riportò alla realtà.

Così capì che doveva tornare dentro, non sapendo bene che ore fossero, ma supponendo che di lì a poco si sarebbero dovuti svegliare, siccome si iniziavano già a vedere i primi raggi di sole spuntare dietro le basse colline di Tokyo, con la luna, che lo aveva accompagnato per tutto quel tempo, che si allontanava sempre di più, lasciando spazio all'alba imminente.

Varcata la porta del dormitorio tirò un leggero sospiro di sollievo, vedendo che gli altri stavano ancora dormendo. Almeno non avrebbero fatto domande. Si avvicinò alla finestra, dalla quale entravano i raggi del sole, anche se ancora deboli data l'ora. 

Si perse ad ammirare quella vista dall'alto del paesaggio che circondava la scuola del Nekoma, quando un rumore lo riportò alla realtà. 

Si voltò per scoprire cosa, o meglio, chi lo avesse emesso, ma si bloccò immediatamente quando trovò un paio di occhi marroni che ormai conoceva bene, fissarlo. 

𝑇ℎ𝑖𝑠 𝑖𝑠 𝑎 𝑙𝑜𝑡 𝑏𝑒𝑡𝑡𝑒𝑟 - [ᴋᴀɢᴇʜɪɴᴀ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora