[2] - 14 ottobre

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HINATA'S POV

Mi svegliai sentendo le voci dei miei compagni che ridacchiavano tra di loro. Non aprii subito gli occhi, dovevo ancora uscire dal mio stato di dormiveglia. 

Quando cominciai a riprendere coscienza feci per mettermi seduto, ma avevo un peso che me lo impediva, così decisi di aprire definitivamente gli occhi. Mentre lo facevo le voci nella stanza si ammutolirono di colpo, trasformando il brusio di poco prima in un silenzio quasi assordante. 

Guardai verso il mio busto, e vi trovai un braccio. Mi girai verso destra per capire chi ne fosse il proprietario, e per poco non feci un salto di tre metri dal futon. Divenni completamente rosso per l'imbarazzo. Decisi di rivolgermi direttamente al proprietario, non sapendo cos'altro fare,  anche se stava ancora dormendo profondamente.

- Kageyama! Il tuo braccio!!-

In cambio ricevetti solo un muguglio di disapprovazione, poi piano il corvino cominciò ad aprire gli occhi. 

Si soffermò con lo sguardo sul mio viso, considerato che aveva la testa girata verso di me. Restò qualche momento così, poi anche lui guardò verso la direzione in cui era poggiato il suo braccio, che con un movimento fulmineo fece tornare al suo posto, accompagnato da un leggero rossore sul volto di Kageyama. 

Per tutto quel tempo gli altri non osarono fiatare, come se stessero aspettando con ansia la mossa successiva; solo quando noi ci allontanammo un po' l'uno dall'altro, cominciarono a parlare di nuovo, avvisandoci che dovevamo muoverci se volevamo fare colazione. Poi uscirono tutti dalla stanza, lasciandoci da soli.

- Ma scusa, il tuo futon non si trovava dall'altra parte della stanza?- chiese lui.

Effettivamente aveva ragione. Io e Kageyama eravamo capitati distanti, però ora siamo vicini... molto, molto vicini.

- Si, infatti non capisco come io sia arrivato qui.-

- Comunque riguardo a prima... scusa, non l'ho fatto di proposito.- 

Pronunciando queste parole il corvino chinò la testa, ma riuscii lo stesso a scorgere l'alone rosso di prima che tornava a colorare le sue guance, solitamente cadaveriche. Lo fissai per qualche istante, dopo di ché ci alzammo entrambi e cominciammo a cambiarci, per poi uscire in fretta e furia dalla stanza dirigendoci verso la mensa, sperando di trovare ancora del cibo.

Non facemmo a gara come al solito, per qualche strano motivo, anche se effettivamente dovevamo sbrigarci. 

Entrammo e trovammo gli altri tutti seduti con i loro vassoi davanti. 

Bene. Neanche il tempo di entrare nel vivo di questo ritiro che siamo arrivati in ritardo due volte di seguito.

Prendemmo anche noi il nostro vassoio, con un'abbondante colazione sopra, ed andammo a sederci vicino a Daichi e Nishinoya che ci avevano lasciato due posti liberi. 

Ogni tanto, mentre mangiavo, sentivo delle occhiate bruciarmi sulla pelle, quasi sempre da persone diverse, come Tanaka, Sugawara e Kuroo, che si trovava dall'altra parte della stanza ma mi scrutava imperterrito, o meglio... ci scrutava. 

Passavano i loro sguardi da me a Kageyama, come delle altalene che si muovevano veloci grazie alla spinta del vento. Una o due volte però, gli occhi che beccai a guardarmi non provenivano da molto lontano, bensì dalla persona seduta alla mia destra. 

Quelle che mi lanciava erano occhiate fugaci e occasionali, come per accertarsi che fossi effettivamente lì, ma ogni volta che mi accorgevo che quelle due pozze blu si posavano sulla mia figura, anche solo per due secondi, avvertivo un potente brivido lungo la schiena. 

𝑇ℎ𝑖𝑠 𝑖𝑠 𝑎 𝑙𝑜𝑡 𝑏𝑒𝑡𝑡𝑒𝑟 - [ᴋᴀɢᴇʜɪɴᴀ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora