Capitolo VI

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Non era passato molto tempo dall'ultima volta che Connor era andato al locale. Solo qualche giorno.

Eppure erano successe così tante cose in quel poco lasso di tempo, che gli sembrava un'eternità.

Tra il suo rapporto ormai in frantumi con Cornelia, e tutto ciò che stava passando sua sorella, tante cose erano cambiate e quando fece il suo ingresso nel locale, si sentì strano.

Come se qualcosa si era rotto. Spezzato, portato via dagli avvenimenti degli ultimi giorni che lo avevano reso più consapevole. Più maturo. 

Quella sera c'era anche i suoi amici, ad un tavolo vicino al palco e non era prevista nessuna performance sua o di Cornelia. In effetti non avrebbe neanche dovuto essere lì, ma voleva uscire e svagarsi un po'.

Il matrimonio improvviso di Agatha e il problema di Malone, lo avevano distratto dal suo cuore affranto e fatto in mille pezzi da Cornelia. 

E forse si era illuso di essersi ripreso, per in fondo non conosceva bene Cornelia. Aveva sperato che il suo rifiuto avesse solo ferito il suo orgoglio, e invece non appena la vide seduta al suo solito tavolo, circondata da uomini ricchi e di bell'aspetto, tutto tornò a galla.

Lei lo vide con lo coda dell'occhio, i due si scambiarono un'occhiata così fulminea che per qualche istante fu perfino indeciso se l'avesse visto oppure no. 

Cornelia lo ignorò, di sua spontanea volontà, e lui decise di fare lo stesso, avvicinandosi a passo svelto al tavolo dove i suoi amici lo stavano aspettando.

Nessuno dei presenti si rese conto del clima che intercorreva tra i due giovani, tutti intenti a farsi i fatti propri. 

«Buonasera, signori», esordì lui, a voce un po' alta, annunciando così a tutti il suo arrivo. 

Edward gli riservò subito un sorriso caloroso: «Salve, finalmente ti fai vivo da queste parti. Stavo iniziando a pensare che fossi diventato tutto casa e lavoro».

«O casa, chiesa e lavoro», aggiunse Jasper, da buon miscredente che non entrava in chiesa da almeno un paio di anni.

Connor prese posto di fronte a loro, in modo da poter dare le spalle a Cornelia e non averla mai davanti agli occhi. Non sarebbe stato in grado di guardarla. 

«Ho bisogno di bere... bere tanto. Offrite voi?».

Doveva esserci qualcosa nella sua espressione, forse un sentore di disperazione, perché sia Edward che Jasper annuirono e chiamarono il cameriere, pronti a servire qualcosa da bere al loro amico.

Ma anche molto attenti ad ascoltare qualsiasi cosa avesse voluto raccontare loro. 

E Connor lo fece. Iniziando a parlare di sua sorella Agatha, delle velate minacce di Malone e della decisione di farla sposare. Non risparmiò i dettagli, ritrovandosi a narrare la storia con un certo calore, quasi l'avesse vissuta di persona.

E più ne parlava più diventava vivida, vera. Fino a quel momento aveva quasi vissuto in una sorta di fantasia, chiedendosi più volte se fosse un sogno o la realtà.

«E così alla fine Agatha ha sposato Loran», aveva concluso, stanco come se avesse corso per tutta la città. 

I suoi amici erano rimasti in silenzio, rapiti dal suo racconto. Un po' sconcertati in alcuni punti, ma curiosi in ogni momento. 

«Loran Murray?», aveva chiesto Edward, stupefatto.

Connor aveva annuito prima di scolarsi in un sorso il suo bicchiere di whisky, colorandosi subito le guance di rosse. Ma ciò non lo fece desistere dal chiederne un secondo.

Fàilte 2- Storia di vendetta e redenzioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora