Padre Donovan era stato di parola e nel giro di qualche giorno era riuscito a trovare lavoro non solo per Agatha, ma anche per Loran.
Prima però, la fanciulla era tornata alla drogheria dagli zii di Will, per avvisarli.
Non sapeva ancora quali fossero i loro piani per il futuro, ma lei sentì il bisogno di comunicargli che aveva trovato un nuovo lavoro.
Un po' le dispiaceva, ma allo stesso tempo aveva anche bisogno di soldi. Perché non aveva rinunciato al piano, architettato insieme al fratello, di portar via la famiglia dai Five Points.
Loro avevano appreso la notizia con gioia, felici per il suo nuovo futuro, e per niente turbati.
Anzi, l'aveva anche messa al corrente che forse il negozio non avrebbe mai più riaperto.
Quindi era giusto che Agatha andasse avanti, per la sua strada.
Così il primo giorno di lavoro, riuscì ad andarci a cuore leggero. Anche se continuava ad essere in apprensione per i suoi vecchi datori di lavori.
Anche Loran sembrava agitato, mentre percorrevano il viale che li avrebbe condotti alla loro destinazione, ma era un nervosismo quasi positivo.
Sembrava contento di provare a lei, e anche un po' a se stesso, che era in grado di potersi tenere un lavoro stabile e legale.
Restarono a fissare la casa, all'indirizzo che era stato dato loro da padre Donovan, per qualche istante, osservando dal basso la dimora.
Il quartiere era qualcosa di completamente diverso rispetto ai Five Points.
Pulito, altolocato, abitato da gentiluomini e dame in abiti costosi che salutano tutti in modo molto educato.
In piena città, abbastanza vicino ad ogni punto importante della metropoli, ma circondata lo stesso da un aria quasi "campagnola", nonostante le case fossero tutte attaccate le une alle altre.
«Padre Donovan si è raccomandato di bussare alla porta delle cucine, sotto le scale», annunciò Agatha, che non riusciva a smettere di fissare le grandi finestre bianche e le colonne in stile greco.
Loran si voltò a guardarla e a quel punto anche lei fu costretta a distogliere lo sguardo dalla casa per ricambiare la sua espressione.
Non si dissero nulla, solo un cenno di assenso della testa, prima che Loran si facesse avanti.
Come richiesto da padre Donovan, Loran bussò alla grande porta in legno sotto i gradini che conducevano all'entrata principale.
Agatha lo raggiunse in tempo per vedere una donna un po' paffuta, con una cuffietta a coprirle u capelli grigi e un espressione seria.
Loran non fece neanche in tempo a pronunciare una parola di saluto che la donna affermò: «Il signore e la signora Murray, immagino...».
Agatha ebbe solo qualche secondo di tempo per pensare a quanto le parole "signora Murray" facessero uno strano effetto alle sue orecchie.
Doveva ancora abituarsi al cambio del suo cognome.
La donna si fece da parte per permettere ad entrambi di entrare con un sorriso poco convincente.
Indossava una sorta di divisa, grigia, con un grembiule un po' sporco, ma all'apparenza sembrava ben curata e molto attenta alle apparenze.
E anche la cucina, dove erano entrati, sembrava un luogo ordinato e ben tenuto.
Un piatto stracolmo di panini al burro era posizionato su un enorme tavolo in quercia al centro della stanza. Ed era proprio dal quel pane che usciva un odore fragrante, in grado di far brontolare lo stomaco di Agatha.
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Fàilte 2- Storia di vendetta e redenzione
Ficción históricaSequel di Fàilte - storia di speranza e di riscatto