Il freddo si faceva sentire forte in quel pomeriggio di metà giugno.
Eppure era praticamente estate.
Ninfadora aveva l'impressione che il gelo le arrivasse alle ossa mentre camminava a passo sollecito verso una cabina telefonica di Londra, dove aveva appuntamento col suo mentore, Alastor Moody.
Lo intravide da lontano, imbronciato e severo.
<<Non mi aspettavo che arrivassi così presto, Tonks>> le disse non appena gli fu di fronte, scrutandola.
<<In realtà sono stata puntuale Malocchio, avevi detto alle cinque e sono le cinque>> rispose facendo spallucce.
<<È proprio il fatto che tu non sia in ritardo che rende questo momento un avvenimento più unico che raro. Andiamo ragazza, non abbiamo tempo da perdere>> ribatté.
Tonks si sentì offesa dalle sue insinuazioni e per tutta risposta gli fece una linguaccia e incrociò le braccia. Mentre lo seguiva continuava a tenere le braccia conserte e l'espressione stizzita, sembrava una bambina privata del gelato dal papà che continuava a camminare incurante dei suoi capricci.
Dovevano sembrare davvero strani ai babbani che incrociavano lungo il loro cammino: lei aveva i capelli rosa e camminava avvolta in vestiti insoliti, come la sciarpa con i colori della casa Tassorosso e la giacca di jeans che sulla schiena presentava la scritta arancione "QUESTA RAGAZZA AMA LE SORELLE STRAVAGARIE", Malocchio invece camminava claudicante accompagnato da un grosso bastone, ma almeno la bombetta che aveva in testa, calata sulla fronte, copriva l'occhio roteante blu elettrico e parte della faccia deformata dalle tante battaglie combattute.
Giunsero in un luogo cupo, pieno di case spoglie come alberi ed edifici che sembravano abbandonati.
<<Dove siamo?>> chiese Tonks guardandosi intorno.
<<Grimmauld Place>> fu la risposta di Malocchio che assunse all'improvviso un atteggiamento più circospetto, sebbene facesse di tutto per apparire disinvolto.
Tonks lo trovò molto buffo e si lasciò scappare un risolino che stonava con l'ambiente circostante.
Era tanto grata a Malocchio, aveva sempre creduto in lei e in quel momento le stava dando una prova di fiducia estremamente importante, perché l'aveva reclutata per le missioni segretissime dell'Ordine della Fenice.
All'improvviso l'uomo si fermò.
<<Siamo arrivati?!>> chiese lei con un po' di entusiasmo in eccesso.
<<Chiudi il becco Tonks, non vorrai farci beccare da qualche Mangiamorte ficcanaso!>> esclamò burbero Malocchio.
<<Ehm... Scusa>> rispose mortificata la ragazza.
Si fermarono davanti alle case che esibivano i numeri civici 11 e 13, poi Malocchio si guardò bene intorno e mostrò a Tonks un pezzo di pergamena che recitava: "Il Quartier Generale dell'Ordine della Fenice si può trovare al numero dodici di Grimmauld Place, Londra".
Ed ecco che ora tra le case 11 e 13 si faceva spazio una terza casa, antica e maestosa quanto sporca e trascurata.
Ninfadora avanzò di un passo, ma subito dopo esitò. Rimase imbambolata a fissare l'abitazione, incerta se proseguire o meno.
Mille pensieri le stavano frullando per la testa, e Alastor parve rendersene conto.
Conosceva bene la sua pupilla, ed era ben consapevole di cosa comportasse per lei metter piede in quella casa, visto che sua madre ne era stata bandita a causa dell'amore nei confronti di suo padre, un Nato Babbano. Lei non aveva mai avuto niente a che fare con i Black, i suoi genitori l'avevano cresciuta con amore e riguardo, e sua madre in particolare si era premurata di fornirle ideali ben diversi da quelli rigidi e bigotti che avevano imposto a lei, tutto ciò che voleva era che la sua bambina crescesse spensierata e piena di vita, e c'è da dire che riuscì appieno in questo intento.
Tonks infatti era una ragazza spiritosa, allegra e ricca di colori, allo stesso tempo sapeva essere combattiva e determinata, cosa che, unita alle straordinarie doti da metamorfomaga, l'avevano portata a diventare un'Auror estremamente abile per la sua età.
Malocchio le mise una mano sulla spalla, comprensivo. Erano rare le occasioni in cui si mostrava nei panni dell'Alastor paziente e premuroso, ma comprendeva la difficoltà della ragazza e le era vicino.
Tra lui e Tonks c'era un rapporto molto speciale, aveva riconosciuto in lei sin da subito un potenziale notevole e l'aveva seguita personalmente con un addestramento avanzato. Certo, lo esasperava con la sua goffaggine e il suo entusiasmo infantile, ma col tempo era diventata ciò che più si avvicinava a una figlia.
<<Andiamo, ragazza>> disse, ridestandola così dalle sue paranoie.
<<Ok, andiamo>> sospirò.
Malocchio diede un colpo alla porta con la bacchetta, dopo alcuni istanti la porta venne aperta e i due entrarono rapidi all'interno dell'abitazione.