Alcuni giorni dopo, Tonks arrivò esausta a Grimmauld Place.
Fra turni per l'Ordine e lavoro al ministero non aveva avuto un attimo di pace.
Quella notte era stata di turno a Privet Drive per la prima volta... una noia mortale!
Certo, era entusiasta all'idea di conoscere il famosissimo Harry Potter, ma durante il turno di notte tutto ciò che c'era da osservare era la triste finestra di una casa così perfetta da risultare noiosa.
<<Buongiorno a tutti!>> esclamò Tonks aprendo la porta.
Subito dopo si ritrovò, per la seconda volta, stesa sul pavimento a pancia in giù.
Ciò che ne seguì fu più o meno uguale alla prima volta: urla strazianti, gente attorno a un quadro e una mano gentile che le offriva aiuto dinanzi a lei.
Stavolta non esitò ad afferrarla e tirarsi su.
<<È proprio invisibile quel portaombrelli, eh?>> ridacchiò Remus aiutandola a rialzarsi <<Ti sei fatta male?>>.
Non ebbe il tempo di rispondere che...
<<Tonks, per l'amor del cielo! Se non fai più attenzione a dove metti i piedi finirai per rimetterci l'osso del collo!>> la stava rimproverando Molly preoccupata.
<<Perdonami, Molly... sono solo un po' stanca>> rispose.
<<Hai fatto colazione? Devi mangiare, cara, o tra poco ti scambieremo per un asticello!>> continuò a sgridarla la signora Weasley.
<<La verità è che per la quantità di cibo che assumo dovrei fare concorrenza ad un erumpent in sovrappeso>> ribatté Tonks <<ma con i turni raddoppiati è come se smaltissi ancor prima di digerire>>.
<<Deve essere difficile conciliare il lavoro con le missioni dell'ordine>> disse Remus scortandola in cucina dove, come al solito, la tavola era colma di roba da leccarsi i baffi.
<<Accidenti se lo è, sono stremata!>> rispose lasciandosi cadere su una sedia.
Remus si sedette di fronte a lei e cominciò a riempirsi il piatto in una maniera a dir poco ridicola, che poco rispecchiava l'immagine di uomo dai modi garbati.
Tonks lo osservò in volto.
E sì, era consapevole di non essere per niente discreta a fissare una persona col volto attraversato da tante cicatrici, ma c'erano momenti in cui non poteva farne a meno: era come se una calamita invisibile di straordinaria potenza fissasse i suoi occhi su quel volto pieno di dolore. Ed era molto infastidita da ciò, sia perché poteva risultare indelicata, sia perché le faceva una profonda tristezza immaginare eventuali scene di auto-aggressione.
Perché quelle cicatrici non potevano essere tutte frutto di una brutta scazzottata fra lupi mannari... Alcune erano più evidenti, altre più sbiadite, quindi era chiaro che se le fosse procurate in momenti diversi.
Oggi però aveva qualcosa di diverso, quasi un'aria più stanca e malaticcia.
<<Devi avere tanta fame e molta faccia tosta per riempirti il piatto in quel modo>> osò dire scherzando <<anche se non hai proprio l'aria di uno che ha voglia di farsi fuori tutta quella roba>>.
Remus alzò il suo sguardo fino a incontrare quello di Ninfadora che era già fisso su di lui.
In un primo momento rimase interdetto dalla schiettezza di quelle parole.
<<Stai... bene?>> proseguì lei, timorosa di averlo offeso con la sua sfacciataggine.
Lui rimase divertito da quel suo cambiò repentino di atteggiamento da un secondo all'altro, quindi si lasciò scappare un risolino.
Dopodiché abbassò lo sguardo tornando a concentrarsi sulla sua più che abbondante colazione e, sempre sorridendo ma con un po' di imbarazzo, disse semplicemente: <<In effetti non ho molta fame, ma ho bisogno di energie>>.
<<Allora Lunastorta, siamo pronti per la luna piena?>> esclamò Sirius entrando in cucina e agguantando un pezzo di ciambella al cioccolato.
Remus non rispose, ma lo fulminò con lo sguardo.
Tonks invece capì, finalmente.
<<Che ho detto di male?>> si lamentò Sirius <<Qui all'Ordine non è mica un segreto di stato! E poi Mocciosus ti porta la pozione antilupo... Io comunque ho chiesto espressamente a Silente di farla preparare a qualcun altro, ma lui non ha voluto sentir ragioni. Io non mi fido per niente di quell'individuo, per quel che so io potrebbe avvelenarti o mutilarti! Così ci ritroveremmo con un piccolo barboncino scodinzolante al posto del lupo feroce>>.
Ok, l'indelicatezza probabilmente era di famiglia.
<<Smettila un po' Sirius, ti comporti ancora come a scuola, non sei cambiato per niente!>> lo rimproverò Remus <<Siamo tutti dalla stessa parte ora, penso che dovremmo deporre le armi almeno tra di noi, se vogliamo avere qualche possibilità contro i Mangiamorte. Severus mi ha preparato la pozione antilupo per tutta la mia permanenza ad Hogwarts e ti assicuro che non mi sono mai trasformato in un barboncino scodinzolante... e anche se fosse sarebbe comunque meglio di ciò in cui mi trasformo di solito. Ora piantala e fammi mangiare in pace>>.
Sirius rispose offeso: <<Qualcuno ha la luna storta per davvero oggi. Quando finisci vieni di sopra, così mi aiuti ad incantare la stanza>>.
Detto questo, Black si incamminò su per le scale continuando a mangiare il suo pezzo di ciambella, cosa che avrebbe fatto arrabbiare molto la signora Weasley, che odiava che si mangiasse in giro per casa.
<<Ehi, gliene hai dette quattro!>> disse finalmente Tonks <<Strano sentirti parlare così tanto, di solito sono io quella che straparla>>.
<<Sotto la luna piena divento un po' intrattabile>> ammise Remus sorridendo <<ma non farti intenerire dal faccino da cane bastonato di Sirius, non se l'è presa per davvero. Anzi, sa bene che questo è il momento perfetto per farmi innervosire. Sai, io tendenzialmente sono molto diplomatico, è difficile farmi arrabbiare. Sirius e James, il papà di Harry, scoprirono che l'unico momento in cui potevano divertirsi a farmi reagire era prima della luna piena. Da qui il mio soprannome "Lunastorta">>.
Tonks rise, divertita da quell'aneddoto.
<<Ti trasformerai di sopra?>> chiese poi <<Voglio dire... nella tua stanza, è per questo che dovete incantarla, dico bene?>>
Remus tornò a guardarla negli occhi e percepì una scintilla di preoccupazione da parte di lei.
Quindi abbassò nuovamente lo sguardo, incupito, e disse: <<Sì, è così. Ma non devi preoccupartene, perché saremo solo io e Sirius stasera. E nel caso in cui dovesse andare qualcosa storto con la pozione e l'incantesimo Sirius mi farà compagnia nella sua forma di cane, in questo modo non gli farò del male>>.
Ninfadora pensò a quanto doveva essere difficile per lui, quanto doveva essere doloroso sia fisicamente che emotivamente, quanto doveva sentirsi terribilmente solo.
<<Io... vorrei restare>> rispose alla fine.
Quella frase arrivo a Lupin come uno schiaffo in pieno viso, lasciò cadere la forchetta e cominciò a tossire a causa di un boccone di strudel che aveva dimenticato di masticare, distratto da quelle tre parole assurde che aveva appena sentito.
<<Ehi!>> esclamò Tonks mentre si alzava per andare da lui e gli dava piccoli colpi sulla schiena <<Accidenti, quel pezzo di strudel era gigantesco! Come ti è venuto in mente di non masticarlo prima di mandarlo giù?!>>.
Quando Remus si riprese, alzò lo sguardo e si ritrovò vicinissimo a quegli occhi brillanti che prima aveva scrutato più da lontano. Era difficile capirne il colore esatto, perché sembrava cambiare in continuazione. Erano ipnotici.
Sentì un calore nuovo, confortevole, sulla spalla e sulla schiena.
Si rese conto che erano le mani di Tonks.
Lei scrutò gli occhi di lui, dal colore caldo e accogliente, contenenti quella pagliuzza di malinconia, incorniciati da occhiaie pre-luna-piena.
Le cicatrici.
Quelle cicatrici che sbirciava da lontano. Ora erano così vicine che le sarebbe bastato sollevare una mano per toccarle e studiarle come voleva.
Non resistette.
Sollevo la mano e la diresse lentamente verso quel viso.
Remus spalancò gli occhi e le afferrò la mano sospesa con la sua.
Tonks sussultò a quel contatto così brusco. La mano di Remus stringeva e tremava. Dopo pochi secondi il viso di lui si addolcì e anche il tocco della sua mano si fece più calmo e morbido fino a lasciargliela completamente.
Remus si alzò e raggiunse la porta della cucina.
Poi si girò verso di le con le mani in tasca e disse: <<Grazie per il tuo aiuto, Ninfadora. E soprattutto grazie per esserti offerta di rimanere stasera, è molto gentile da parte tua. Però Sirius sa bene che non ammetto discussioni su questo argomento: nonostante la pozione e l'incantesimo, non voglio correre rischi. È molto pericoloso, non voglio mettere a rischio nessuno. Saremo solo io e lui. Ora vado di sopra a dargli una mano, ti auguro una buona giornata>>.
Remus le fece un ultimo sorriso cordiale e andò di sopra.
Tonks rimase lì ferma e imbambolata a guardare la porta.
Quando realizzò ciò che Lupin le aveva detto, si sentì montare da una strana rabbia.
Lui non aveva il diritto di decidere se lei poteva o non poteva rimanere in quella casa. Non era nemmeno casa sua!
E poi stava mancando di rispetto alle sue capacità da auror: se ci fosse stato un problema, lei avrebbe saputo come affrontarlo!
Voleva andare a dirgliene di tutti i colori, ma qualcosa la frenò e si ritrovò a incrociare le braccia e battere il piede a terra come una bambina, borbottando fra sé e sé: <<Non chiamarmi Ninfadora>>.