Alan stava guardando l'orologio del suo smartphone per la terza volta. Solo sette minuti. Solo sette minuti... Non voleva dire che non sarebbe venuta. Che se ne fosse dimenticata. O che lo avesse lasciato là ad aspettare apposta -anche se Lillian non gli sembrava tipo-. Si guardò attorno circospetto. Sentiva il ticchettio della pioggia fuori, sul tetto e sulla piazzetta davanti alla scuderia. Si voltò verso Ivory che mangiava placidamente la razione di fieno dalla sua mangiatoia e decise di usare il tempo libero per metterle la coperta. Sebbene le scuderie fossero ben protette dall'umidità con delle piccole stufe e dei ventilatori voleva evitare lo stesso che le venisse la tosse. Aprì il suo armadietto e prese la coperta rossa ben piegata per Ivory. Se la sistmò sul braccio e chiuse lo sportello con il piede. Si infilò nel box e le sistemò le cinghie allacciandole e controllando che non fossero troppo strette. Le diede qualche carezza e quando sentì dei passi affrettati rimbombare nel corridoio si irrigidì. I passi si fermarono davanti al suo box e Alan si voltò cercando di sembrare normale.
«Oh, Alan, scusa. È-è da tanto che aspetti? C'è stato un contrattempo e... Scusami, v-veramente» balbettò Lily. Era senza fiato e i vesiti e le punte dei capelli rossicci erano fradici. Si abbassò il cappuccio a disagio.
«No, tranquilla» fece lui, cercando di usare un tono di voce fermo e calmo.
Restarono entrambi in silenzio, a rompere la monotonia il suono delle gocce dei capelli diLillian che gocciolavano a terra e il ruminare dei cavalli.
«Ehm, mi sa che piove troppo per... Sì, insomma, per la passeggiata» continuò alla fine Alan. Lei sorrise un po' e abbassò lo sguardo annuendo. «Immagino che allora... avrai altro da fare» disse lei, continuando a non guardarlo.
«No, io... No.»
«Be', nemmeno io.»
Midnight Flame nel box accantò nitrì impaziente che la padrona non l'avesse ancora salutato. Lei andò da lui e gli passò una mano sul fianco e poi gli lisciò la criniera.«Ehm, allora che si fa?»
«Stiamo qua finché non passa o... Come preferisci insomma» rispose titubante Alan.
Lillian deglutì.
«Se-se ti va potremmo andare al maneggio al coperto, ma sarà pieno» riprese Alan.
«Sì, giusto. Ehm allora stiamo qua e... parliamo un po'?»
«Oh, sì, certo...»
«Anche a me non piace molto parlare, e difficilmente mi apro con le persone, ma vorrei, ehm, provare a superare la mia timidezza» gli confessò lei continuando a passare la mano sul manto di Flame.
«Io... Ammetto di non parlare molto, ma non mi definirei.. t-timido.»
Che stupido. Sembrava proprio il contrario della sua affermazione. Anche se in effetti lui non era mai stato timido. Ma che gli prendeva?
«Okay, ehm, allora...Ti piace la musica, eh?»
«Sì, immagino lo avrai notato» disse lui grattandosi la nuca, un po' in imbarazzo.
«So che non è la stessa cosa, ma io suonavo il pianoforte, prima di venire qui» gli spiegò Lillian.
«Bello, cioè, io non so suonare niente. Mi sarebbe piaciuto, però.»
Uh, che incapace. Forse non avrebbe dovuto prendere tanto in giro James per quando parlava con Shannon. Il problema era che lui non ci era abituato. Semplicemente non interagiva molto con gli altri, e quando lo faceva ammetteva di poter essere un po' rude ma ora non riusciva proprio a esprimersi.
«Invece tu fai l'artistico. Immagino tu sia.. Sì, ehm, molto brava a disegnare» cercò di continuare lui.
Lei lo guardò oltre le sbarre del box di Flame e Alan finse di guardare attentamente la criniera di Ivory.
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Equestrian Academy
General FictionIn una delle più prestigiose accademie di equitazione in Inghilterra un gruppo di ragazzi scriverà la propria storia; fra cuori infranti, passati celati e un futuro da guadagnarsi, ancora non sanno quali sfide li attenderanno durante questo primo in...