Capitolo 8

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Quei sette giorni passarono in un lampo per Natsu e Lucy entrambi dipendenti dal loro amore reciproco che nessuno dei due aveva ancora accettato o espresso. E così per Natsu arrivò quel giorno nei confronti del quale provava paura ed il coraggio era poco dalla sua parte troppo preso dall'attesa che il demone facesse la sua comparsa ma con sua sorpresa non accadeva ancora.

Lucy

Apro gli occhi ritrovandomi la schiena nuda di Natsu seduto sul bordo del letto evidentemente teso, allungo la mano verso di lui richiamandolo.

<<Stai bene?>>

Si alza di scatto allontanandosi da me.

<<Non ho niente.>>

Mi alzo con il busto tirandomi le lenzuola al petto.

<<Oggi incontrerai Igneel...è per questo?>>

Mi ha solo accennato durante questo periodo alla possibilità ma poi non ha più voluto parlarne, e mi è sembrato abbastanza strano avrebbe dovuto essere euforico al pensiero. Ha fatto tutto questo solo per vederlo. Non mi risponde vestendosi in tutta fretta per poi uscire sbattendo la porta. Non capisco cosa gli prenda, anche ieri è stato così distaccato e freddo, anche stanotte non ho sentito il solito calore e passione ma paura, tensione, solitudine...nulla di buono. Decido anch'io di mettermi qualcosa addosso uscendo senza farmi vedere, voglio seguirlo e andare con lui anche se non vuole. Dalle scale vedo lui e quell'uomo parlare nel salone, escono fuori e li seguo. Quando apro il portone resto a bocca aperta nel notare un enorme figura imponente e minacciosa davanti a Natsu.

<<Chi sei tu ragazzo!>>

Vedo perfettamente delle lacrime solcare le guance di Natsu e la sua voce incrinata e disperata richiamare il suo nome.

<<Igneel...>>

Se gli ha chiesto chi è vuole dire che- oh no. Non ricorda chi è Natsu, cerco di avvicinarmi a lui in questo momento devo sostenerlo ma qualcuno mi prende il braccio mettendomi poi una mano sulla bocca.

<<Non andare da lui devono parlare da soli.>>

Annuisco impaurita, non voglio contraddirlo ho ancora soggezione di quest'uomo. Mi lascia ed io rimango ad osservare il tanto atteso incontro tra Natsu e Igneel.

<<Natsu...>>

Natsu

<<Ma che dici papà?>>

Dico con una voce sul divertito e mi avvicino ancora un po' a lui ma con un'improvvisa tristezza che mi inclina il sorriso.

<<Il tuo umorismo non è cambiato eh?>>

Il drago esprime disprezzo e disgusto, come se fossi un brutto insetto che non vede l'ora di schiacciare.

<<Papà che hai?>>

La mia voce non può fare a meno di incrinarsi ancora, è troppo assurdo per essere vero. Non può non ricordarsi di me, ma nei suoi occhi non leggo altro che indifferenza, non l'amore e l'affetto di quando ero bambino. Inclina leggermente la testa in modo da guardarmi negli occhi.

<<Hai preso una botta bella forte umano! E smettila di chiamarmi papà!>>

Urla, facendo seguire un minaccioso ruggito gutturale a quelle parole. Rimango allibito, scioccato, deluso...

<<Igneel mi sa che la botta in testa l'hai presa tu! Andiamo...>>

Muovo la mano facendola infuocare.

<<Questo me l'hai insegnato tu.>>

Mostra i denti affilati adirandosi.

<<SMETTILA! TI AVVERTO CHE SE CONTINUI A INSINUARE QUESTE COSE, TI AMMAZZO, CHIARO!>>

Muove le ali in segno di predominanza a mo' di minaccia facendo riempire di polvere d'aria. Non posso fare a meno di essere assalito dai ricordi, come quella volta in cui disegnai tanti scarabocchi sopra la sua ala, con i colori che mi aveva regalato, mentre stava dormendo. All'inizio faceva il finto arrabbiato ma in realtà credo gli avesse fatto piacere, infatti non se li tolse lasciando che fosse il tempo a logorarli e farli sparire dopo un mese intero. Pieno di malinconia mi arrabbio anch'io iniziando a gridare disperato.

<<Smettila! Tu sei mio padre! Ho passato tutta la mia vita a cercarti! Ogni volta...ogni dannata volta che andavo in missione speravo di ritrovarti! NON PUOI NON RICORDARTI DI ME!>>

Igneel scoppia a ridermi in faccia.

<<Che hai da ridere!?>>

Urlo ormai piangendo incapace di trattenermi oltre.

<<tu non capisci umano...>>

Interrompe il discorso inarcando la schiena, lascia le ali semiaperte e si mette in posizione di attacco.

<<Non vorrai mica...io...io sono tuo figlio.>>

Sbarra gli occhi e digrigna i denti.

<<IO NON SONO TUO PADRE!>>

Piega le zampe posteriori per poi distenderle provocando una forza enorme che sfrutta per saltarmi addosso. Mi butto di lato schivando per un pelo gli artigli che mi provocano uno squarcio sulla spalla. Urlo per il dolore. Si rigira veloce per rimettersi in posizione d'attacco, lo guardo incredulo con il cuore spezzato.

<<Papà...>>

Sussurro quasi impercettibilmente, mi asciugo le lacrime alzandomi per fronteggiarlo.

<<TU SEI MIO PADRE!>>

Ripeto ancora non volendomi arrendere.

<<HO SACRIFATO ME STESSO E LA PERSONA A CUI TENGO DI PIU' PER REINCONTRARTI! NON PUOI FARMI QUESTO! NON HA SENSO!>>

Sento Lucy urlare, mi giro verso di lei vedendola mentre si dimena tra le braccia di quell'uomo che la sta trattenendo. Lucy...sono stato un tale mostro con lei facendole passare giorni orribili ed è stato tutto inutile...dannazione. All'improvviso sento un dolore lancinante al petto che si diffonde come fuoco per tutto il mio corpo, la vista mi si annebbia ma vedo le lacrime che scendono da quei bellissimi occhi che amo per poi posare lo sguardo sull'artiglio che mi sta trapassando ed il sangue che sgorga...non ho scampo. 

Ho bisogno di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora