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Take 14: memories

Fino a quel momento Jisung lo aveva soltando visto di spalle, quando vide il viso del ragazzo congelò sul posto.

Minho.

Non si fece prendere dal panico e si girò all' indietro, camminando con disinvoltura lontano da quell' attrezzo per non destare sospetti.

Si nascose dietro una siepe del giardino, osservando da lontano i movimenti di Minho.

Non ci credo, nella villa abbiamo una palestra enorme, perchè diamine dovrebbe venire in quella in città!?

Sbuffó agitatato, passandosi una mano trai capelli.

Dovrei andarmene subito per preucazione, potrebbe sempre scoprirmi e sarebbe la disfatta della missione, ma...

È così bello con tutte le goccioline di sudore sulle clavicole esposte e i miscoli tirati...

Non succederà nulla se rimango ad osservarlo senza farmi notare.

Il corvino si spostò dall' asta e utilizzò uno dei tappetini sul pavimento per fare gli addominali.

A quella scena a Jisung gli si scaldó il cuore, una lacrima scese fino alla sua guancia, ricordandosi una delle giornate passate nella palestra della villa.

•••

Minho si svegliò un po' sudaticcio.

Tutta colpa del principino della villa che gli si accollava addosso ogni notte.

Moriva di caldo, ma infondo era piacevole e la presenza di Jisung non gli aveva mai dato fastidio.

Il più piccolo invece sembrava avere freddo, dopotutto indossava soltanto un paio di boxer.

Avevano passato la sera prima tra baci e carezze ricolme di passione; il minore si era stancato così tanto che si era addormentato senza potersi mettere il pigiama.

Minho si era limitato a mettergli un paio di boxer nuovi, ma aveva paura che se gli avesse infilato anche dei pantaloni e una maglietta, lo avrebbe potuto svegliare.

Le dita del biondino gli solleticavano il petto, e una gamba poggiava sulle cosce del moro.

Russacchiava teneramente, immerso nei suoi sogni.

Nonostante volesse restare a guardare il fidanzato per un altro po', era già tardi ed era il momento del suo workout mattutino, perciò dovette spostare con cura il corpo del piccino dal suo e rimboccargli le coperte prima di uscire dalla stanza.

Il tre gennaio si avvicinava, doveva presentarsi preparato davanti agli assassini di Jisung, non poteva permettersi un giorno senza esercizio.

Scese giù in palestra, salutando qualche domestica o dipendente durante il tragitto.

Una volta arrivato, iniziò la sua routine.

《Potevi svegliarmi così ti facevo compagnia!》Jisung, con un tenero broncio e i capelli spelacchiati, lo aveva raggiunto una quindicina di minuti dopo all'ingresso della palestra.

《Lo sai che non mi piace svegliarmi senza di te accanto...》continuò imbarazzato.

A quella frase Minho accennò un sorriso.

《Che esercizio stavi facendo? Ti posso aiutare? Così mi faccio qualche muscolo anche io, sono sicuro che se non fossi così mingherlino ti piacerei di più.》

Il corvino roteò gli occhi divertito e si avvicinò al più piccolo.
《Mi piaci così come sei.》 ammise.

Di solito non era mai così sdolcinato, ma quel giorno si avvicinava sempre di piú e avrebbe dovuto lasciare Jisung al suo destino.

《Comunque, addominali semplici.》si sdraiò sul tappetino con le gambe piegate all' insù.

Jisung si sedette davanti al maggiore e gli afferrò le caviglie per aiutarlo a stare più fermo e dritto mentre alzava il busto verso le ginocchia.

Dopo un po' però Minho lo vide fare un' espressione scocciata.
《Cosa?》chiese semplicemente, cofunso dal cambio di umore del più basso.

《Cosa? Nulla mi aspettavo che mi lasciassi un bacio a stampo quando ti avvicinavi, tipo nei film. Ti ho preso per le caviglie apposta, ma non l'hai capito.》fece il finto offeso.

Era davvero un bambino.
Voleva una relazione da principessa indifesa e principe azzurro.
Ma con una persona con un carattere come quello di Minho era infattibile.

Ad ogni modo decise di accontentarlo e la volta dopo che fece l'addominale, tolse le mani da dietro la nuca per poggiarle sulle guance del minore e lasciargli un bacio a stampo.

《Grazie.》sul viso del più piccolo apparve un ampio sorriso, accompagnato dalle goti arrossate e le labbra lucide.

Il moro non si pentì della sua scelta.

《Ho famissima, vado a fare colazione.》il biondo si alzò da terra pimpante e pieno di energie grazie al bacio appena ricevuto dal parther.

Appena il minore gli diede le spalle, l'espressione del più alto cambiò da allegra a preoccupata e malinconica.

Minho osservò il piccino saltellare contento verso ls cucina, consapevole che tra poche settimane avrebbe dovuto dirgli addio.

•••

Jisung aveva ricordato quella mattinata mentre seguiva di nascosto Minho per la palestra e non era riuscito a trattenere un pianto silenzioso.

Lee Minho, l'agente segreto di cui era ancora perdutamente innamorato, che era stato il suo fidanzato e che si era sacrificato per lui , era davanti a se e Jisung non poteva fare nulla.

Parlargli, salutarlo, sfiorarlo, abbracciarlo, baciarlo...nulla.

Ed era una situazione che lentamente stava inziando a non riuscire a sopportare.

L'unica cosa che poteva fare era osservarlo da lontano, nascondersi e scappare.

Ma doveva resistere, non mancava tanto a quel momento, doveva solo sperare che il se stesso del passato gli permettesse di farlo.

•••

okay questo flashback potevo risparmiarmelo, ma sentivo che stavate soffrendo troppo poco (scherzo bbys vi amo)

-pruu

~𝑻𝒊𝒎𝒆 𝑻𝒓𝒂𝒗𝒆𝒍 ②~ 𝐌𝐢𝐧𝐬𝐮𝐧𝐠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora