Non si pensa mai agli effetti che la paura può portare sul corpo. Certo, sappiamo tutti che la paura riesce a farti battere il cuore in maniera esponenziale, sappiamo tutti che si inizia a tremare, ma non si prova mai un emozione alla volta, la paura è solo l'inizio...solo l'inizio
Lua era stesa con la schiena contro il letto, e proprio in quel momento provava paura, la paura che è instillata in ognuno di noi, la paura dell'ignoto. Nonostante fosse stata proprio lei a creare quella soluzione non ne era comunque sicura e la cosa le stava facendo sudare freddo
|| Lua sei sicura?||
Le chiese ancora una volta l'amico guardando la sacca che era proprio sopra alla sua testa, e poi guardando lei con un leggero sguardo preoccupato. Lei annuì, nonostante la sua mante ed il suo corpo le stessero facendo capire il contrario. Il ragazzo strinse per bene il laccio sul suo braccio, la guardò ancora una volta come se stesse cercando di infondergli fiducia. E lasciò l'ago entrare nella vena, così facendo la soluzione iniziò a scendere entrando in circolo nel suo corpo
|| Controlla...il mio battito e se qualcosa...se qualcosa non dovesse andare svegliami immediatam...||
Gli occhi della ragazza lentamente si chiusero e lentamente anche il suo tono di voce si esaurì lasciandola dormire sogni tranquilli, o per lo meno così sperava Vince che non si voleva allontanare dal suo corpo
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" Pioggia? "
Vi era una pioggia forte, talmente forte che rendeva difficoltosa la vista. Lua aveva appena aperto gli occhi, e non riusciva a capire dove fosse. Si voltò, prima a destra e poi a sinistra ed iniziò ad agitarsi a causa della pioggia. Aveva quella paura, o poteva anche essere definita fobia della pioggia, non riusciva a gestire il respiro ed i suoi muscoli si irrigidivano al solo pensiero, e viverlo in quel momento non la stava aiutando.E li che il primo stadio della paura venne fuori, l'agitazione, l'ansia e tutto le stava scivolando dalle mani, compreso il controllo della sua stessa mente
|| CI DEVE ESSERE QUALCUNO QUI?||
Alle sue parole,quando si voltò nuovamente, si trovò difronte ad una casa. Una casa in cattive condizioni, usurata dal tempo. Le finestre sembravano sbattere, ma senza produrre alcun suono e lo stesso faceva la porta, così si avvicinò lentamente ad essa tentando di spostare i capelli dal viso, così da poter vedere meglio nonostante l'ansia permanesse nei suoi movimenti. E non appena mise piede all'interno della casa, sbattè gli occhi per un attimo e quando furono nuovamente aperti la casa era in completo ordine. La pioggia vi era ancora all'esterno ma sembrava essere più calma, quasi come un dolce sottofondo
|| Oh cara, finalmente sei arrivata ||
Una donna alta dalla figura slanciata venne fuori proprio dalla stanza più luminosa che vedeva. Aveva i capelli rossi raccolti in una dolce coda, degli occhi castani che sembravano brillare ed un sorriso smagliante sulla chiara carnagione. Aveva un vestito molto chiaro da sera e alcuni gioielli che la rendevano ancora più affascinante
|| Ma...mamma?||
|| e chi altro sennò?||
Disse la donna avvicinandosi alla ragazza con un grande asciugamano colorato. Ella continuò ad avvicinarsi e così asciugò la ragazza incredula davanti a quella vista
|| Ti avevo detto di tornare prima che facesse buio, sei sempre la solita...Anne-Marie||
La donna aveva una voce melodiosa, era così orecchiabile che la ragazza si rilassò subito e si lasciò asciugare da quel panno chiudendo per un attimo gli occhi, volendo avvertire la sensazione di calore che solo la madre le dava
|| Oggi ho preparato una cena meravigliosa, dato che avremo ospiti, ti ho lasciato i vestiti sul letto, vai sopra a metterli amore||
Lua, o meglio, Anne-Marie non contestò le parole della madre e sembrava essersi ravvivata appena la vide. Sentiva come uno strano presentimento però, ma quando si concentrò su di esso questo scomparve lasciando che la ragazza andasse in quella che era la sua camera per potersi vestire. Quei vestiti che trovò sul letto, il maglioncino color miele e i pantaloni chiari sembrarono ricordarle qualcosa, ma non ebbe il tempo di pensarci che sentì il campanello e la porta venir aperta
Non ci mise molto a cambiarsi, e scese il prima possibile andando in sala da pranzo affiancando la madre immediatamente
|| Mamma, chi sono i nostri ospiti?||
Disse la ragazza con entusiasmo, e non ebbe il tempo di voltarsi che vide un qualcosa che hai suoi occhi non era sconosciuto. Lo stesso ragazzo di oggi si trovava di fronte a lei, e in quel momento qualcosa sembrò cambiare in quel meraviglioso scenario
|| Anne-Marie...non sei felice di vedermi?||
La ragazza sembrò non vederci più chiaro, e quella sensazione che qualcosa fosse sbagliato si intensificò. Lui non poteva essere reale eppure il suo sguardo lo sembrava molto, come se la stesse penetrando in qualche modo, come se stesse leggendo dentro di lei
|| Sebastian, ma che piacere vederti||
Il tono della donna, che prima era melodioso ora sembrava essere tira e meccanico lasciando che quello scenario si incrinasse maggiormente agli occhi della ragazza
|| Mamma ma io...mamma?||
Anne-Marie voltò lo sguardo con un nodo alla gola, e quando vide la donna a terra, adornata da quel liquido rosso scarlatto, con quell'espressione vuota e la pelle pallida,la sua mente si offuscò completamente riportando alla mente ciò che era davvero successo.Dovette fare qualche passo indietro per ristabilizzarsi e tentare di non urlare alla vista del corpo della madre ora steso sul pavimento.In quel preciso momento la pioggia riprese a cadere pesante, quasi come se stesse tentando di irrompere in quella casa, e la giovane ragazza tornò con lo sguardo su quella persona, che ora aveva il viso coperto da una maschera e le tese la mano
|| Salta Anne...vieni qui da me e afferra la mia mano||
Il suo tono non le faceva paura, sembrava essere cldo e dolce, ma la sua energia diceva altro e Lua poteva vederlo in maniera nitida.La ragazza lo fissò, guardò dritto infondo ai suoi occhi e nonostante quello gli sembrasse tutto così sbagliato i piedi iniziarono a muoversi verso quella figura che la stava tentando. Tutto attorno stava crollando, la pioggia continuava ad insistere sulla casa, che lentamente cedeva ed all'ultimo passo della ragazza, lei cadde come se un buco si fosse venuto a creare proprio sotto i suoi piedi. E proprio come prima, con le finestre, lei urlava ma le sue urla non venivano percepite in alcun modo.
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|| LUA, LUA SVEGLIATI||
Nessun suono di pioggia, nessuna sensazione di calore e tutto era tornato alla realtà. LA ragazza sembrava essersi fatta un bagno nel sudore, e quando si svegliò ebbe come l'impressione che il fiato le fosse mancato per un attimo. Mise una mano sulla fronte, volendo riprendere il controllo delle sue azioni, e si mise seduta guardando il ragazzo dritto negli occhi
|| Devo tornare lì||
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Dreams Trauma
Teen Fiction» i sogni sono dei posti pericolosi...non sei tu a controllare loro con la tua mente, loro ti fanno credere di poterci riuscire e così controllano te