6. Story that won't end

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Erano le tre del pomeriggio e il sole picchiava più delle altre ore, faceva capolino in lontananza e per quanta luce emetteva e per quanto il cielo era limpido accecava chiunque alzasse lo sguardo, cosa impossibile per i ragazzi che avevano occupato il campetto.

"Fa un caldo oggi... siamo sicuri che sia finita l'estate?"- Jisung fu il primo a parlare dopo aver ripreso fiato.

"E pensare che quando arriverà l'inverno saremo segregati in casa a studiare." -

"No Felix, qui ti sbagli: tu passerai l'inverno in casa a studiare." - Giustamente si era dimenticato che stava avendo a che fare con Hyunjin e che l'unico che studiava seriamente in quel gruppo era Seungmin.

"E io non ti darò ripetizioni se la pensi così." - Seungmin si aggiunse al discorso, minacciando indirettamente il suo migliore amico. Tutti sapevano che Seungmin riusciva a studiare bene e velocemente, non sembrava ma teneva alla sua media scolastica e cercava sempre di mantenerla alta, ma allo stesso tempo desiderava avere più tempo libero da passare con i suoi amici. Tutti sapevano che non avrebbero più potuto passare i pomeriggi in quel modo, specie se fossero andati a studiare fuori paese.

"A proposito, prima non stavate parlando con Y/N?" - Jeongin disse all'improvviso, cambiando totalmente discorso come se gli fosse venuto un lampo di genio.

"Sì stavamo parlando con lei, è la mia vicina di casa, quanto è piccolo il mondo." -

"Ti ricordo che abitiamo in un paese più piccolo della reggia di Versailles, avevi una probabilità su due che lei abitasse vicino a te." - Seungmin, fiero della sua stessa similitudine, bevve un po' d'acqua dalla sua borraccia, per poi sdraiarsi sugli spalti freschi.

"Però mi ha fatto un effetto strano, sembra che l'universo stia facendo di tutto pur di farci stare insieme." -

"Non dirmi che ora ti piace Y/N." - Più che di gruppo, sembrava una discussione soltanto tra loro mentre gli altri tre li guardavano curiosi.

"E anche se fosse? non vedo dove sia il problema." - Tra i due quello che sembrava più infastidito era Seungmin, ma visto che aveva sempre quel fare acido e nervoso nessuno gli prestò molta attenzione.

"Hai ragione, non so neanche io perché stia continuando a discutere, tregua." - Alzò le mani per poi rimettersi in piedi.

"Io direi di continuare a giocare, no?" - Tutti lo guardarono e questa volta notarono il suo comportamento ambiguo nei confronti dell'amico, tranne il diretto interessato che era intento a sistemare le proprie cose.

"Seungmin ha ragione, godiamoci questi giorni a pieno." -

Mentre il gruppo di amici continuava a giocare a calcio, Y/N era tornata a casa da un po', ancora con la testa proiettata alla conversazione che aveva avuto con Hyunjin.

"Me ne pento? sì, lo rifarei? probabile." - Esclamò ad alta voce per non ricordare la piccola figuraccia fatta con lui. Non balbettò, quella era una cosa più che buona, ma il suo imbarazzo trasparì anche fin troppo. Voleva maledire il suo autocontrollo così inefficiente.

"Ha detto che sono simpatica." - Calcò e ricordò ogni singola parola che le era stata detta, osservando la porta e sperando che comparisse da un momento all'altro il ragazzo in questione, ma il suo sguardo si posò sull'orologio appeso alla parete: segnava le 4:30. Con fare annoiato prese il suo giacchetto di jeans, le chiavi e si diresse verso il fatidico teatro. A pensare che doveva avere a che fare con Seungmin fece contrarre la sua espressione in una sofferente, si vedeva che non gli stava simpaticissimo, aveva provato ad avvicinarsi a lui ma non vedendo partecipazione da parte sua decise di finirla. La strada era sempre quella e al momento non vedeva neanche la traccia del corvino, ottimo segno.

"Ce l'hai fatta finalmente." - Parli del diavolo e spuntano le corna, la sua voce risuonò nel silenzio più totale e l'eco portò gli uccellini, che poco prima dormivano sugli alberi, a volare nel cielo.

"Sono le 4:57, sei tu che sei arrivato in anticipo, non mi freghi." - Si avvicinò a lui, dopodiché entrò dentro la struttura.

"Mi sento particolarmente buono quindi arriverò al punto. Se desideri così tanto passare il tuo tempo qui, ci dividiamo il palco." - Le fece cenno di seguirlo e lei annuì, non voleva infastidirlo, lo trovava tranquillo e non voleva alterare l'equilibrio creatosi.

"Questa parte sarà mia, mentre tutta l'ala destra la cederò a te, ricorda questo verbo: cedere." - Abbozzò un sorriso e si sedette su uno sgabello, tirando fuori un oggetto: era la sua chitarra.

"Cosa c'è, non sembro un tipo che suona?" -

"In realtà sono stupita dal fatto che i chitarristi solitamente sono  simpatici, ma tu mi sembri sia un'eccezione." -

"Dovrei ridere o piangere, ora? mi sento particolarmente offeso. Sai che Hyunjin non è un chitarrista? eppure lo trovi così gradevole." - Suonò una nota, poi l'altra, iniziando una melodia molto orecchiabile. Y/N nel frattempo, nonostante fosse con lo sguardo basso cercando di non controbattere la sua ultima affermazione, tendeva l'orecchio verso di lui, si accasciò a terra a gambe incrociate e tirò fuori il suo quadernino arancione lacerato sui lati. Non ci faceva nulla di particolare: disegnava, scriveva poesie, pensieri o emozioni, qualsiasi cosa le passasse per la mente in quel momento. Muoveva la testa a ritmo e qualche volta alzava lo sguardo verso di lui: il ciuffo gli ricadeva sul viso, la felpa gialla risaltava nell'atmosfera cupa che il principio di tramonto rossastro stava creando e le sue mani si muovevano con molta scioltezza sullo strumento, era davvero bravo.

"Manca un testo, questa melodia l'ho creata tutta da solo. Ti è piaciuta?" - Chiese titubante a Y/N. Lei fu stupita che proprio Kim Seungmin le stesse chiedendo un parere.

"Era carina, l'ho ascoltata volentieri." - Si fermò qualche secondo, era troppo dolce per uno come lui. "Ovviamente anche io mi sento particolarmente buona oggi." -

"Non ti è piaciuta quindi?" - Dalla sua voce dedusse che la sua affermazione lo aveva offeso.

"No non intendevo questo! dicevo che era molto, molto carina. E armoniosa-" -

"Guarda che stavo scherzando, non agitarti in questo modo. Sono felice che tu l'abbia apprezzata, ne vado particolarmente fiero."-

"Come l'hai intitolata? sempre se ha un titolo." - Il ragazzo ci pensò per un attimo, accorgendosi che effettivamente ancora non ci aveva minimamente fatto caso.

"Sai che non ho mai pensato di renderla una vera e propria canzone? la suono solo perché mi piace." - Sul viso di Y/N si fece spazio un sorriso a trentadue denti.

"Ce l'ho io allora: 'Story that won't end', la storia che non finirà. E' un titolo transitorio, perché le canzoni in generale sono storie che non hanno una vera e propria fine; visto che la tua non ha un testo, a maggior ragione può essere considerata una storia infinita." - Seungmin si stupì del suo ragionamento, tutto si era collegato alla perfezione, anche se era troppo sentimentale per uno come lui, gli ricordò le solite canzoni d'amore che sentiva in radio sulla corriera per andare a scuola.

"Non so se essere stupito per il ragionamento, o se non credere al fatto che tu abbia finalmente detto qualcosa di sensato." -

"Lo prenderò come un complimento in entrambi i casi." - Y/N stava imparando ad accettare il suo modo alternativo di essere dolce, perché sentiva che ogni minuto che passava stavano legando sempre di più.

Theatre // K.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora