11. Niente è dimenticato

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"E pensare che domani ho la verifica di Inglese, è davvero stressante non riuscire ad esprimermi in un'altra lingua."- Disse Cho non appena Y/N gli spiegò cosa fosse il present continuous, era messa abbastanza bene in inglese e poteva tranquillamente offrirle delle ripetizioni.

"Non è difficile se pensi prima nella tua lingua e poi la traduci."-

"Lo rendi così semplice."- Cho le diede un piccolo pugno sul braccio iniziando una lunga lotta, una di quelle che facevano spesso da quando si erano conosciute.

"Studiare un'ora prima della verifica non è nemmeno un granché, lo sai?"-

"Y/N, non sono mica come te, io non perdo tempo per queste cose. Ho altro a cui pensare."-

"Per altro intendi Jeongin? te ľho detto, mai mettersi con i più piccoli."- Esclamò ridendo. Cho si era presa una bella cotta per quel ragazzo nonostante avessero un anno di differenza. Era pur vero che Jeongin sembrava più grande rispetto alla sua età, ma era strano pensare una cosa del genere.

"Non ho mai detto di avere intezione di mettermi con lui, forse."- Nascose le sue guance rosse tra le mani mentre Y/N continuava a ridere.

"Piuttosto, tu conosci il gruppo di cui fa parte, no? presentameli."- La sua espressione tramutò in una preoccupata, inarcò le sopracciglia e scosse la testa.

"Credimi, non è il caso. Non in questo momento."-

"Hai discusso con qualcuno? in effetti, rispetto a prima, ti ho visto più distaccata da quel ragazzo alto... Seungmin?"-

"Sono solo alcune settimane che ci siamo allontanati, niente di serio."-

"Sicura? ho visto il modo in cui ti guardava insieme al suo amico."- Y/N alzò la testa mettendosi in una posizione di difesa.

"Mi guardava? quando? in che modo? tipo, così?"- Subito dopo si mise in posa ricopiando un ipotetico sguardo lanciato dai due, cosa che fece ancora più ridere Cho.

"Calma, calma! ti guardava con interesse, palese."-

"Non saprei, mi sembra strano."- Si demoralizzò e tutto ľentusiasmo di poco prima svanì del tutto come se non fosse mai esistito. Il fatto che Seungmin, nonostante tutto, le prestasse attenzione a modo suo, la faceva sentire ancora più confusa. Era davvero interessato a lei a tal punto? perché dopo tempo ancora non le rivolgeva parola se non per chiederle qualcosa riguardo alla scuola? le era capitato di incontrarlo sul suo pianerottolo, Hyunjin abitava lì e lui stava sempre a casa sua, ma mai avevano affrontato un discorso vero e proprio. Il teatro non lo contemplava nemmeno, aveva smesso di andarci per paura di incontrarlo. Era una sciocca, anche solo ritornare al rapporto che avevano prima le faceva più che piacere. Non che facessero nulla, ma erano arrivati ad un punto in cui, dopo tanti dissidi, si rispettavano come era giusto che sia. Passare dalľessere "amici" alľestraneità più totale faceva male, perché avevano creato dei ricordi. Era questo che non riusciva a comprendere, quei pochi ricordi valevano più di qualsiasi altra cosa per lei, li conservava in segreto come se fossero oro, in effetti lo erano. Le risate, i piccoli giochi di sguardi, la sua chitarra, quella melodia. La canticchiava quando sentiva la sua mancanza, perché provava dei sentimenti, appena sbocciati, ma li provava senza nemmeno averci riflettuto troppo su. Molte volte, capita a chiunque di soffermarsi sul capire quello che si prova davvero nei confronti di qualcuno, a lei era bastato un suo sguardo dopo troppo tempo per comprendere quanto effettivamente ne aveva bisogno.

Soffermata sui suoi pensieri, iniziò a compiere i gesti della sua quotidianità come un robot: andò in classe, si mise seduta, si alzò e si diresse fuori dalla scuola una volta suonata l'ultima campanella. Di solito Seungmin tornava sempre a casa da solo dopo scuola, poteva cogliere quel momento per parlargli o per dirgli che aveva sbagliato nel dire certe cose. Non importava quanto si vergognasse ad avvicinarsi a lui dopo così tanto tempo, ma quando la maggior parte dei ragazzi uscirono dall'aula, lei si avvicinò a lui.

Theatre // K.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora