5. Bivio

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"Prima che io vada, voglio solo dirti che possiamo condividere il teatro, diventerà il nostro posto segreto."-

Come idea non era male, ma se si aggiungeva il fatto che a Seungmin non andava a genio Y/N poteva essere piuttosto passabile. Non sapeva se dare retta al suo istinto, ovvero dirle di sì e vivere nuovamente una vita tranquilla ma condividendo tutto con lei, oppure se seguire il suo orgoglio facendo a meno di avere un posto segreto in cui poteva fare ciò che amava davvero senza occhi indiscreti puntati addosso, e cercandone tranquillamente un altro. Doveva pensarci bene e nonostante sembrasse semplice era una scelta che trovava fin troppo difficile da prendere.

Perché devo decidere? di solito non ne azzecco una...

Disse tra sé e sé ripensando a tutti quei momenti in cui sarebbe voluto tornare indietro nel tempo per cambiare le proprie azioni in altre.

"Va bene, ma ad una condizione." - Cedette alla prima scelta, ma non del tutto.

"E quale sarebbe questa condizione?" - Aggiunse Y/N cercando di trattenere la felicità.

"Te la dirò oggi, alle 5 di questa sera, ti voglio puntuale altrimenti il teatro rimarrà mio." -

"Non è mai stato tuo, ma sei così convinto che reggerò il gioco. A dopo, Kim Seungmin." -

"Y/S Y/N." - La salutò di rimando allo stesso modo ed entrambi proseguirono di nuovo per le proprie abitazioni.

Y/N abitava poco più lontano dal ragazzo, i suoi genitori avevano acquistato una casa in quel piccolo paesino perché per motivi lavorativi avevano trasferito suo padre lì, altrimenti quel paesino non sarebbe mai stata una sua scelta. Durante il corso della sua vita non aveva mai viaggiato al di fuori di Incheon, la sua città natale; all'età di diciassette anni non era stato il massimo dover abbandonare tutto e tutti per vivere in un paese che equivaleva circa ad 1/4 di una semplice città. Rimpiangeva i momenti passati in compagnia dei suoi amici, ne aveva tanti e questo era quello che la rendeva più felice. A mente si ripeteva che avrebbe, prima o poi, trovato un piano per prendere un treno e tornare nella sua città anche se fosse stato per un giorno, ma quel paese era completamente distaccato da tutte le vie di comunicazione che non fossero autobus per gli studenti. Si stupiva di come potesse esserci un liceo in cui studiavano anche ragazzi dei paesi più vicini, era una realtà completamente diversa da quella a cui era abituata. E' passata dall'avere tutto a non avere più nulla, l'unica alternativa rimasta era accettare la situazione e cominciare da capo, ma non ne voleva sapere di prendere in esame questo piano. I suoi pensieri vennero interrotti dall'insistente bussare sulla sua porta di casa, chiedendosi chi potesse essere visto che non conosceva nessuno al di fuori di suo padre che in quel momento era a lavoro.

"Andiamo, sto arrivando!" - Urlò da camera sua cercando di farsi sentire fino al portone d'ingresso che, dopo aver corso verso di esso, aprì con fare infastidito trovandosi davanti una faccia fin troppo familiare.

"Y/N? che coincidenza! oggi ti ho salvata e ti ritrovo come vicina di casa." - Il non poco affascinante ragazzo davanti a lei non era nient'altro che Hwang Hyunjin, si ricordava il suo nome alla perfezione, come poteva dimenticarlo.

"O-oh che sorpresa Hyunjin! sembriamo fatti per stare insieme!" - Si accorse immediatamente di quello che aveva appena detto e sgranò gli occhi.

"Cioè, insieme non in quel senso, possiamo diventare amici - se non vuoi, va bene solo conoscenti non ti forzo ci mancherebbe.-" - Il suo discorso confusionario venne interrotto da una risata da parte dell'altro e lei lo seguì con espressione confusa.

"Sei così divertente, è ovvio che possiamo diventare amici." - Le sue guance si colorarono di un leggero rosa, ma cercò di nascondere questo dettaglio.

"Fantastico! allora, cosa ti porta qui?" - Nonostante i freni, iniziò ad essere più sciolta verso i suoi confronti ma in realtà non sapeva minimamente come approcciarsi.

"Mio padre mi ha detto di consegnare questo a tuo padre, credo sia un album delle figurine." - Le consegnò un pacchetto e lei lo prese, ricordandosi che suo padre glielo aveva detto.

"Ah sì, mio padre me ne aveva parlato questa mattina. Vuoi entrare?" - Disse d'un tratto senza pensare che la sua camera era in disordine, c'erano ancora gli scatoloni ammassati in un angolo. Era così che si faceva amicizia, giusto?

"È come se avessi accettato ma i miei amici mi aspettano al campo da calcio, vuoi venire con me?" -

"Magari più tardi mi farebbe molto piacere, ora è meglio che io inizi i compiti così mi libero per il pomeriggio." - Poggiò il braccio sopra lo stipite della porta assumendo una posizione tutt'altro che naturale e disinvolta stampandosi sul volto un sorriso.

"Okay va benissimo, allora a dopo... se non potrai venire a domani" - Il corvino le fece un occhiolino e lei ricambiò il saluto, chiudendo la porta alle sue spalle. Scivolò su di essa fino a mettersi seduta per terra con il cuore che le batteva all'impazzata. Al petto teneva stretto il pacchetto che Hyunjin le aveva dato, meravigliandosi di come uno come lui potesse avere così tanti pregi e nessun difetto: era simpatico, metteva a proprio agio chiunque parlasse con lui e per di più l'aveva difesa a scuola. Dopotutto però, sentiva di essersi dimenticata qualcosa, come se non avesse portato a termine una missione. Ci mise un po' per capire che effettivamente si era dimenticata di ringraziarlo per quella mattina. In un secondo scattò in piedi, indossò le sue converse e corse fuori casa chiudendo a chiave la porta. Il piccolo parco del paese non era lontano da lì, a passo sostenuto sarebbe arrivata prima e sperava che non fosse ancora giunto nessuno degli amici del ragazzo, sarebbe stato imbarazzante. I piccoli arbusti e un campo da calcio le fece capire che era arrivata a destinazione, difatti in lontananza vide Hyunjin parlare e scherzare con altri ragazzi.

"Smettila di spiarlo." - Lei sussultò.

"Mi hai fatta spaventare a morte, sono sovrappensiero. Sei proprio uno stalker!" - Sospirò portandosi una mano sulla testa per coprirsi dal sole cocente, ripetendo una delle frasi che le disse il ragazzo il giorno del loro primo incontro.

"Va bene che ti piace quel teatro, ma partire addirittura tre ore prima per aggiudicartelo lo trovo abbastanza scorretto." - Seungmin poggiò le spalle alla ringhiera incrociando le braccia al petto.

"Non sono qui per il teatro e né tantomeno per spiare Hyunjin. Devo solo dirgli una cosa."-

"E chi ha mai detto che sei qui per spiare Hyunjin..." - Comprendendo la gaffe appena fatta, si morsicò il labbro inferiore per non urlare dalla frustrazione. il corvino, vedendola in difficoltà, tentò di portare avanti la conversazione, ma non senza infierire.

"Lo conosci? ma come, non eri quella arrogante, asociale che risponde male a tutti?" - Il ragazzo, dopo aver fatto quell'osservazione, si beccò un'occhiataccia da Y/N che non esitò a rispondergli.

"Si dia il caso che quello arrogante qui sei tu, non si giudica un libro dalla copertina." -

"Allora tu mi conosci per dire che sono arrogante?" - Rispose di rimando, avvicinandosi di più a lei.

"Hai sempre una risposta pronta a tutto quello che dico?" - Sbottò irritata dalla discussione che stava avendo.

"Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda." - Seungmin si fermò non appena vide il suo migliore amico arrivare dietro le spalle di Y/N, che confusa si girò verso quella direzione.

"Y/N alla fine hai deciso di venire qui! hai conosciuto Seungmin?" -

"Purtroppo sì - no scusami, volevo dire sì. In realtà rimarrò solo per poco, volevo ringraziarti per questa mattina." - Iniziò a torturarsi il pollice con le altre dita, abbassando la testa imbarazzata per la situazione.

"Non ce n'è bisogno! in quel momento non avrei potuto fare altro, che gentil uomo sarei altrimenti." - I due si scambiarono un sorriso e si salutarono di nuovo, il tutto sotto lo sguardo infastidito di Seungmin.

Theatre // K.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora